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Fubar: com’è la serie Netflix con Arnold Schwarzenegger

Fubar è disponibile dal 25 maggio su Netflix.

A quattro anni di distanza dal fiasco commerciale di Terminator – Destino oscuro, fallito tentativo di rilanciare un franchise di cui è stato l’iconico volto, Arnold Schwarzenegger torna protagonista di un progetto di portata internazionale. Lo fa però per la prima volta sul piccolo schermo con Fubar, serie in 8 episodi disponibile dal 25 maggio su Netflix, e giocando ancora una volta con la sua storia da divo dell’action comedy. Lo spunto alla base di Fubar (dall’acronimo FUBAR, cioè Fucked Up Beyond All Repair) ha infatti più di un punto di contatto con True Lies di James Cameron, che lo vedeva protagonista insieme a Jamie Lee Curtis di un intreccio di segreti familiari inserito in un adrenalinico action movie.

Anche Fubar, sviluppata da Nick Santora, si basa su un devastante segreto, che in questo caso è duplice. Luke Brunner (Arnold Schwarzenegger), che per anni è stato un padre assente e un marito mediocre per via della sua attività di agente CIA sotto copertura, durante una missione scopre infatti che anche sua figlia Emma (Monica Barbaro) svolge la medesima professione, sempre all’oscuro della famiglia. Mentre sullo sfondo si staglia la minaccia del pericoloso terrorista internazionale Boro (Gabriel Luna), padre e figlia sono così costretti a confrontarsi con una complessa e per loro inedita dinamica personale e lavorativa, fatta di risentimento e incomunicabilità. Un rapporto tutto da ricostruire, che inevitabilmente tocca anche Tally (madre di Emma ed ex moglie di Luke) e Carter (Jay Baruchel), con cui la ragazza vive un rapporto sentimentale fatto di alti e bassi.

Fubar: Arnold Schwarzenegger nella nuova serie Netflix che strizza l’occhio a True Lies

Fubar Netflix 2
Cr. Christos Kalohoridis/Netflix © 2023

Al di là dei suoi (tanti) demeriti e dei suoi (pochi) meriti, Fubar è indicativo dello stato dell’arte del panorama dell’intrattenimento, e in particolare di Netflix. Fino a pochi anni fa, l’idea di dare vita a un prodotto derivativo e senza pretese, totalmente incentrato sulla figura di Arnold Schwarzenegger e sulla sua storia cinematografica, avrebbe con ogni probabilità dato vita a un semplice lungometraggio, che con la giusta dose di autoironia avrebbe persino potuto risultare godibile e convincente. In pieno 2023, questa idea esile e fragile confluisce addirittura in una serie di 8 episodi, tutti della durata spropositata di circa un’ora. Un segno dei tempi e di un crescente gusto per le narrazioni annacquate e oltremodo stiracchiate, che al di là di sempre più rare eccezioni accomuna buona parte delle produzioni originali delle principali piattaforme di streaming.

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Davanti al lavoro del nutrito team di sceneggiatori di questa serie, c’è persino da provare una sincera ammirazione, in quanto al netto dei difetti non deve essere stato affatto facile allungare il soggetto fino a questa imponente durata, con risultati tutto sommato migliori rispetto ad altri show coevi, incluso l’adattamento televisivo dello stesso True Lies. In mancanza della volontà e del materiale umano adatto a spingere sulla pura azione, Fubar si concentra sul rapporto fra i due protagonisti, riuscendo a rimanere a galla soprattutto grazie al carisma di Monica Barbaro (già a suo agio in Top Gun: Maverick) e a un Arnold Schwarzenegger sempre sopra le righe, efficace fino a quando non gli viene chiesto di dare vita a prolungati dialoghi, decisamente inadatti alla sua recitazione rigida e legnosa.

Fra citazioni e inefficace umorismo

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Cr. Christos Kalohoridis/Netflix © 2023

Al di là di questo e di prevedibili svolte narrative, c’è ben poco di buono in Fubar. Le citazioni alla filmografia di Arnold Schwarzenegger (fra le altre, anche Last Action Hero – L’ultimo grande eroe e l’immancabile Terminator) sono delle mere strizzate d’occhio agli spettatori più navigati, che nulla aggiungono al racconto. Sono invece disarmanti le caratterizzazioni ormai logore e datate di alcuni personaggi, come quella del del nerd Barry (Milan Carter), nonostante negli episodi finali si cerchi faticosamente di ribaltare stereotipi che sarebbero sembrati fuori luogo già negli anni ’90.

Il problema più grave di Fubar risiede però nella mancanza di un tono capace di dare un senso a questo zibaldone della carriera di Arnold Schwarzenegger targato Netflix. Lo show ondeggia fra spy story e commedia familiare, con scarsi risultati su entrambi i versanti. L’umorismo è spesso infantile, nei migliori casi datato, e interamente basato sulle difficoltà di comunicazione fra padre e figlia e sui difetti dei personaggi secondari. Manca inoltre la volontà di confrontarsi con le complessità della società contemporanea, e anche quando ci si sfiora il politicamente scorretto l’ironia è innocua e mai graffiante. Materiale che, ci ripetiamo, sarebbe potuto bastare per un film straight-to-video di 20 anni fa, ma che non ha la forza per reggere 8 ore di durata oggi.

Fubar è disponibile dal 25 maggio su Netflix

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Cr. Amanda Matlovich/Netflix © 2023

Anche se è bello ritrovarlo in un ruolo da protagonista, seppur un po’ logoro e imbolsito, non si può che provare un pizzico di malinconia davanti a questo Arnold Schwarzenegger, che dopo la sua conclusione del suo mandato come Governatore della California fatica a trovare ruoli che non siano autoparodistici o in qualche modo legati al suo glorioso passato. Dopo Fubar, non ci resta quindi che attendere il 7 giugno per l’arrivo su Netflix di Arnold, miniserie documentaristica dedicata proprio alla sua vita e alla sua carriera. Una possibilità di ammirare nuovamente il miglior Schwarzenegger, e non quello stanco e svogliato protagonista di questa sbiadita serie.

True Lies
  • Regista: James Cameron
  • Schwarzenegger/Curti (Attore)
  • Audience Rating: Non valutato

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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