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Dentro la Canzone: Disperato Erotico Stomp, molto più di una canzone sulla masturbazione

Ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza è partita la mia mano

Pubblicare nel 1977 una canzone con espliciti riferimenti erotici era una vera e propria impresa folle. Farlo palesandolo nel titolo, con un testo che senza mezzi termini esalta l’atto dell’onanismo (aka masturbazione), è un qualcosa di unico. Anzi: un’impresa eccezionale, che poi l’impresa eccezionale, in ultima analisi, è essere normali. E cosa c’è più di normale dell’autoerotismo? Ce lo racconta e ce lo canta Lucio Dalla, che avrebbe festeggiato proprio ieri 80 anni, in una canzone che mette le cose in chiaro fin dall’inizio: Disperato Erotico Stomp.

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Partiamo proprio dal titolo, che basterebbe in sé a riassumere l’intera canzone e anche questo articolo di analisi. Disperato: Lucio Dalla, al termine di una turbolenta relazione sentimentale, ci racconta di un un uomo che vaga per le strade di Bologna, la sua Bologna. Erotico: l’intero brano è permeato dagli ormoni di quest’uomo che, finita quella relazione, sente la natura che chiama. Stomp: una ben precisa caratterizzazione musicale derivante dall’immenso calderone della musica jazz, connotata da un ritmo upbeat e da una melodia cadenzata.

Insomma Dalla non aveva ancora cominciato a cantare e già ci aveva detto tutto. Ma la canzone è spettacolare, e quindi proprio non ci va di fermarci al titolo.

La storia di Disperato Erotico Stomp

Dal punto di vista armonico la canzone è di una semplicità disarmante: solo due accordi, un’intervallo di quinta, che si ripetono dall’inizio alla fine. A fare il brano è tutto il resto: la dinamica, l’arrangiamento, la melodia e soprattutto il testo. Lucio Dalla ci racconta degli incontri di un uomo che, dopo la fine di una relazione, gira per Bologna incontrando i personaggi più assurdi: una puttana (ma non una qualsiasi, una ottimista e di sinistra, non so se hai presente), un turista tedesco che si è perso in centro e soprattutto i pensieri stessi del protagonista, che si perdono e si ritrovano durante la breve passeggiata. Questa si conclude con il ritorno a casa, dove l’uomo decide di masturbarsi sul divano.

Il giro per Bologna potrebbe essere in qualche modo visto come il viaggio dell’eroe, ma senza la drammaticità tipica del genere epico. Il protagonista della canzone è si disperato, ma non esasperato. Vive con una sorta di ironica accettazione la fine della relazione sentimentale e, più che di riconquistare la donna in modo romantico, si preoccupa di dar sfogo i suoi istinti. Una canzone poetica sulla masturbazione. È proprio per questo questo, ma anche per tanto altro, che Lucio Dalla è considerato un genio.

Il significato del testo

Ti hanno visto bere a una fontana
Che non ero io
Ti hanno visto spogliata la mattina
Biricchina biriccò

Con un incipit musicale intimo, Dalla ci regala la falsa impressione che stiamo per ascoltare una canzone triste e sentimentale. Stabilisce subito il tono drammatico, prima che il tutto sfumi al pronunciare della parola “biriccò“. Da quel punto in poi il brano diventa scanzonato e cadenzato, con l’ingresso della chitarra acustica che delinea il ritmo e, dalla strofa successiva, della sezione ritmica. Il testo ci introduce ai pensieri del protagonista, il quale ha saputo del tradimento della sua amata, o forse di una nuova relazione dell’ex fidanzata.

Mentre con me non ti spogliavi
Neanche la notte
Ed eran botte, Dio, che botte
Ti hanno visto alzare la sottana
La sottana fino al pelo, che nero

Poi m’hai detto “Poveretto
Il tuo sesso dallo al gabinetto”
Te ne sei andata via con la tua amica
Quella alta, grande fica

Entrando nei dettagli, l’uomo ci racconta anche dei problemi di intimità della coppia, fino a scoprire che la donna si concede(va) tranquillamente ad altri uomini, prima di lasciarlo solo e andare via con una sua amica (alta e grande fica). È in questa strofa che entra la batteria, come a voler sottolineare lo stato d’animo di crescente rabbia dell’uomo. Tuttavia non è una rabbia distruttiva, anzi, è più un voler mandare tutto e tutti a quel paese.

Tutte e due a far qualcosa di importante
Di unico e di grande
Io sto sempre in casa, esco poco
Penso solo e sto in mutande

Si evidenziano anche le differenze tra i due: lei ambiziosa, con la voglia di vivere la vita, lui sedentario e e abitudinario.

Penso a delusioni, a grandi imprese
A una thailandese
Ma l’impresa eccezionale, dammi retta
È essere normale

Anche lui però pensa a grandi imprese, anche se solo nella sua testa. In fondo l’impresa eccezionale non è riuscire in imprese eccezionali. Regalandoci una delle più profonde e semplici verità di sempre, Lucio Dalla ci ricorda che l’impresa eccezionale è essere normale: accettare sé stessi senza dover necessariamente ambire grandi risultati per mostrare agli altri quel che non si è.

