Il voluminoso abside di una chiesa che diventa di colpo palcoscenico per il più spudorato dei club house, mentre qualcuno recita un sermone, rigorosamente a ritmo di musica. È questo il nuovo immaginario visivo proposto da Dirton, che a cinque anni di distanza da Kenya Che? (2018) ha deciso di vestire i panni ecclesiastici di Rev Orlando per presentarci un nuovo album: New Gospel Sounds, oggetto della nostra recensione odierna.
La recensione di New Gospel Sounds, il nuovo album di Dirton aka Rev Orlando
L’album del producer di Pompei, che dichiara preventivamente le sue ambizioni già nel titolo, è composto da 7 tracce (di cui 2 intermezzi) ed è pubblicato per Spalato Wyale. L’elemento comune è proprio il gospel, che si manifesta con sapienti campionamenti di sermoni che inevitabilmente ci portano con la mente alla tradizione afroamericana di certe chiese del Texas. Una scelta ben precisa, che pervade tutte le tracce, sebbene musicalmente i beat vadano in direzioni contrastanti.
Del resto Blessed Intro si apre addirittura con suoni 8-bit, prima di legarsi senza soluzione di continuità a Powerful Words. È qui che Dirton ci ricorda che, oltre ai campionamenti, ha un altro asso nella manica: le skill da beatmaker. Un sample vocale ci accompagna dall’inizio alla fine, mentre la produzione gioca tra un sermone pronunciato a voce piena e il ritorno di quel loop in 8-bit che ha aperto la prima traccia.
Una volta rotto l’indugio iniziale (e aver settato il mood), è ora di far cominciare la festa. Con What is Faith si balla, e quell’abside (sapevamo che le lezioni di storia dell’arte del liceo sarebbero tornate utili prima o poi) è ora ufficialmente un club di Chicago, mentre un tappeto di synth avvolge l’intero ascolto. E nei club il mixing è tutto, quindi non stupisce che ancora, senza soluzione di continuità, si passi a God’s Message, secondo singolo dell’album e probabilmente il meglio riuscito dei sette brani che compongono New Gospel Sounds.
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Il crescendo dei claps lascia spazio ad un piano elettrico che è letteralmente Eurodisco dei primi 2000. Nel frattempo l’ennesimo sermone ci invita ad alzarci in piedi e ad accogliere la parola (anzi la musica) del Rev Orlando. Pronto ad assolverci da tutti i nostri peccati.
La quarta traccia è Ta Cansado, che è anche il primo singolo del nuovo album di Dirton. La scelta, in effetti, è evidente: Ta Cansado rappresenta il giusto ponte tra le sonorità afro di Kenya Che e l’approccio spirituale di New Gospel Sounds. Il martellante beat a suon di clavi è sempre il protagonista assoluto, impreziosito da un irresistibile campione di un canto popolare religioso afro-brasiliano.
C’è tempo di un altro interludio, dall’approccio decisamente più ambient, prima di salutare la festa con un brano dal titolo che potrebbe riassumere l’intero lavoro: Bounced At Church, ovvero rimbalzato alla chiesa. È il brano più lungo del disco (quasi 5 minuti), che riesce a sintetizzare un po’ tutte le anime dei sei pezzi precedenti. A metà i ritmi diventano incredibilmente sincopati, con un controtempo costante tra il campione vocale e un synth ubriaco come certi clubbers il venerdì sera.
La serata è finita, andate in pace.
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