Chupa: com’è il film Netflix di Jonás Cuarón

Dopo aver ammirato le avventure sospese fra realtà e fantasia di Alfonso Cuarón, è tempo di tenere d’occhio anche suo figlio Jonás Cuarón, che proprio oggi approda su Netflix con il suo nuovo film Chupa. A 8 anni di distanza dal suo precedente lavoro Desierto, il 42enne regista messicano torna a raccontare la sua patria, intrecciando le sue tradizioni e i suoi misteri con una classica avventura per ragazzi nella quale il giovane e talentuoso Evan Whitten divide lo schermo con due attori di esperienza e caratura internazionale come Demián Bichir e Christian Slater.

Al centro di tutto c’è la leggenda del chupacabra, creatura che secondo le credenze locali si nutre di animali, uccidendoli fino a dissanguarli (da qui il nome, che significa letteralmente “succhiacapra”). A imbattersi in un cucciolo di questa creatura è il giovane Alex (Evan Whitten), tredicenne del Kansas City che dopo la morte del padre viene mandato dalla madre in Messico per conoscere suo nonno Chava (Demián Bichir) e i suoi cugini. Alex stringe immediatamente amicizia con il piccolo animale, che a dispetto delle credenze si rivela particolarmente docile. Nel frattempo, il ragazzo ha modo di conoscere meglio anche il nonno, uomo simpatico ma con qualche problema di memoria che rivendica con orgoglio il suo passato da wrestler. A minacciare la famiglia c’è però il cinico scienziato Richard Quinn (Christian Slater), intenzionato a mettere le mani sul chupacabra e sui suoi poteri.

Chupa: un’avventura fantastica in bilico fra Spielberg e il folklore messicano

Jonás Cuarón mette in scena un racconto di formazione per ragazzi, che per tematiche e atmosfere è molto più vicino al cinema di Steven Spielberg (e in particolare a E.T. l’extra-terrestre) che ai generi brillantemente esplorati dal padre. A conti fatti, Chupa è il perfetto prodotto Netflix: può infatti contare su un cast di rilievo e soddisfacente in ottica inclusiva, mette al centro le avventure di un giovane alle prese con profondi dilemmi personali (il lutto per la scomparsa del padre e la mancanza di connessione col Messico) e si addentra in maniera lucida e incisiva fra le pieghe degli usi e dei costumi di uno specifico Paese. Un’operazione editorialmente inappuntabile e complessivamente riuscita, che tuttavia desta anche alcune perplessità.

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La prima è la natura puramente derivativa dell’intera operazione. Chi ha amato le storie di persone ordinarie alle prese con situazioni straordinarie tipiche del cinema di Spielberg faticherà a scacciare la sensazione di già visto, nonostante l’apprezzabile sforzo di fondere il canovaccio di E.T. l’extra-terrestre con i continui riferimenti al wrestling e ad altre tradizioni messicane. Inoltre, mentre Jonás Cuarón dimostra di aver appreso la lezione del suo esplicito punto di riferimento per quanto riguarda la caratterizzazione del giovane protagonista, in cerca di un proprio posto nel mondo e soprattutto di una vera amicizia, il figlio d’arte non fa altrettanto nel lavoro sulla creatura protagonista di Chupa.

Il massiccio ricorso alla CGI penalizza l’espressività del cucciolo di chupacabra, nonché la resa di alcune delle sequenze più concitate. Ma a lasciare a desiderare è soprattutto la scelta di rendere l’animale oltremodo dolce e rassicurante, tradendo così le premesse del racconto: come possiamo appassionarci a un’amicizia fra umano e mostro se quest’ultimo di mostruoso ha solo il nome?

Chupa: la nuova avventura per ragazzi targata Netflix

Venendo a mancare questo pilastro drammaturgico, Jonás Cuarón mette più volte in secondo piano l’amicizia fra Alex e Chupa per concentrarsi sui personaggi secondari, con risultati altalenanti. Il macchiettistico villain di Christian Slater è un chiaro emblema della mancanza di rispetto del genere umano nei confronti del regno animale, ma è allo stesso tempo un retaggio di villain bidimensionali e sopra le righe tipici del cinema per ragazzi anni ’80, difficilmente digeribili nel panorama audiovisivo contemporaneo. Ben più convincente è il rapporto fra il protagonista e il nonno: uno scontro generazionale e culturale che grazie alla performance caricata di Demián Bichir regala i momenti più divertenti di Chupa, ma anche qualche sequenza toccante sul tema della memoria e del ricordo.

Nonostante le differenze, i due trovano il modo di elaborare insieme il dolore per la scomparsa del padre di Alex, non con discorsi di circostanza, ma vivendo insieme un’avventura al limite del paranormale. A essere penalizzato è proprio il rapporto fra il ragazzo e il “temibile” cucciolo, anche per le discutibili scelte del regista. Non mancano sequenze toccanti fra i due, ma nonostante la presenza in produzione di un nume tutelare del cinema per ragazzi come Chris Columbus Jonás Cuarón cicca maldestramente il climax conclusivo, fondamentale per la riuscita di Chupa. Ci asteniamo da sgradevoli spoiler, ma la distanza con l’intensità del celebre momento Vieni/Resta di E.T. l’extra-terrestre è abissale.

Un’opera derivativa ma tutt’altro che disprezzabile

Pur con le problematiche che abbiamo evidenziato, Chupa si rivela un gradevole film fantastico adolescenziale, capace di distinguersi rispetto alla media degli analoghi prodotti che popolano i cataloghi delle piattaforme, talmente posticci e poco ispirati da risultare vuoti e privi di spessore. Salutiamo dunque con simpatia l’arrivo su Netflix del nuovo lavoro di Jonás Cuarón, con la speranza che spinga i giovani cinefili a scoprire o riscoprire i pilastri della settima arte su cui si basa.

Chupa è disponibile su Netflix dal 7 aprile.

Desierto [Edizione: Francia]

• Gael García Bernal, Jeffrey Dean Morgan, Alondra Hidalgo (Attori)
• Jonás Cuarón (Direttore)

8,50 EUR

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