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La Francia approva la legge sugli influencer

Viene regolamentato il settore

Da tempo, quello dell’influencer non è più un ruolo estemporaneo ed effimero. Anzi va da sé che – come naturale conseguenza di un uso sempre più diffuso e massiccio delle piattaforme social – si sta delineando sempre di più.

Nei mesi scorsi, per limitarci al nostro Paese, non ci siamo limitati a una panoramica sui guadagni degli influencer. Panoramica peraltro utilissima per farci comprendere come tale attività è assai varia, e può fungere da minimo arrotondamento di un mestiere per così dire canonico, a un’attività decisamente redditizia.

Ma, dicevamo, non ci siamo limitati a questo, dal momento che gli influencer hanno preso consapevolezza di sé (coscienza di classe, si sarebbe detto qualche decennio fa). E infatti vi abbiamo raccontato di come in Italia sia nato il primo sindacato degli influencer e dei content creator.

A spostarci oltre i nostri confini, poi, ricordiamo che di recente gli influencer hanno protestato due volte. La prima quando è stato minacciato il ban di TikTok dagli Usa, la seconda dopo che il Montana – primo e sinora unico stato degli Usa a prendere questa decisione – ha davvero vietato l’uso del social cinese.

TikTok influencer

La Francia e la legge sugli influencer

Ma si badi: se un nuovo mestiere prende non solo anche piede, se chi lo svolge si sindacalizza e avanza precise richieste, è altrettanto vero che così il mestiere si mette in mostra, ed è conseguenza quasi ovvia che i legislatori badino a normarlo.

Per questo, la Francia ha da poco approvato una legge sugli influencer, proprio per regolamentare l’affollatissimo, variegato e – aggiungiamo – piuttosto confuso settore.

L’approvazione della legge

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Giovedì primo giugno il parlamento francese ha dunque approvato in via definitiva, e addirittura all’unanimità, la proposta di legge che regolamenta le attività online degli influencer e dei content creator.

La normativa ha tra i primi il socialista Arthur Delaporte  e Stéphane Vojetta di Renaissance (il partito del presidente Macron).

Il testo definisce gli influencer come “persone fisiche o morali che, dietro compenso o altri benefici, utilizzano la loro notorietà presso il proprio pubblico per comunicare online contenuti finalizzati alla promozione, diretta o indiretta, di beni, servizi o altre cause”. E punta a dare regole e confini a un’attività che in Francia era da tempo guardata con attenzione.

Con attenzione e non senza sospetto, nel senso che parte dei 150.000 influencer stimati nel Paese – come ha scritto Le Monde – erano da tempo “sotto il fuoco della critica”.

I contenuti della legge

La legge approvata in Francia sugli influencer ha messo d’accordo 342 senatori su 342.

E fa seguito a una norma più vaga, che imponeva a influencer e content creator di dichiarare l’eventuale natura pubblicitaria dei loro contenuti pubblicati online.

La legge approvata giovedì 1 giugno vieta, ad esempio, la pubblicazione di contenuti che abbiano per oggetto pratiche come la chirurgia estetica o la desistenza terapeutica per i malati terminali. Vietata o limitata la promozione di alcuni dispositivi medici, di prodotti contenenti nicotina, delle scommesse sportive e dei giochi d’azzardo, contenuti pubblicizzabili solo attraverso piattaforme esplicitamente vietate ai minori.

La legge della Francia, poi, non dimentica che questa è l’epoca dei deepfake. Per cui ogni immagine ritoccata artificialmente (con filtri eccetera) o derivante dall’intelligenza artificiale deve essere segnalata come tale.

Le multe

Per l’influencer o il creator che violi la legge, si configureranno reati come quello di frode o di abuso di fiducia. E le multe saranno salatissime: potranno arrivare non solo sino a 300.000 euro ma anche sino a due anni di reclusione.

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I limiti della legge

Se da una parte si attendono reazione da parte del sindacato francese degli influencer (l’UMICC, Union des métiers de l’influence et des créateurs de contenus), dall’altra i firmatari della legge sono soddisfatti.

Arthur Delaporte ha detto che “gli “influvoleurs” [gioco di parole nato dall’unione dei termini influencer e voleurs, cioè ladri, N.d.R.] esisteranno sempre ma sapranno che la legge è lì per punirli.” E  Stéphane Vojetta ha aggiunto che la legge “tutelerà i consumatori, soprattutto i più giovani”.

Tuttavia, c’è chi si lamenta del fatto che nel testo manchino norme sui contenuti riferiti alle bevande alcoliche. Ma soprattutto in molti sono dubbiosi sulla possibilità di vigilare sulla corretta applicazione della legge francese sugli influencer.

Anche perché in molti operano al di fuori dell’Unione europea. Per questo, la legge stessa chiede che sia introdotta la figura di un rappresentante legale residente in Europa.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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