Si chiama Leonardo, è italiano, e attualmente è al quarto posto nella classifica mondiale dei supercomputer più potenti. In Europa è al secondo posto. Il calcolatore è stato realizzato da Atos e si basa sulla tecnologia proprietaria BullSequana XH2000.
Leonardo, il cui nome è un omaggio all’artista simbolo del Rinascimento italiano, è stato consegnato al Tecnopolo di Bologna. Sarà da lì che aiuterà l’Unione Europea in diversi ambiti, dalla ricerca alla difesa. Sarà inoltre adoperato in situazioni estreme, come la lotta contro pandemie ed epidemie.
Giuseppe Di Franco, Chairman & Chief Executive Officer ed Executive Vice President di Atos Group ha dichiarato:
“Riconoscimenti prestigiosi come questo ci riempiono di orgoglio, perché testimoniano la qualità del lavoro svolto da tutte le persone coinvolte nel progetto. Il lavoro di squadra messo in campo per la realizzazione di Leonardo, che ha visto un’ampia sinergia di attori, dai team di Atos, di Cineca e di EuroHPC, vede restituire subito i suoi frutti e rappresenterà un forte volàno di sviluppo. Leonardo sarà un abilitatore centrale nel futuro tecnologico italiano ed europeo, un’infrastruttura strategica che permetterà alla ricerca, all’innovazione, ai settori chiave della nostra economia di generare nuovo valore e opportunità di lungo termine”.
Come funziona il supercomputer EuroHPC Leonardo
Leonardo predispone di una potenza di calcolo di 250 petaFlops, per un totale di 250 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo. Per avere un’idea: è 10 volte di più del precedente sistema Cineca, con una capacità di archiviazione di oltre 100 petabyte.
Il sistema è costruito sui nodi del supercomputer BullSequana XH2000 di Atos, raffreddati direttamente a liquido (DLC), ciascuno con quattro GPU NVIDIA Tensor Core A100 e una singola CPU Intel Xeon Scalable processor di terza generazione. Il sistema si affida anche a Micron Technology e ai suoi moduli di memoria DRAM DDR5 all’avanguardia per le CPU, per consentire di soddisfare le esigenze di banda passante e di prestazioni del sistema.
Il supercomputer utilizzerà la connettività NVIDIA Mellanox HDR 200Gb/s InfiniBand, con motori intelligenti di accelerazione del calcolo in rete. Questi garantiscono una latenza minima e un elevato rendimento dei dati. In questo modo si ottengono le massime prestazioni e la scalabilità delle applicazioni di Intelligenza Artificiale e High Performance Computing.
Il sistema è dotato di circa 3.500 processori Intel Xeon e di 14.000 GPU dell’architettura Ampere di NVIDIA, con prestazioni di 10 ExaFLOPs in precisione ridotta, tipiche delle applicazioni di Intelligenza Artificiale. La partizione data-centrica è basata su BullSequana X2140 three-node CPU Blade ed è dotata di due CPU Intel Xeon Scalable di quarta generazione (precedentemente denominate in codice Sapphire Rapids), ciascuna con 56 core, che saranno installate all’inizio del 2023.
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