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Investire nell’arte con il Crowdfunding

Come e dove investire sulle opere d'arte attraverso il crowdfunding

Che l’Arte sia un business non è certo un segreto e come tale è coinvolta nella pratica del  crowdfunding. Puntare sulle opere di artisti più o meno famosi è una possibilità sempre più considerata, non solo dal classico collezionista ma anche dalle nuove generazioni e da aspiranti investitori che decidono di unire le proprie forze. Come? Grazie alle piattaforme online nate proprio con questo scopo. 

Crowfunding nell’arte: perché investire in opere d’arte?

I mercati finanziari sono molto volubili,  gli investimenti tradizionali sono altamente rischiosi o presentano dei tassi di interesse poco convenienti. Soprattutto in questo periodo storico, di incertezze date dal coronavirus, le Borse di tutto il mondo stanno registrando forti perdite su tutte le società quotate il che, inevitabilmente, si ripercuote anche sugli investitori.

Investire nell’arte è dunque una delle possibilità a disposizione per ogni tipo di patrimonio e con ottimi propositi di ritorni economici nel medio e lungo periodo. Il valore di un’opera d’arte, infatti, rimane nel tempo poiché si basa sul contesto culturale e storico anziché economico o politico.

Ma come funziona il crowdfunding applicato all’arte?

Soup Can 7/10 – Bansky, 2005

Generalmente, il crowdfunding indica un sistema di finanziamento collettivo volto a sviluppare un progetto, sostenere un’iniziativa o acquistare un immobile. Nel caso dell’Arte, il crowdfunding è caratterizzato da una serie di campagne dedicate ad un’opera specifica di un artista moderno o contemporaneo (nella maggior parte del casi). Le opere interessano infatti varie tipologie di artisti e di arti, tra sculture, pitture, ceramiche, ecc. Tra gli artisti, oltre agli emergenti, troviamo nomi noti al pubblico come Bansky, Luigi Ontani, Sol LeWitt, Andy Warhol e molti altri.

La campagna ha una durata prestabilita entro la quale bisognerà raggiungere il valore stimato dell’opera. Se la cifra necessaria all’acquisto non viene raggiunta, chi ha versato dei soldi viene rimborsato.

Se l’obbiettivo viene raggiunto, a quel punto l’opera diventa “di proprietà” di tutti i partecipanti che ne diventano co-proprietari. Ogni co-proprietario avrà dunque diritto ad una quota dell’opera e quando e se sarà venduta, ne saranno distribuiti i profitti in proporzione alla quota investita da ciascun partecipante.

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Cosa succede all’opera?

Ma cosa succede ad un’opera d’arte prima della vendita? Non potendo, per ovvie ragioni, permettere a tutti i comproprietari di possedere l’opera, la gestione è affidata alla piattaforma di crowdfunding o all’artista/venditore stesso.

Per esempio, Feral Horse, una delle piattaforme di crowdfunding, gestisce personalmente l’opera insieme all’artista o a chi detiene o ne deteneva il possesso prima della campagna. Il periodo di gestione dura minimo due anni durante il quale la piattaforma e il venditore dell’opera organizzano varie iniziative culturali con due obiettivi: far conoscere l’opera al grande pubblico e consentire ai comproprietari di goderne. Questi ultimi, infatti, verranno invitati  ad eventi, come visite nello studio dell’artista, vernissage di mostre o aperture di gallerie.

Grazie ai proventi delle campagne, inoltre, Feral Horse supporta moltissime iniziative artistiche di artisti e gallerie emergenti che prevedono prestiti di opere ai musei,  partecipazioni a fiere d’arte e così via. Ogni operazione di questo tipo contribuisce anche ad aumentare la visibilità dell’artista e dell’opera così da aumentarne il valore nel tempo.

Art Share, invece, gestisce l’opera dai 3 ai 5 anni, durante i quali cercherà di incrementare l’opera con eventi culturali, presentazioni e mostre. Durante questo periodo, però, l’opera sarà comunque disponibile per la vendita, pertanto in qualsiasi momento un operatore può fare la sua proposta di acquisto. Una volta che l’opera è venduta, ne saranno distribuiti i profitti.

Il “valore” dell’arte oggi

A questo punto, la domanda che probabilmente vi siete fatti arrivando fin qui è: conviene investire nell’arte?

Secondo il The Art Market Report 2020, prodotto da Art Basel e Ubs, nel 2019 le vendite globali di arte e antiquariato sono arrivate a 64,1 miliardi di dollari. Si tratta di un incremento di oltre il 60% rispetto alle cifre spese nel 2010 che hanno continuato a crescere anno dopo anno. Un segno evidente del progressivo aumento dell’interesse nei confronti dell’arte da parte dei “nuovi collezionisti”.

L’Art Market Confidence Index, che misura l’opinione degli operatori del mercato dell’arte, afferma che (in data 29 aprile 2020), la percentuale di chi è intenzionato a comprare opere d’arte è del 52% a fronte di un 24% dei contrari. Questo nonostante il 38% di essi abbia un’opinione negativa sulla situazione finanziera attuale.

Sono dati che fanno ben sperare sia gli aspiranti investitori, tramite crowdfunding o meno che tutti coloro che hanno intenzione di trovare nelle opere degli artisti una sicurezza economica che vada ad aggiungersi al valore culturale che l’Arte ha sempre avuto.

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Daniele Cicarelli

Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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