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La FINA non approva le cuffie inclusive per le Olimpiadi di Tokyo

Ma sembra che ci stia già ripensando

L’inclusività, finalmente, si sta facendo strada in moltissimi settori. Ma a volte questa strada è più tortuosa del solito. È il caso delle cuffie per il nuoto progettate dalla società britannica Soul Cap per adattarsi ai capelli più voluminosi, che non sono state approvate per le prossime Olimpiadi di Tokyo dalla Federazione Internazionale del Nuoto (FINA). Ma qual è la motivazione?

La Federazione Internazionale del Nuoto dice no alle cuffie inclusive per le Olimpiadi di Tokyo

Soul Cup cuffie - Olimpiadi di Tokyo
Photo Credits: Soul Cup.

Le cuffie per il nuoto sono state create da Soul Cap, una società britannica, e sono progettate con una vestibilità maggiore per accogliere al loro interno i capelli afro, le trecce, i dread o qualsiasi chioma voluminosa. Il concept di queste cuffie è stato ideato dai fondatori Michael Chapman e Toks Ahmed dopo aver osservato alcuni nuotatori alle prese con cuffie inadatte per i loro capelli. Secondo quanto affermato, questi prodotti non fornirebbero alcun vantaggio competitivo agli atleti. Anzi, le loro maggiori dimensioni potrebbero creare maggiore resistenza in acqua. Di conseguenza la decisione della FINA risulta strano.

Le cuffie inclusive progettate per gli atleti afroamericani non sono state approvate per le Olimpiadi di Tokyo poiché “non seguono la forma naturale della testa”. La FINA ha affermato che “per quanto a sua conoscenza, gli atleti che gareggiano agli eventi internazionali non hanno mai utilizzato, né richiedono cuffie di tali dimensioni e configurazione”.

“Speravamo di promuovere il nostro lavoro per la diversità nel nuoto facendo certificare le nostre cuffie da nuoto per le competizioni. Così i nuotatori di qualsiasi livello non avrebbero dovuto scegliere tra lo sport che amano e i loro capelli. Per i nuotatori più giovani, sentirsi inclusi e vedersi uno sport in giovane età è fondamentale.” hanno affermato i due fondatori di Soul Cap.

Danielle Obe, membro fondatore della Black Swimming Association, ha dichiarato al quotidiano britannico The Guardian che la sentenza “conferma una mancanza di diversità nello sport”. “Abbiamo bisogno dello spazio e del volume che prodotti come quelli di Soul Caps consentono. L’inclusione è rendersi conto che nessuna forma della testa è ‘normale’ “.

La decisione non è ancora definitiva

Ma un risvolto positivo c’è. La decisione della FINA ha causato un duro contraccolpo e l’ente ha confermato quindi che riesaminerà la sua decisione. L’ente ha affermato che il suo obiettivo è impegnarsi a garantire che tutti gli atleti abbiano accesso a costumi appropriati per le competizioni, laddove questi non conferiscano un vantaggio competitivo.

“Fina sta attualmente esaminando la situazione per quanto riguarda Soul Cap e prodotti simili, comprendendo l’importanza dell’inclusività e della rappresentanza. Non ci sono restrizioni all’uso ricreativo e didattico della Soul Cap. FINA apprezza gli sforzi del produttore per garantire a tutti la possibilità di praticare attività in acqua. FINA ha in corso colloqui con il produttore per utilizzare la Soul Cap nei propri Centri di sviluppo. Sta valutando la Soul Cap e altri prodotti analoghi nell’ambito di una più ampia iniziativa finalizzata a eliminare tutte le barriere alla pratica del nuoto, che è sia uno sport sia una capacità di vitale importanza.”

Non resta che attendere, quindi, il verdetto finale. Nella speranza che tutti gli atleti potranno sentirsi a loro agio durante le Olimpiadi di Tokyo.

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Source
The National News

Sara Grigolin

Amo le serie tv, i libri, la musica e sono malata di tecnologia. Soprattutto se è dotata di led RGB.

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