Tra il 17 e il 19 giugno a Milano, diviso in diverse location, si è tenuto Il Festival del Ciclo Mestruale. Si tratta del primo evento realizzato in Italia dedicato a questa tematica, affrontato da tanti diversi punti di vista. Un’occasione per riflettere su un tema stratificato e importante per tutta la società, che troppo spesso viene passato in secondo piano.
Il Festival del Ciclo Mestruale, al di là delle sterili polemiche
Nei giorni successivi all’annuncio di questo evento, c’è stato molto rumore intorno al progetto, discusso in diversi spazi, non solo locali. Voci diverse si sono espresse sull’opportunità di un’iniziativa di questo tipo, spesso con toni provocatori, per non dire altro. L’idea sostenuta da alcune parti era che un Festival dedicato al Ciclo Mestruale fosse una bizzarria futile, con un sottofondo di “O tempora o mores“.
La verità però è che è importante poter dedicare l’attenzione a temi come questo, che sono molto più complessi di quanto possa sembrare a uno sguardo (volutamente o inconsciamente) disattento. Perché in un dibattito sulle mestruazioni rientrano tanti argomenti differenti, che vanno dalla parità di genere alla transfobia, fino alla disuguaglianza economica, il razzismo e la guerra, in senso sia generale che specifico.
Per comprenderlo basta dare un’occhiata al programma di questa manifestazione milanese. Tre giorni fitti di incontri, realizzati coinvolgendo personalità di ogni estrazione sociale, che portassero sul palco la propria esperienza. In questo modo si è offerto un luogo da cui aprirsi al dibattito, per approfondire il tema delle mestruazioni da prospettive differenti.
E quello che emerge è quanto ancora, nel 2022, nonostante l’attenzione sempre maggiore (ma ancora lontana da essere sufficiente) su tematiche femministe e di uguaglianza, parlare di ciclo è un tabù. Questo nonostante sia un argomento che tocca o quantomeno ha toccato quasi quattro miliardi di persone sul pianeta. Che poi, neanche questo è vero.
Le mestruazioni sono un argomento che riguarda tuttə
In uno degli incontri che abbiamo seguito, la formatrice e attivista transfemminista intersezionale Irene Facheris (alias cimdrp sul web) ha spiegato come dovremmo adottare una prospettiva per cui “se qualcosa colpisce un altro essere umano, colpisce anche me“. E per quanto questo sia profondamente vero, non è solo in quest’ottica che il ciclo mestruale diventa una questione che non riguarda solamente le donne.
Ci sono innumerevoli modi in cui anche gli uomini sono coinvolti in questo discorso, anche quando non vivono le mestruazioni in prima persona. Si pensi ad esempio alla cosiddetta tampon tax, l’ingiusta imposta sui beni di lusso applicata agli assorbenti e altri prodotti con simili funzioni. Il suo impatto economico sul bilancio familiare è evidentemente percepito anche dagli uomini.
Oppure, si pensi alla questione genitoriale. Un padre che si trovi ad affrontare il cosiddetto menarca (la prima mestruazione) di una figlia non può farsi trovare impreparato. Non è giusto, per mille motivi differenti, che questa sia una questione relegata solo alle donne.
Senza dimenticare poi la questione di tutte le persone transgender, uomini e persone non binarie, che hanno il ciclo. Un tema che a Il Festival del Ciclo Mestruale è stato ampiamente raccontato da Elia Bonci, in alcuni incontri fra cui una reading appropriatamente intitolata “Anche gli uomini sgocciolano“. Perché quello delle mestruazioni maschili è un tabù nel tabù, che è tempo di portare alla luce.
Ben venga Il Festival del Ciclo Mestruale
In generale, è fondamentale smontare quel blocco, quell’idea che le mestruazioni siano qualcosa di schifoso, di cui non parlare e da nascondere il più possibile. Una linea di pensiero che porta a assurde convinzioni e superstizioni, ancora radicate, così come usanze discriminatorie a più livelli.
Gettare sotto il tappeto questo argomento, distogliere lo sguardo quando se ne parla ha conseguenze concrete e dannose. La tampon tax (la cui battaglia non è ancora del tutto conclusa) è un esempio di questa disattenzione al tema, così come la frequente assenza di assorbenti in pacchi di prima necessità per diverse occasioni (in cui però curiosamente si trovano quasi sempre rasoi e schiuma da barba).
Il primo passo per raddrizzare il tiro è naturalmente quello di non lasciare più le mestruazioni in secondo piano, di non nasconderle. E allora, ben vengano eventi come Il Festival del Ciclo Mestruale. Occasioni importanti che speriamo possano ripetersi sempre più spesso in tutta Italia, grazie alla quale riflettere su questi argomenti. E da lì chissà che non possa partire un percorso che effettivamente riesca a cambiare le cose in meglio…
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