fbpx
NewsTech

Facebook fa causa all’operatore dei siti clone di Instagram

Scopriamo insieme tutti i dettagli della vicenda

Facebook ha intentato oggi un’altra causa contro una società, in particolare contro Ensar Sahinturk, un cittadino turco che gestiva una rete di siti clone di Instagram. Facebook afferma che Sahinturk ha utilizzato un software di automazione per copiare i profili pubblici, le foto e i video degli utenti di Instagram da oltre 100.000 account senza autorizzazione.

In seguito questi dati sono stati poi pubblicati sulla sua rete di siti web.

Instagram clone, Facebook denuncia il fake account

instagram-tech-princess

Nelle varie dichiarazioni, Facebook afferma di essere venuto a conoscenza di questo sito clone un anno fa, nel novembre 2019. Ha appreso che l’imputato stava controllando una serie di domini, molti con nomi simili a Instagram, tra cui jolygram.com, imggram.net etc.

Il primo di quell’elenco, jolygram.com, era in uso già dall’agosto 2017. Gli altri sono stati registrati negli anni successivi visto che la rete continuava ad espandersi. Finalgram.com è stato l’ultimo messo in uso ed è operativo da ottobre 2019.

Facebook non ha rivelato quanto fossero grandi questi siti, in termini di visitatori, ma ha sottolineato che la rete clone è dotata di “traffico voluminoso”.

Oltre ad essere violazioni dei marchi associati a questi domini, i siti sono pieni di dati estratti dal sito Web di Instagram tramite scraping automatico, ovvero tramite un software specializzato che finge di essere un essere umano anziché un bot per accedere ai dati.

L’imputato è riuscito a eludere le misure di sicurezza di Instagram contro strumenti automatizzati di questa natura, facendo sembrare che le richieste ai server di Facebook provenissero da una persona che utilizza l’app ufficiale di Instagram, afferma il reclamo.

L’imputato aveva programmato il suo software di scraping creando e utilizzando migliaia di account Instagram falsi. Facebook ha affermato che il numero di account falsi utilizzati quotidianamente potrebbe essere molto alto. Secondo i dati, il 17 aprile 2020 l’imputato ha utilizzato oltre 7.700 account per effettuare richieste automatiche ai server di Facebook. Il 22 aprile 2020 ne ha utilizzati oltre 9.000.

Facebook ha tentato di proteggersi da queste varie violazioni già nel 2019, quando ha disabilitato circa 30.000 fake account Instagram gestiti dall’imputato. Ha anche inviato una serie di lettere di cessazione e chiuso altri account, inclusa una pagina Facebook appartenente all’imputato. Tuttavia, l’imputato ha affermato di non aver gestito jolygram.com.

Facebook sostiene che le risorse utilizzate per indagare e tentare di risolvere i problemi con le operazioni dell’imputato hanno superato i $ 25.000 e chiede che i danni siano determinati durante il processo.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button