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Deliver Us the Moon: la recensione next-gen

Deliver Us the Moon è forse uno dei giochi indipendenti più interessanti usciti negli ultimi anni. La prima versione è uscita nel 2018. Poi, nel 2020 è stata portata su PlayStation 4 e Xbox one. Adesso, abbiamo una versione nativa anche per PlayStation 5 e Xbox X/S. Ma serviva proprio una terza edizione di questo gioco? La risposta è si, per due motivi. Il primo è permettere di sfruttare le caratteristiche tecniche delle nuove console, come ad esempio il raytracing. Il secondo è preparare il terreno (sollevando un po’ di hype) per il sequel: Deliver Us Mars, previsto in uscita il prossimo autunno. Quindi, qualcuno si chiederà, è solo pubblicità? Può darsi, ma di sicuro non è un cashgrab (un prodotto pensato solo per far spendere). Se avete già il gioco si console, allora avrete diritto all’upgrade next-gen gratuito. Se non lo avete e volete provarlo mentre aspettare Deliver Us Mars, il prezzo è lo stesso delle precedenti edizioni. Chiarito questo, andiamo a vedere come se la è cavata KeokeN sulla next-gen con questa recensione del nuovo Deliver Us the Moon.

La recensione di Deliver Us the Moon next-gen

Deliver Us the Moon, per chi non se lo ricorda è un thriller ambientato nello spazio. In un futuro non troppo distante da oggi, le risorse del pianeta terra si sono esaurite. L’unico modo di produrre energia, e far sopravvivere il genere umano, è farla arrivare dalla luna sfruttando i suoi giacimenti di Helium-3. Un bel giorno, però, il flusso di energia si interrompe lasciando l’umanità al buio su un pianeta che sta diventando un grande deserto. Passati cinque anni la situazione è quasi senza speranza, ma è possibile mandare un astronauta; l’ultimo astronauta disponibile, sulla luna per dare una nuova speranza all’umanità. Noi siamo quell’astronauta.

Il gioco è fondamentalmente un puzzle game guidato. È necessario risolvere una serie di enigmi per poter arrivare in fondo alla storia. Il gioco, di suo, non è particolarmente complesso e ogni situazione ha sempre una sola via di uscita possibile. La difficoltà risiede più nel far sentire il giocatore costantemente sotto pressione. Il risultato finale è più che apprezzabile, con una serie di migliorie rispetto alla precedente edizione. Vediamo però nel dettaglio che cosa è stato migliorato.

Deliver us the Moon PS5
  • Deliver us the Moon PS5

L’ambientazione

deliver us the moon next gen start

Le visuali sono ovviamente migliorate grazie a una nuova generazione di hardware grafico. E, molto probabilmente, anche grazie alla nuova versione del game engine Unreal che è stata utilizzata. Le luci sono diventate più morbide ma hanno un contrasto più realistico, rendendo le scene immediatamente più coinvolgenti. Inoltre, grazie alla tecnica del raytracing, le parti metalliche riflettono l’ambiente circostante, amplificando ancora di più il risultato finale.

Altro elemento che abbiamo visto migliorare, anche se non in maniera strabiliante, è il terreno lunare. Il pattern del terreno è diventato più realistico e, visto che per buona parte del gioco rappresenta l’unico scenario disponibile, la cosa non ci è dispiaciuta.

Il movimento

deliver us the moon next gen floating

Il movimento del gioco avviene in tre modalità. Con gravità, a gravità ridotta, e senza gravità, Ognuna di queste modalità è unica. Unica nel senso che la fisica risponde in maniera nettamente diversa caso per caso. Abbiamo trovato di particolarmente interessante il movimento in assenza di gravità. L’assenza di gravità è in grado di dare uno spessore in più al gioco. Infatti, essere girati al contrario cambia completamente la prospettiva del livello e il modo con cui ci si approccia ai puzzle.

Rispetto alle versioni precedenti abbiamo trovato la fisica del movimento essere più fluida e controllabile. Non ci è mai capitato di sentirci impediti o impacciati nei movimenti. Inoltre, alcuni movimenti sono stati accelerati quel tanto che basta per rendere tutto quanto più armonico. Ad esempio, la rotazione su se stessi in assenza di gravità.

I controlli

deliver us the moon next gen mirror

I controlli, semplicemente, rispondo meglio delle versioni precedenti a cui abbiamo giocato. Si riescono a fare dei movimenti ragionevolmente precisi e la risposta è abbastanza buona. Purtroppo, si paga ancora un po’ lo scotto che questo gioco nasca pensato per PC. Per cui, ci sono dei momenti in cui percepisce che una certa sequenza di movimenti sarebbe più semplice con mouse e tastiera. Questo fenomeno, però, si sente in maniera ridotta rispetto alle precedenti edizioni. L’unico punto dove abbiamo dovuto stringere un po’ i denti è stato durante la fase del lancio. Non facciamo spoiler, ma quando sarete in cabina di pilotaggio capirete.

Che cosa poteva essere migliorato ulteriormente

Nella versione che abbiamo potuto provare, per PlayStation 5, non abbiamo avuto un granché di feedback aptico. Siamo stati soggetti ad esplosioni e cadute, inoltre abbiamo spostato pesi ingombranti; tuttavia, il gamepad non ha voluto darci soddisfazioni. È un vero peccato, perché poteva essere un’ottima occasione per fare un passo in più. Capiamo comunque la difficoltà dei designer nel dover rivedere la struttura del livello e confidiamo che potrebbe ancora essere inserito con un aggiornamento software,

La recensione di Deliver Us the Moon next-gen in sitesi

Deliver Us the Moon rimane uno dei giochi indipendenti più interessanti sviluppati negli ultimi anni. Il salto verso la next-gen con PlayStation 5 e Xbox X/S lo rende ancora più interessante perché riesce a sfruttare nuove funzionalità avanzate. Un gioco che per noi è stato bello rigiocare e che ci sentiamo di consigliare a tutti, indipendentemente dalla piattaforma dove lo giocherete. In questa ultima edizione ci sono state, a nostro parere, delle occasioni mancate per renderlo ancora più brillante, ma che comunque non vanno a danneggiare la qualità del gioco.

PRO

  • Upgrade gratuito
  • Ambientazione migliorata
  • Controlli e movimento migliorati

CONTRO

  • È lo stesso gioco delle scorse edizioni
  • Si poteva migliorare il feedback aptico
  • Ci sono ancora momenti in cui si capisce che è un gioco pensato per PC

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Dario Maggiorini

Un boomer con la passione dei videogiochi fin dai tempi di rogue e nethack. Alla fine sono riuscito a farne un lavoro sospeso tra Techprincess e l'accademia. Ho speso gran parte della mia vita a giocare, il resto l'ho sprecato.

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