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Il lupo e il leone: com’è il film ambientalista di Gilles de Maistre

Il lupo e il leone è nelle sale italiane dal 20 gennaio, distribuito da 01 Distribution.

A tre anni di distanza dal successo di Mia e il leone bianco, Gilles de Maistre torna sul grande schermo con Il lupo e il leone, altra favola ambientalista incentrata sul contrasto fra il cinismo e l’aggressività dell’uomo e il sorprendente spirito di adattamento degli animali, capaci di trovare il modo di sopravvivere pacificamente anche nelle situazioni più difficili. A dispetto del titolo, non siamo di fronte a un sequel del precedente lavoro del cineasta francese, ma a un successore ideale di quella storia: mentre Mia e il leone bianco accompagnava il percorso di reinserimento in natura di un animale selvatico, Il lupo e il leone compie una riflessione diversa, mettendo invece in scena i ripetuti tentativi di resistenza al cinismo dell’umanità di una bizzarra coppia di predatori.

Protagonista della vicenda è la studentessa di musica Alma (Molly Kunz), che dopo la morte del nonno si reca nella sua isolata baita in mezzo ai paesaggi incontaminati canadesi, dove ha trascorso buona parte della sua infanzia. Giunta sul posto, la ragazza fa due importanti e fortuiti incontri: una raro esemplare di lupo femmina insieme al suo cucciolo, che chiama Mozart, e un altrettanto raro cucciolo di leone (che ribattezza Dreamer), destinato a un circo locale ma arrivato invece nei pressi della sua abitazione in seguito a un incidente aereo. È l’inizio di due toccanti storie di amicizia: quella fra essere umano e animali e quella fra i cuccioli di due razze non destinate a convivere. Non tarda però ad arrivare la minaccia dell’uomo, per mano del proprietario del circo e di due scienziati che vogliono mettere le mani su Mozart e Dreamer.

Il lupo e il leone: una toccante storia di amicizia a sfondo ambientalista

Il lupo e il leone

Il risvolto più interessante de Il lupo e il leone sta dietro lo schermo. Proprio durante la lavorazione di Mia e il leone bianco, Gilles de Maistre e la moglie e sceneggiatrice Prune de Maistre hanno avuto l’idea di portare sul grande schermo la storia dell’amicizia fra due cuccioli di specie così diverse fra loro, ma altrettanto pericolose. Nasce così una lavorazione lunga 36 mesi, che mette insieme ben quattro cuccioli di lupo e due di leone per trovare la giusta alchimia fra gli animali protagonisti, accompagnandoli nella loro crescita e adattando la storia in modo da esaltare la reale amicizia fra gli interpreti di Mozart e Dreamer, senza l’ausilio di effetti speciali.

Una scelta difficile e coraggiosa, ripagata però dai momenti che vedono protagonisti gli animali, capaci di sciogliere anche i cuori più aridi. Anche grazie all’incantevole paesaggio della location dell’isola Sacacomie (a due ore di distanza dal Quebec) e alla suggestiva baita che ospita i protagonisti, costruita per il ben più sinistro Secret Window di David Koepp, l’amicizia di Mozart e Dreamer e la loro reciproca solidarietà bucano lo schermo, donandoci una vibrante favola ambientalista, con gli animali chiamati a sottolineare gli innumerevoli danni causati dal genere umano e la sua tendenza a prevaricare ogni altra specie presente sul pianeta.

Purtroppo, i pregi de Il lupo e il leone si fermano qui. A differenza di Mia e il leone bianco, sontuoso dal punto di vista dell’impianto scenico e dell’impatto visivo, in questo caso ci troviamo di fronte a un progetto decisamente più sciatto, con la qualità produttiva tipica dei film TV, caratterizzato da un montaggio approssimativo, da attori poco convincenti e da svolte di trama che mettono a dura prova la sospensione dell’incredulità, a cominciare dall’incidente aereo iniziale, ampiamente sottovalutato dalle autorità locali e da Alma.

La debolezza del cast

Il lupo e il leone

La vitalità e la purezza che percepiamo nei momenti di gioco degli animali e nelle loro corse in mezzo alla natura si scontrano con la componente umana del cast, caratterizzata invece da una sconfortante bidimensionalità. È questo il caso del padrino di Alma Joe (Graham Greene), di cui non comprendiamo mai le posizioni, o delle varie personalità che si frappongono alla libertà degli animali, dipinte come dei villain da film Disney ma pronte a cambiare radicalmente posizione nel giro di pochi istanti, nello stupore generale degli spettatori e degli altri protagonisti.

L’unica a distinguersi è proprio Molly Kunz, che pur senza picchi di espressività riesce a tratteggiare l’intenso e utopico ritratto di una ragazza pronta ad abbandonare sul nascere una promettente carriera in ambito artistico per dare spazio al suo lato più sensibile, pronto a raccogliere l’eredità animalista ed ecologista del nonno. Pur con tutti i problemi precedentemente evidenziati, il messaggio di questo racconto arriva forte e chiaro, e a differenza di altri film appartenenti al medesimo filone è attraversato anche da venature più malinconiche e rassegnate, che evidenziano i danni irreversibili causati dall’uomo al mondo animale.

Il lupo e il leone è nelle sale italiane dal 20 gennaio, distribuito da 01 Distribution.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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