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Deadpool 2: la nostra recensione con spoiler

Deadpool è tornato al cinema con una nuova mirabolante avventura. Lo sappiamo tutti e lo sa anche la folta cricca degli intellettuali italiani che, grazie al mercenario chiacchierone, ha scoperto un intero mondo di meraviglie cinematografiche, come si può evincere da… e leggo: “una volta erano solo muscoli e patriottismo. Adesso ci sono neri, femministe, tipi autoironici e perfino un malaticcio”. E mentre ci stupiamo con Il venerdì di Repubblica che possa esserci un supereroe di colore ed un supereroe donna, iniziamo una fantastica recensione di Deadpool 2.

ATTENZIONE: da qui in poi troverete una serie di spoiler sul film. Procedete a vostro rischio e pericolo.

Vendetta vera

Voglio partire subito con un’aspra critica intercontinentale: gli americani la smetteranno mai di copiare il talento vero dei nostri compatrioti? Dopo Michael Jackson che ha fregato una canzone ad Al Bano e Beyonce che ha copiato un’esibizione a Lorella Cuccarini, questo popolo senza idee ha superato se stesso! Avete presente il personaggio di Russell in Deadpool 2? Il ragazzino un po’ in carne che odia tutti e vorrebbe dare fuoco ai suoi chiamiamoli insegnanti facendo saltare in aria la scuola/orfanotrofio in cui ha subito maltrattamenti pesanti? Per ottenere, così, la sua vendetta vera?

Non credo di dover aggiungere altro.

Il dramma dei trailer

Allora, com’è questo Deadpool 2? Bè, i trailer sono fighi: c’è la battuta sull’universo DC, la battuta su Thanos, la gag delle pallottole, c’è l’X-Force, Cable, Domino in mille situazioni fortunatissime e un sacco di altre cose. E anche il film è figo: c’è la battuta sull’universo DC, la battuta su Thanos, la gag delle pallottole, c’è l’X-Force, Cable, Domino in mille situazioni fortunatissime e un sacco di altre cose. No, scusate un attimo: Deadpool 2 ha una campagna promozionale che spacca il cu** ai ricci, con scene e gag girate apposta per la promozione, e poi si bruciano l’80% delle battute e dei momenti riderecci proprio nei trailer? Com’è possibile?

Ma volete sapere cos’è che mi ha fatto davvero arrabbiare? Peter, l’hype più clamorosamente disatteso della storia dell’umanità. Cioè, dai trailer sembrava il personaggio più cazzuto del film e poi me lo fanno fuori praticamente subito. Perché? Pensiamo a tutte le cose che avrebbero potuto fargli fare, tipo passare da mascotte buffa dell’X-Force a supereroe definitivo, la persona normale che si sacrifica per salvare tutti quanti, per rendere il mondo un posto migliore. Invece no. Peter resta quello dei trailer che però muore corroso dal vomito acido dell’attore che fa Pennywise nel nuovo IT, finito simpaticamente in una sorta di trebbiatrice. E questa cosa non mi è proprio andata giù.

E l’effetto sorpresa?

Certo, l’aver rimpinzato i trailer con le parti più succose non ha fatto che aggravare il vero problema di Deadpool 2: l’assenza di effetto sorpresa. Se con Deadpool 1 eravamo tutti, wow, che figata, che ridere sto supertizio che prende in giro tutti gli altri supertizi perfettini, spara un sacco di parolacce e fa cose iper-politically scorrect, in Deadpool 2 c’è tutto questo e… molto altro? No, e molto basta.

