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Energia solare dallo spazio alla Terra, l’esperimento del Giappone

Trasmissione tramite microonde dai pannelli spaziali

Un gruppo di ricerca giapponese, composto da enti governativi, universitari e industriali, ha annunciato di voler iniziare una fase di test nel 2025 per una tecnologia che permette di inviare sulla Terra l’energia solare catturata nello spazio.

Energia solare, dallo spazio alla Terra con le microonde

L’idea di base sta in una tecnologia chiamata Space Solar Power System (SSPS), proposta nel 1968 dallo scienziato americano Peter Glaser. Consiste nel posizionare nello spazio dei grandi pannelli solari e un’antenna di grandi dimensioni per trasmettere l’energia raccolta a un’antenna ricevente sulla Terra sotto forma di microonde. L’antenna ricevente, chiamata rectenna, aveva il compito di trasformare le microonde in elettricità da usare come fonte energetica.

Da allora, diversi progetti di SSPS sono stati studiati dalla ricerca americana, europea e giappones. E con la guida dell’Istituto di Scienze Spaziali e Astronautiche, negli anni hanno presentato diverse soluzioni concettuali e ha effettuato test in verticale da 50 metri nel 2018. Nel 2023, tuttavia, vuole trasmettere davvero l’energia dall’orbita al suolo.

Secondo quanto riporta Nikkei Asia, l’obiettivo sarebbe quello di produrre un gigawatt di energia. Che tuttavia richiederebbe pannelli di due chilometri di lato, qualcosa che costerebbe sette miliardi di dollari. Ma l’esperimento del 2025 potrebbe farci capire se la tecnologia è pronta per un investimento simile.

La ricerca sugli SSPS (Shared Socioeconomic Pathways) continua in tutto il mondo. Per esempio:

  • La Cina vuole dimostrare la trasmissione di energia senza fili a terra nel 2028, con un impianto di prova già pronto.
  • Il Regno Unito e l’Arabia Saudita collaborano per portare energia dallo spazio alla futura città di Neom, prevista per il 2025 nella provincia saudita di Tabuk.
  • Gli Stati Uniti hanno lanciato il 10 maggio il satellite Space Solar Power Demonstrator del Caltech.
  • L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha il progetto Solaris, che usa il sistema SBSP (Spaced-Based Solar Power) per raccogliere l’energia solare da almeno 25 satelliti.

In altre parole, la ricerca continua. Ma al momento resta da capire quanto sia praticabile – e se e quando diventerà economicamente conveniente.

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Via
DDay
Source
Nikkei Asia

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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