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SpazioTech

Elon Musk vuole prendersi la NASA (e portarla su Marte)

“Elon Musk non voleva solo partecipare all’esplorazione spaziale, voleva avere il potere di farla fallire” (Jep ‘Trump’ Gamberdella, forse)

Incaricato da Donald Trump in persona di ridisegnare le strategie della NASA, Elon Musk potrebbe ora ricoprire un nuovo ruolo chiave nell’esplorazione spaziale americana, spostando risorse e priorità dalla Luna a Marte.

Come Elon Musk sta cambiando la NASA (e le sue priorità)

Antefattoi

Prima di parlare del presente, vale la pena fare un breve riassunto di quanto accaduto, così da mettere in ordine tutti i tasselli. Dopo mesi di pressioni politiche e un investimento di oltre 250 milioni di dollari nella vittoriosa campagna presidenziale di Trump, Musk ha sostenuto la nomina di Jared Isaacman, imprenditore ed ex astronauta privato, a capo della NASA. Isaacman ha un legame stretto con SpaceX e condivide la visione di Musk sull’importanza di colonizzare Marte. Subito dopo l’insediamento, l’amministrazione Trump ha avviato una revisione interna dell’agenzia spaziale per riallineare obiettivi e finanziamenti.

Insomma: Elon Musk ha così ottenuto influenza diretta sui budget federali e sulle scelte strategiche. Attraverso il nuovo Department of Government Efficiency (il cui acronimo è DOGE, tutto vero), ha supervisionato tagli e riorganizzazioni in più agenzie, incluse quelle che hanno indagato sulle sue aziende, come la Federal Trade Commission e l’Agenzia per la Protezione Ambientale. Tuttavia, è proprio la NASA a subire le trasformazioni più radicali.

La NASA Elonmuskizzata

Una delle discussioni più accese in ambito aerospaziale riguarda il futuro del razzo SLS (Space Launch System), il nuovo vettore costruito da Boeing per (ri)portare astronauti sulla Luna per il programma Artemis. L’amministrazione Trump sta ora valutando la sua cancellazione, una scelta che libererebbe miliardi di dollari per i progetti su Marte, ma che scontrerebbe con il Congresso e i sostenitori di Artemis.

Nel frattempo SpaceX ha già iniziato a riorientare il proprio lavoro: la presidente Gwynne Shotwell ha dichiarato che l’azienda sta dando priorità ai progetti marziani rispetto alle missioni lunari. Alcuni dirigenti della compagnia sono passati alla NASA per monitorare le decisioni strategiche e garantire che la transizione avvenga senza intoppi. Pleonastico sottolineare il gigantorme conflitto d’interessi, dato che SpaceX è di proprietà proprio di Elon Musk.

Il risultato? Il programma Artemis, che prevede un ritorno sulla Luna prima di puntare a Marte, è ora sotto esame. Musk ha più volte criticato l’iniziativa definendola un “dispendio di risorse” e proponendo che SpaceX rinunci ai suoi contratti lunari da 4 miliardi di dollari per dirottare quei fondi su Marte. Tuttavia, eliminare Artemis significherebbe smantellare anni di ricerca e infrastrutture già pronte.

Alcuni esperti temono che l’abbandono del programma possa ritardare l’esplorazione spaziale statunitense e dare un vantaggio alla Cina, che sta investendo per portare i suoi astronauti sulla Luna. Intanto il Congresso ha già proposto leggi per proteggere Artemis e garantire la continuità dei finanziamenti.

Il rischio politico, tecnologico e di sicurezza dei piani di Elon Musk per la NASA

Accelerare i piani per Marte comporta sfide enormi. Il viaggio richiede due o tre anni per un viaggio di andata e ritorno, rispetto alla settimana necessaria per raggiungere la Luna. SpaceX deve quindi dimostrare che il suo razzo Starship può operare in sicurezza per periodi così lunghi. Finora, otto lanci di Starship hanno mostrato progressi, ma anche due esplosioni.

Anche la regolamentazione è un ostacolo. La Federal Aviation Administration (FAA) deve autorizzare ogni lancio, ma Elon Musk accusa l’agenzia di frenare l’innovazione, chiedendo regole più snelle. Per farlo ha persino influenzato le nomine di alcuni funzionari per semplificare i processi di approvazione. In particolare il Wall Street Journal – in un’inchiesta molto interessante a approfondita – scrive che “[Elon Musk] ha fatto in modo che i dipendenti del DOGE esaminassero le operazioni e il personale delle agenzie che hanno indagato sulle società di Musk, tra cui la Federal Trade Commission e l’Environmental Protection Agency.”

Nel frattempo Musk ha sempre dichiarato che SpaceX esiste per rendere l’umanità una specie multi-planetaria. “Saremo in grado di portare astronauti su Marte” ha detto in un’intervista a Fox News. “E, alla fine, costruire una civiltà autosufficiente”. Su X ha poi aggiunto: “Riusciremo a rendere Marte autosufficiente prima che la civiltà perda la capacità di farlo? Questa è la domanda cruciale”.

Intanto Donald Trump ha chiesto a Musk di lanciare una missione su Marte entro il suo secondo mandato e ha sottolineato il tema nel discorso inaugurale: “Metteremo la bandiera americana su Marte”. La Casa Bianca ha difeso la collaborazione con Musk, sostenendo che le priorità spaziali statunitensi sono più ambiziose che mai. E allora poco importano le regole di sicurezza, i conflitti d’interesse e i programmi di ricerca per Artemis.

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Source
WSJ

Autore

  • Marco Brunasso

    Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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