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La bufala della settimana: il manifesto Svizzero e il riscaldamento

Ecco una fake news sulla crisi energetica

Una delle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina è rappresentata dalle sanzioni a Mosca. Arrivate non solo da Stati Uniti e Unione Europea, ma anche da un numero sempre crescente di aziende, specie del comparto tech. Che hanno lasciato Putin senza prodotti e servizi.

Putin il quale continua a minacciare di tagliare le esportazioni di gas. Nel frattempo, noi tutti ci siamo accorti del rincaro delle bollette. Al punto che la Commissione Europea starebbe pensando a un piano di riduzione dei consumi di elettricità di circa il 10% nelle ore di picco, per 3-4 ore al giorno, da applicare a tutti i Paesi membri.

Insomma: è diffusa la paura che nel prossimo inverno si dovrà fare estrema attenzione ai consumi, limitando ad esempio il riscaldamento delle nostre abitazioni.

Figurarsi, aggiungiamo, se un tema così dibattuto e così foriero di ansie (spesso eccessive e incontrollate) avrebbe potuto non essere terreno fertile per le fake news.

Fake news 1

Il manifesto svizzero che invita a denunciare chi esagera col riscaldamento

Se un provvedimento dal sapore marziale avrebbe dovuto esserci, era facile immaginare che sarebbe partito dalla puntualissima Svizzera (giusto per aggiungere alla bufala un luogo comune).

E infatti pare che nel territorio elvetico stia girando un curioso manifesto. Di certo, il manifesto sta circolando sui social dalla giornata di sabato 10 settembre. Nella, chiamiamola così, pubblicità progresso, si vede un’avvenente giovane che sta telefonando. Al proprio partner? Magari.

La didascalia chiarisce tutto: ai cittadini svizzeri sarebbe chiesto di denunciare i vicini di casa che esagerano col riscaldamento, portando la temperatura sopra i 19 gradi centigradi. Quindi, aggiungiamo noi, “esagerano” per modo di dire.

E attenzione: a tutti i delatori verrà dato un premio di 200 franchi svizzeri, pari a circa 207 euro.

E, come se la notizia non fosse già abbastanza orwelliana, i commenti di chi la condivide sui social non sono certo dei più sobri. Alcuni, per esempio, affermano esplicitamente che “Il nazismo è di nuovo qui”.

La bufala della denuncia di chi abusa del riscaldamento

È vero, il nazismo sarebbe di nuovo qui, se solo il manifesto in questione fosse autentico.

Ci ritroviamo a fare il nostro solito ragionamento: con quale ingenuità lo si può credere vero? Come si può pensare che un Paese come la Svizzera produca manifesti degni del più brutale regime autoritario? E più banalmente: in che modo un cittadino potrebbe penetrare in casa altrui, accertarsi della temperatura al suo interno e dimostrare, denunciandolo, l’eventuale superamento dei fatidici 19 gradi? E quale punizione (non vogliamo saperlo) verrebbe inflitta ai trasgressori?

Dalla verità alla bufala

Oltre che per la consueta logica un po’ perversa, nemmeno dal punto di vista tecnico la bufala brilla per originalità. È stata infatti presa un’immagine online, reperibile sul motore di ricerca russo Yandex (tenete a mente questo particolare non trascurabile).

Inoltre, nel finto manifesto campeggia il vero numero del DATEC (Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni). Particolare, peraltro, che avrebbe potuto ingannare i più creduloni, ammantando di veridicità il falso appello.

La propaganda russa

Torniamo al motore di ricerca russo. Sì, perché la fake news è stata creata proprio dai sostenitori dell’invasione russa dell’Ucraina, tra i quali il giornalista Vladimir Solovyev, vicino a Putin. Che non a caso all’inizio di settembre ha postato il manifesto su Telegram, nel suo canale seguito da un milione di follower.

Lo stesso Solovyev il 10 settembre ha rilanciato un post dove si può leggere: “Spionaggio del 21° secolo: le autorità svizzere offrono una ricompensa a coloro che segnaleranno il proprio vicino che scalda troppo la sua abitazione.

Niente da fare, la Russia è un’anima generosa: è pronta ad accogliere e a fornire il calore della Siberia o vicino a Magadan a coloro che verranno arrestati.

Lasciateli che producano energia rinnovabile.”

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Di bufala in bufala

Come dicevamo, l’argomento crisi energetica è troppo sentito e discusso (sovente a sproposito) per non ingenerare teorie di fake news.

Oltre a quella della denuncia per eccesso di riscaldamento, ne sta circolando un’altra, se vogliamo di segno opposto ma di argomento analogo.

Sempre dall’inizio di settembre gira sui social una fantomatica della biblioteca di Dresda. Il cui testo recita: “Cari lettori. Affrontare l’aggressione russa è la nostra causa comune. La letteratura russa non ha posto nella tua libreria. A causa dei previsti tagli al riscaldamento in autunno e inverno, vi chiediamo di donare libri di autori russi da utilizzare per il riscaldamento in biblioteca. In questo modo puoi ancora leggere buoni libri anche se Putin taglia le forniture di gas.

La direzione della biblioteca.”

Il testo si commenta da sé. Non solo è così palesemente falso che nemmeno vale la pena di sbugiardarlo, ma rievoca un’azione – il rogo dei libri – che nessun bibliotecario si sognerebbe mai di promuovere. E non solo per motivi letterari.

La paura tira davvero brutti scherzi.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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