Ancora una nuova (e stravagante) vicenda nella battaglia legale Epic vs Apple. Qualche giorno fa la società di Cupertino ha portato in tribunale la questione della “banana nuda” Peely per accusare Fortnite di mostrare contenuti pornografici ai giocatori. Ma in queste ultime ore si è ritrovata a subire un attacco diretto. Il consulente legale di Epic Games, infatti, ha messo alle strette Loren Hitt, l’esperto presentato da Apple per dimostrare che essere bloccati dall’App Store non è un ostacolo poi così grande per gli sviluppatori.
Come sapete, Epic ha deciso di portare in tribunale Apple per dimostrare esattamente il contrario. Ma Hitt ha esaminato attentamente quanto fosse facile per gli utenti acquistare contenuti per giochi iOS anche al di fuori dell’App Store. Stando alla testimonianza dell’esperto, 8 dei 25 giochi con il miglior fatturato presenti nello store consentirebbero ai clienti di aggirare il sistema degli acquisti in-App di Apple. Ma il legale di Epic ha contestato l’affermazione di Loren Hitt. E lo ha fatto mostrando in tribunale come funziona l’esperienza di gioco di Candy Crush.
Epic vs Apple: il legale della società di Fortnite porta in tribunale Candy Crush
La battaglia legale tra Epic Games ed Apple è assolutamente ricca di colpi di scena. Per dimostrare che gli sviluppatori bloccati dall’App Store si trovano ad affrontare non pochi problemi, l’avvocato di Epic Yonatan Even ha messo allo strette il Professor Loren Hitt, esperto chiamato a difendere Apple. Hitt è l’autore, insieme al suo team, di un elenco di giochi disponibili sia su PC su mobile presentato in tribunale. In questo modo, l’esperto ha cercato di dimostrare che gli utenti possono acquistare contenuti extra anche se questi non sono presenti nell’App Store. Per testarne la validità, l’avvocato di Epic ha cercato di acquistare alcuni oggetti di Candy Crush collegandosi al sito King.com, ma quello che ha ottenuto è stato soltanto un rimando ad altre piattaforme, come l’App o il Google Store.
Per verificare che non si trattasse di una casualità, il legale si è collegato al sito web di un altro dei giochi dell’elenco di Hitt, Clash Royale. Qui ha trovato un avviso dello sviluppatore Supercell, che recita: “Non memorizziamo alcuna informazione sulla carta di credito relativa agli acquisti in-game dato che le transazioni di vengono completate tramite l’App Store di Apple o Google Play (a seconda del dispositivo)“. A quanto pare, non sarebbe possibile acquistare contenuti extra da PC per quasi nessuno dei giochi elencati da Hitt. Eppure l’esperto ha sostenuto fermamente questa tesi in passato. Anzi, più volte ha sottolineato che il suo team di ricerca ha eseguito analisi accurate al riguardo.
Ma l’avvocato di Epic non “se la beve”. E incalza il Professore in un interrogatorio che ricalca alla perfezione quelli visti in Suits. “Eppure crede che il suo team sia riuscito ad accedere a un sito web e acquistare denaro legittimo di Clash Royale e tornare all’App? Questa è la sua testimonianza?“. Così l’avvocato attacca Loren Hitt, cercando di farlo crollare in tribunale. E poi aggiunge che il tipico utente di Clash Royale non ha certo un team di ricerca dalla sua. È evidente quindi che per un giocatore medio sia impossibile acquistare contenuti al di fuori dell’App Store. Anzi, tre App permetterebbero di acquistare contenuti sul Web per poi riportarli nell’applicazione: PlayerUnknown’s Battlegrounds, Roblox e Fortnite.
Questo dipende dal fatto che soltanto gli sviluppatori molto grandi possono permettersi di supportare una soluzione tanto onerosa. Ma per tutti i giochi in elenco, nulla da fare. Anche se Loren Hitt ha più volte sostenuto che il suo team di ricerca sia riuscito in qualche modo ad accedere ai giochi da browser. Quale sia stato il modo, però, non è stato spiegato. E così nella battaglia Epic vs Apple, ecco che la società di Fortnite si ritrova a dare una sportellata non indifferente alla compagnia di Cupertino. Anzi, lasciateci pure dire che Apple ha fatto uno scivolone. E forse proprio sulla banana che aveva portato in tribunale qualche giorno fa.
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