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Facebook pubblica la ricerca sulla salute mentale degli adolescenti

Pubblicata ufficialmente la ricerca sugli impatti di Instagram sulla salute mentale degli adolescenti

Dopo che il Wall Street Journal ha rivelato in anteprima alcuni dei dati della ricerca di Facebook sull’impatto di Instagram sulla salute mentale degli adolescenti, ora la piattaforma torna a dire la sua. E lo fa pubblicando la ricerca che tanto ha fatto parlare di sè in queste settimane. D’altronde, il WSJ ha accusato la società di sapere che i social media hanno un effetto negativo sui più giovani. E l’App di Facebook si è limitata a rispondere affermando che “semplicemente non è accurato dire che questa ricerca dimostra che Instagram è ‘tossico’ per le ragazze adolescenti“. Per vederci più chiaro, a questo punto, andiamo a vedere da vicino i risultati dello studio.

Facebook: App pubblica la ricerca sull’impatto di Instagram sulla salute mentale degli adolescenti

Dopo tanto rumore, finalmenre Facebook pubblica la ricerca sull’impatto di Instagram sulla salute mentale degli adolescenti. In particolare, si tratta di due documenti distinti, che riguardano rispettivamente la ricerca sulla percezione del proprio corpo da parte delle adolescenti e sul confronto sociale basato sull’aspetto fisico. Quasi un centinaio di slide in cui Facebook ha aggiunto notazioni che chiariscono il contesto in cui è stato condotto lo studio. D’altronde, come ha riferito la società, “i documenti sono stati creati per ed essere utilizzati da persone che hanno compreso i limiti della ricerca“. Eppure, queste annotazioni risultano poco convincenti.

Prendiamo per esempio la slide dal titolo “L’immagine perfetta, sentirsi attraenti e avere abbastanza soldi, è più probabile che abbia avuto inizio su Instagram”. Qui Facebook afferma che la stima riportata “non dovrebbe essere utilizzata come valutazione dell’esperienza media tra gli utenti adolescenti“. E aggiunge che “solo l’1% circa (o 16 intervistati) dell’intero gruppo di adolescenti che hanno partecipato al sondaggio – non il 6% in negli Stati Uniti e il 13% nel Regno Unito, come mostrato in questa diapositiva – ha detto di avere pensieri suicidi scaturiti da Instagram”. Una precisazione molto strana, dato che nel grafico compaiono percentuali del tutto diverse.

Credits: Facebook

In poche parole, i dati raccolti dall’App di Facebook sarebbero troppo scarsi per poter elaborare una stima media dell’esperienza degli adolescenti su Instagram. Ma questa non è la sola annotazione che ci lascia perplessi. Ne abbiamo trovata un’altra nella slide “Un adolescente su cinque afferma che Instagram li fa sentire peggio con se stessi, soprattutto le ragazze del Regno Unito“. Anche qui Facebook denota che “questa ricerca non aveva lo scopo di valutare le argomentazioni tra Instagram e la salute o il benessere“. Un’annotazione che ci lascia alquanto perplessi. D’altronde, a noi sembrava chiaro che l’obiettivo della società fosse proprio quello di indagare il nesso tra social e salute mentale degli utenti.

Credits: Facebook

Al di là di questo, Facebook afferma che gli utenti che hanno dichiarato che Instagram li ha fatti sentire meglio – o allo stesso modo – siano una percentuale maggiore di quelli che si sono sentiti peggio utilizzando il social. E i dati condivisi confermano questa dichiarazione. Insomma, sembra quasi che questi documenti vogliano sollevare Instagram e Facebook dalle responsabilità che hanno nei confronti degli adolescenti. Non a caso, una slide afferma che “Gli adolescenti con problemi mentali affermano che Instagram peggiora le cose“. Quasi che la responsabilità fosse degli adolescenti e non delle piattaforme.

A tal proposito, l’annotazione di Facebook riporta che “gli adolescenti che non sono soddisfatti possono avere maggiori probabilità di credere che IG ha un effetto negativo“. E altrove specifica che “gli adolescenti che hanno una minore soddisfazione della vita hanno maggiori probabilità di dire che Instagram peggiora la loro salute mentale o il modo in cui si sentono con se stessi rispetto agli adolescenti che sono soddisfatti della propria vita“. Ed è chiaro che la società lo faccia per definire con chiarezza il contesto della sua ricerca. Ma il risultato è quello di non prendersi le responsabilità riconosciutegli dal Wall Street Journal.

Facebook e adolescenti: un binomio possibile?

Nonostante la trasparenza di Facebook sia ammirevole, è difficile che la pubblicazione della ricerca riesca a placare gli animi pù critici. Soprattutto se si tratta di coloro che al Congresso non hanno mai sostenuto la piattaforma. Non a caso, negli ultimi giorni alcuni legislatori democratici hanno invitato la compagnia ad abbandonare il progetto di Instagram Kids. In questo momento, quindi, Facebook si trova in una situazione molto delicata. Gli utenti più giovani, infatti, non sono solo il suo pubblico più ampio. Ma rappresentano anche la fascia di popolazione che la società si batte con altre piattaforme come TikTok.

Non a caso, un documento condiviso dal Wall Street Journal rivela che l’App di Facebook fatica a coinvolgere gli adolescenti. In una slide che la società non ha condiviso pubblicamente, ad esempio, si discute sul fatto che gli appuntamenti di gioco possano essere utilizzati “come leva di crescita per Messenger Kids“. A tal proposito, Facebook ha affermato che “era un modo insensibile di porre una domanda seria e non riflette il nostro approccio alla creazione dell’App“. Eppure il semplice fatto che questa affermazione compaia in un documento che la società ha scelto di non rivelare lascia perplessi. Come tutto il resto, d’altronde.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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