In Italia, più del 50% dei Comuni registra perdite superiori al 35% dei volumi idrici immessi in rete. La media nazionale è del 42% e in alcuni territori si toccano punte del 72%. Inoltre, il 60% delle infrastrutture idriche ha oltre 30 anni, con una parte significativa che supera i cinquant’anni di servizio. In questo contesto, il digitale si configura come strumento strategico per limitare le dispersioni, monitorare i consumi e migliorare la gestione della rete.
Una trasformazione urgente e sistemica per la gestione delle reti idriche
La digitalizzazione consente di agire lungo tutto il ciclo di vita del Servizio Idrico Integrato: dalla captazione alla distribuzione, fino alla depurazione. Tecnologie come sensori intelligenti, intelligenza artificiale, GIS e Digital Twin permettono una visione dettagliata e predittiva delle reti idriche, riducendo tempi di intervento, costi e sprechi.
Le tecnologie digitali applicate all’acqua operano su tre livelli: l’infrastruttura fisica, con strumenti come IIoT e GIS per mappare e controllare impianti e tubazioni; l’ottimizzazione dei processi, tramite algoritmi predittivi e analisi dei dati; e gli ecosistemi digitali, che combinano sistemi connessi e rappresentazioni digitali dinamiche della rete reale, come nel caso dei Digital Twin.
Un esempio concreto riguarda l’uso di modelli virtuali per simulare l’impatto di alluvioni o disservizi, migliorando le risposte di emergenza e la pianificazione degli interventi. L’introduzione dello smart meter permette invece ai cittadini di monitorare i consumi, ridurre gli sprechi e gestire meglio le risorse domestiche.
Il ruolo delle utility e della collaborazione tra gestori
Iniziative come il gruppo “Sustainable Water” della Fondazione per la Sostenibilità Digitale stanno favorendo lo sviluppo di una rete nazionale tra operatori idrici, per condividere soluzioni e accelerare la transizione digitale del settore. La creazione della Community italiana delle Acque punta a costruire un approccio collaborativo in grado di adattarsi alle diverse realtà territoriali e rispondere in modo efficace alle sfide ambientali.
Il gruppo ha identificato 14 use case tecnologici in grado di incidere concretamente sulla sostenibilità della rete idrica, ognuno dei quali è stato correlato agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
La scarsità e la fragilità delle reti idriche italiane richiedono un cambiamento strutturale urgente, dove il digitale può svolgere un ruolo chiave. Investire in tecnologie intelligenti non solo consente di contenere le perdite, ma rappresenta anche una leva per l’efficienza, la trasparenza e la sostenibilità. L’acqua è una risorsa limitata: proteggerla passa anche da una trasformazione digitale consapevole e condivisa.
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Ultimo aggiornamento 2025-04-28 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API