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Variante Delta del Covid: cos’è, quanto è contagiosa

Scopriamo qualcosa in più sulla cosiddetta variante indiana, che entro fine agosto sarà la prevalente in Europa

Che cos’è la variante Delta del Coronavirus, altrimenti nota come variante indiana o con il nome scientifico di B.1.617.2?

Cosa sappiamo della sua estensione e contagiosità? Diversi studi ci dicono che questa variante predominerà largamente già entro la fine di agosto. Scopriamo tutto ciò che a oggi conosciamo di una variante di cui si stanno scoprendo nuovi focolai anche in Italia.

La variante Delta del Covid: da dove viene

Da dove proviene la variante Delta del Covid? La risposta è data dall’altra definizione corrente, ossia variante indiana. È stata infatti individuata per la prima volta in India alla fine del 2020. E si ritiene che abbia contribuito fortemente all’aumento di casi di positività nel nostro Paese durante la seconda ondata della pandemia.

I sintomi

Secondo uno studio condotto nel Regno Unito, il sintomo più diffuso sarebbe il mal di testa, assieme a mal di gola, naso e febbre. Dunque sintomi simili a quelli di un brutto raffreddore. Niente tosse e perdita dell’olfatto.

Lo ha confermato nella conferenza stampa di venerdì 18 giugno Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute: “La variante Delta sembra dare sintomi leggermente diversi: di più a carico dell’apparato respiratorio superiore come mal di gola, naso che cola e mal di testa e raramente anosmia”, cioè perdita dell’olfatto.

covid variante delta

La trasmissibilità

La variante Delta del Covid si è sviluppata con straordinaria rapidità nel Regno Unito, dove i primi casi si sono registrati lo scorso febbraio.

Basti questa proporzione: secondo uno studio di Science, la variante Alfa (cosiddetta inglese) ha una trasmissibilità dal 43 al 90% maggiore rispetto a quella del ceppo originario individuato a Wuhan. Ebbene: la variante Delta sarebbe più trasmissibile di una percentuale tra il 40 e il 60% rispetto alla variante Alfa.

La sua proteina spike sarebbe più capace di legarsi al recettore ACE2, utilizzato per entrare nelle cellule umane. Quindi è sufficiente inalare meno particelle di questa variante per essere infettati.

La variante Delta del Covid e l’ospedalizzazione

Rezza ha dichiarato che “non si sa ancora se in termini di ospedalizzazione la variante Delta comporti un rischio maggiore”.

Tuttavia uno studio uscito su Lancet lo scorso 14 giugno, basato sui dati di 19.543 e 377 ricoveri che riguardano la popolazione scozzese, avrebbe indicato un rischio doppio di ospedalizzazione della variante Delta rispetto a quella Alfa.

La variante Delta e i vaccini

Diverse ricerche dicono che un ciclo vaccinale completo di Pfizer o AstraZeneca è estremamente efficace contro la variante Delta.

I vaccinati che contraggono questa infezione hanno sintomi lievi o sono asintomatici.

La diffusione in Europa

Se negli Stati Uniti la diffusione della variante Delta è al 10%, nel Regno Unito siamo già arrivati al 90%, e in Portogallo all’80. Altri Paesi dell’Ue hanno percentuali decisamente più contenute: la Spagna per esempio è al 10%, la Francia all’1,3 e la Germania al 4.

La variante Delta in Italia

I dati sono estremamente controversi. Se il più recente bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità parla di una diffusione sotto l’1%, il Financial Times propone numeri completamente diversi, stimando la variante Delta in Italia con una diffusione intorno al 26%.

Quello che è certo è che anche nel nostro Paese sono sempre più numerosi i focolai di questa nuova variante.

Dalla Lombardia, alla Sicilia, dall’Emilia Romagna alla Sardegna. Per finire con la Campania, dove la variante Delta – confermando così i dati del Financial Times – corrisponderebbe al 25% dei tamponi sequenziati.

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La previsione per agosto

Secondo una previsione dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) entro la fine di agosto il 90% dei contagi in tutta Europa sarà da addebitare alla variante Delta del Covid.

L’invito quindi è doppio: accelerare il più possibile con le vaccinazioni e non ripetere l’errore compiuto la scorsa estate. L’avviso arriva proprio dall’Ecdc: “Attenzione ad allentare troppo le misure se no si rischia un autunno come quello del 2020”.

Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc, ha detto che la variante Delta “può infettare anche individui che hanno ricevuto solo una dose dei vaccini attualmente disponibili. È molto probabile che la variante Delta circolerà ampiamente durante l’estate, in particolare tra gli individui più giovani che non sono oggetto di vaccinazione. È molto importante progredire con la campagna vaccinale a un ritmo serrato”.

Peraltro, il profilo medio dei positivi da variante Delta in Italia è quello di una persona giovane (tra i venti e i trent’anni) e non vaccinata.

E intanto compare la variante Delta Plus

Nemmeno il tempo di prendere le misure della variante Delta e già si parla della variante Delta Plus.

Che, segnalata per la prima volta lo scorso aprile, si sta diffondendo sempre più rapidamente in India. Sono stati individuati ventidue casi del nuovo ceppo in sei distretti di tre Stati (Maharashtra, Kerala e Madhya Pradesh). Sedici dei quali sono stati rilevati nel Maharashtra, uno degli Stati indiani più colpiti dalla pandemia.

Pare che la variante Delta Plus sia già presente negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, e si diffonda ancora più rapidamente rispetto alla variante Delta.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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