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Niente Diablo Immortal in Cina, almeno per adesso

Diablo Immortal, videogame free-to-play sviluppato e distribuito da Blizzard Entertainment, continua a incappare in reazioni negative, questa volta da parte della Cina. Uno scandalo esploso sul social Weibo avrebbe infatti convinto il co-sviluppatore e distributore cinese del titolo, NetEase, a rimandare con appena tre giorni di preavviso il lancio del prodotto. 

Diablo Immortal scontenta la Cina per colpa di Winnie the Pooh

Stando a quanto riportato da Reuters, non solo NetEase ha sospeso bruscamente l’operazione di lancio, ma il videogioco sarebbe stato colpito da una vera e propria censura di radice governativa, con il canale Weibo del titolo che è stato addirittura privato del diritto di postare nuovi contenuti, una soluzione draconiana che sarebbe condizionata da motivazioni propagandistiche.

Ufficialmente, l’azienda ha giustificato la manovra con il desiderio di introdurre “molteplici aggiustamenti di ottimizzazione”, tuttavia vien difficile credere che il brand abbia deciso di compiere una mossa tanto azzardata nei riguardi di un prodotto che ha peraltro già catalizzato su di sé il disprezzo di buona parte dell’Occidente. Soprattutto perché questo sacrificio si è tradotto in un calo del 10% del valore di NetEase nella borsa di Hong Kong.

Una possibile spiegazione giunge dunque dal Financial Times, il quale suggerisce che il contraccolpo subito da Diablo Immortal in Cina sia direttamente collegato alla sospensione subita su Weibo e che questa sia intimamente legata a un post diventato virale in cui si faceva cenno al Winnie the Pooh partorito dalla mente di A.A. Milne.

Stando alle ricostruzioni della testata statunitense, il contenuto in questione raffigurava una screenshot di gioco riportante il quesito “perché l’orso non si è ancora dimesso”. Considerando il clima politico del luogo, l’orso in questione sarebbe proprio Pooh, personaggio fantastico che viene usato ormai da anni per canzonare il Presidente Xi Jinping, cosa che a sua volta ha portato alla censura di qualsiasi rappresentazione e riferimento al celebre soggetto d’animazione.

A rinforzare questa lettura, va sottolineato anche che i più recenti comunicati stampa di NetEase hanno annunciato il rimando del lancio all’8 luglio, ma che questa calendarizzazione tenga conto del fuso orario di Taiwan, peculiarità che tacitamente riconosce all’isola quello status di nazione che è negato con forza da Beijing. Comprensibilmente, NetEase non ha voluto commentare esplicitamente la situazione, tuttavia tutto dà a intendere che Diablo Immortal stia ormai divenendo anche motivo di scontro politico.

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Source
Financial TimesReuters

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