La guerra si combatte ormai a tutto campo ed il campo dell’informatica è uno di quelli. Gli USA, infatti, hanno rivendicato dei Cyber attacchi ai danni dell’Iran, in risposta ad un attacco che l’Iran avrebbe fatto, il 14 settembre, alle strutture petrolifere in Arabia Saudita.
Cyber attacchi: sempre di più una vera strategia offensiva
A fine settembre gli Stati Uniti avrebbero risposto ad un attacco che l’Iran avrebbe compiuto ai danni delle piattaforme petrolifere in Arabia Saudita.
Solo che questa risposta non è stata un’offensiva “pratica”, ma bensì informatica.
Ancora non è chiaro come si sia svolto concretamente, ma la scopo sarebbe stato quello di minare la capacità di Teheran di diffondere la propria “propaganda”.
A questo proposito è intervenuto Dave Palmer, Director of Technology di Darktrace.
Darktrace è un’azienda leader nel campo dell’intelligenza artificiale per la cyber defense.
Palmer ha commentato così: “Gli stati nazionali in conflitto si affidano sempre più spesso agli attacchi informatici contro l’hardware fisico per contrastare l’avversario, perciò oggi è più importante che mai che l’infrastruttura alla base della nostra economia possa difendersi da tali minacce.
Affidarsi ai team di sicurezza umani non sarà sufficiente per resistere agli aggressori sostenuti dagli stati nazionali, che agiscono in maniera altamente sofisticata. L’unico modo per combattere questi attacchi sarà servendosi dell’IA, in grado di rispondere automaticamente prima che gli attacchi causino danni alle infrastrutture“.
Una nuova era di guerra informatica
Continua Palmer:” Siamo entrati in una nuova era di guerra informatica, dove gruppi sofisticati utilizzano software avanzati in grado di eludere i controlli di sicurezza tradizionali, insediandosi nel cuore dei sistemi critici e utilizzando questa conoscenza a proprio vantaggio.
Negli ultimi due anni, gli attacchi stanno assumendo sempre più la forma di spionaggio per ottenere un vantaggio competitivo, il furto della proprietà intellettuale e di altre risorse digitali, o un punto d’appoggio nei sistemi dell’avversario che potrebbero essere sfruttati in futuro.
E l’obiettivo è sempre più costituito dai fornitori di infrastrutture critiche: compagnie petrolifere e di gas, reti di trasporto, reti elettriche, ecc., con l’intento chiaro e sinistro di destabilizzare le istituzioni democratiche e di minarne la credibilità e la legittimità“.
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