Normalmente il film di origine ti presenta il personaggio e il sequel alza l’asticella, ma in Deadpool 2 l’unica cosa che si alza è… va bè, non esageriamo con le volgarità. Per usare dei paroloni da persona che ha studiato, Deadpool dà il meglio di sé quando decostruisce la mitologia dei supereroi, topos per topos. Ma visto che oramai il personaggio l’abbiamo già presentato, che cosa possiamo aggiungere nel sequel? Perché, ammettiamolo: oltre allo stesso Deadpool nel film non c’è molto altro, a parte la sofferenza del doversi adattare a un minutaggio imposto dal mercato dei cinecomics. In queste 2 ore Deadpool arriva sì alla fine, ma perdendo man mano la sua vena avanguardista tanto che, pur essendo iniziato come cinecomics anticonvenzionale, ne esce come uno dei più buonisti mai visti. Non c’è un vero cattivo, c’è tanto ma tanto amore, buoncuore a palate, voglia di perdonare e ancora montagne di amore. Insomma, ci saranno pure tantissime parolacce, scene splatter e situazioni ambigue, ma sembrano più che altro un riempitivo e non elementi veramente utili alla trama e alla caratterizzazione dei personaggi.

Deadpool 2 è un film scritto con superficialità e gli autori lo sanno bene, ma per giustificarsi non basta mettere in bocca a Deadpool battute come “Che sceneggiatura deboluccia” per ben 2 occasioni. Se una volta può essere metanarrativo, due è davvero mettere le mani avanti.

E poi ok che lo chiamano il Mercenario chiacchierone, ma c’è un limite tra la logorrea e il parlare a sproposito solo per riempire i vuoti di sceneggiatura. Deadpool è sicuramente un personaggio difficile da gestire, un supertizio con alti e bassi, e potrebbe starci che anche il film abbia altrettanti alti e bassi, certo, ma se è voluto…

Sapete quale scena mi sono immaginata? Un supersceneggiatore arriva in ufficio, dice robe brillantissime tipo “C’è questo panzone con i baffi ma senza poteri che si unisce al team di Deadpool, scena epica con lui che si butta con il paracadute e…”, poi preso da un fulminante attacco di diarrea, corre in bagno. Allora per non sprecare tempo prezioso, i produttori chiamano il primo autore che passa in corridoio e gli chiedono di completare l’idea, e lui “Il panzone… sì… e boh, muore”. Torna lo sceneggiatore in gamba e “Allora, arriva questo mezzo uomo mezzo cyborg assetato di vendetta dal futuro che vuole far fuori il regazzino piromane, megascontro nel carcere per mutanti, robe superfighe e… scusate, ho dimenticato una cosa in bagno” Così viene chiamato di nuovo il sostituto che conclude con un “E boh, diventa buono”. Chissà chi sarà l’autore distruggi-idee-epiche… Aaaahh, Ryan Reynolds è anche tra gli sceneggiatori? Bè, in quanto attore che ha successo solo se recita con una maschera molto spessa, mi sento di puntare su di lui…

Che poi sì, le gag funzionano, ce ne sono tante e si ride, ma raramente un film fatto da tanti begli sketch è un bel film, vero Ace Ventura? Deadpool è un velocista, non un maratoneta. È un po’ lo Usain Bolt della risata: non è che non riesce a correre una maratona, ma vogliamo mettere i suoi risultati nei 100 e 200 metri? L’umorismo nero, il sarcasmo, l’autoironia, la tendenza a scegliere, tra due strade, quella che lo mette più in ridicolo… è oro che luccica! Ma anche l’oro non può luccicare sempre: e quando c’è buio? E quando ci sono le nuvole? E quando è ricoperto da un sottile strato di povere?

Concludendo…

Prima di chiudere, spenderei qualche parola riguardo la CGI, piuttosto pezzente ma ci sta in un film che vuole fare il verso ai cinecomics tutti fighetti. Peccato che, affiancata alla regia televisiva del combattimento finale, fatta tutta di inquadrature strette (alla Agents of SHIELD), mi ha fatto venire in mente gli ultimi episodi di Evangelion, quando avevano finito i soldi e si erano arrangiati con quello che avevano.

Va bè, se proprio devo dare dei voti, Deadpool, il personaggio, merita un 9 mentre Deadpool 2 merita un 7. Anche se ha i titoli di testa e le scene mid credits più fighe della storia, ma non dei cinecomics, della storia del cinema! Che goduria quando Deadpool fa fuori il suo predecessore del primo standalone di Wolverine. E vogliamo parlare del boato che si è alzato in sala quando è morto male lo stesso Reynolds con il mano il copione di Lanterna Verde? Un po’ di giustizia divina, finalmente.

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