Quindi, normalmente
Sono uscito dopo una settimana
Non era tanto freddo, e normalmente
Ho incontrato una puttana
A parte i capelli, il vestito
La pelliccia e lo stivale
Aveva dei problemi anche seri
E non ragionava male
Non so se hai presente
Una puttana ottimista e di sinistra
Non abbiamo fatto niente
Ma son rimasto solo
Solo come un deficiente

Ricollegandosi al concetto di “normalità” della strofa precedente, l’uomo ci informa che dopo una settimana dall’abbandono di lei decide di uscire e girovagare per la città. Qui incontra una prostituta con evidenti problemi, non solo di carattere estetico, che tuttavia “non ragionava male”. Ce la descrive come una tipica “puttana ottimista e di sinistra”, con la quale comunque non consuma alcun rapporto. Ce lo immaginiamo, dopo la fine della sua relazione, a chiacchierare dei massimi sistemi con una prostituta ottimista, in contrasto con lo stato d’animo deluso dell’uomo, che però è più interessato al di lei pensiero che ai suoi servizi a pagamento.

Girando ancora un poco ho incontrato
Uno che si era perduto
Gli ho detto che nel centro di Bologna
Non si perde neanche un bambino
Mi guarda con la faccia un po’ stravolta
E mi dice “Sono di Berlino”

Nel suo girovagare da solo il protagonista incontra un altro personaggio bizzarro: un uomo che si è perso nel centro di Bologna. La condizione espressa da Dalla è alquanto interessante: se si passeggia da soli per la città, con un certo stato d’animo, si notano i personaggi più assurdi. In questo caso un turista tedesco, che si è perso nel centro di una città nella quale non si perderebbe neanche un bambino. Quest’uomo, ci spiega, è di Berlino. Un dettaglio irrilevante, sulla quale però Dalla costruisce la surreale strofa successiva.

Berlino, ci son stato con Bonetti
Era un po’ triste e molto grande
Però mi sono rotto
Torno a casa e mi rimetterò in mutande

Chi è Bonetti? E perchè l’uomo ci dice che è stato a Berlino con lui? Non ha importanza, sono solo i suoi pensieri che vagano per la città con lui. Siamo nella sua testa, e chi sia questo Bonetti non ci è dato saperlo.

In realtà, volendo uscire fuori dal racconto della canzone, Bonetti è un personaggio giù noto ai fan di Lucio Dalla, che compariva in un brano chiamato proprio Cos’è Bonetti?, uscito nel 1968. Si ritiene che Bonetti in questione sia l’avvocato Paolo Bonetti, con il quale il cantautore era solito viaggiare. Ad ogni modo poco importa, perchè nonostante gli incontri surreali il protagonista ha già deciso di tornare a casa e tornare alla sua sedentarietà.

Prima di salir le scale mi son fermato
A guardare una stella
Sono molto preoccupato
Il silenzio m’ingrossava la cappella

L’incredibile e ossimorico binomio poesia/masturbazione trova in questa strofa la sua massima espressione: il lato romantico dell’uomo esce fuori nel guardare una stella (e anche la canzone su questo passaggio sembra ritornare all’arrangiamento intimista dell’intro). Tuttavia, subito dopo, si ritorna al ritmo scanzonato. Dopotutto “il silenzio ingrossa la cappella”.

Ho fatto le mie scale tre alla volta
Mi son steso sul divano
Ho chiuso un poco gli occhi
E con dolcezza è partita la mia mano

Le grandi strofe non vanno spiegate, e questa è una grandissima strofa.

Le versioni live e gli omaggi

Disperato Erotico Stomp compare come quinto brano dell’album Com’è Profondo il Mare, pubblicato nel 1977. Da quell’anno in poi la canzone è diventata uno dei punti cardine delle scalette dal vivo di Lucio Dalla.

Gigi Proietti ha interpretato il testo canzone, trasponendola in chiave teatrale.

Due anni dopo l’uscita del disco, nel 1979, Lucio Dalla e Francesco De Gregori decisero di realizzare uno storico tour insieme. I concerti diventeranno un album dal vivo chiamato Banana Republic. Nel 2009, a 30 anni di distanza, i due cantautori annunciano un nuovo album (chiamato Work in Progress), seguito da un successivo tour, insieme. Il disco esce nel 2010, mentre il tour prosegue fino al maggio 2011. In scaletta, ovviamente, anche una nuova irresistibile versione di Disperato Erotico Stomp, nella quale i due cantanti giocano a interpretare i vari personaggi del testo.

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Lucio Dalla muore l’anno seguente, il 1° marzo 2012, dopo un concerto tenuto in Svizzera. Solo tre giorni dopo, il 4 marzo, avrebbe computo 69 anni.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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