Giornali gratis su Telegram? La FIEG, Federazione italiana editori giornali, non ci sta. Per contrastare il fenomeno della pirateria – che dopo film e musica ora vede protagonisti quotidiani e riviste italiane – la federazione ha deciso di rivolgersi all‘Autorità garante delle comunicazioni (AGCOM) chiedendo di bloccare il famoso sistema di messaggistica.
Giornali gratis su Telegram: di cosa stiamo parlando?
Nata nel 2013 grazie al lavoro dei fratelli Nikolaj e Pavel Durov, Telegram è un sistema di messaggistica che ad oggi conta oltre 200 milioni di utenti. I motivi della sua diffusione sono abbastanza semplice: è completo, è molto sicuro ma soprattutto è diventato un posto su cui diffondere materiale illegale.
A questa categoria appartengono anche i PDF dei giornali, il che si traduce in una perdita incredibile per le testate. I dieci canali Telegram monitorati nelle ultime settimane e dedicati proprio allo scopo hanno un totale di 580 mila utenti che si traducono in una perdita di 670 mila euro al giorno per le imprese editoriali. In un anno si arriva ai 250 milioni.
Un danno enorme che coinvolge più fronti: meno abbonati, meno utenti sui diversi portatili, meno copie vendute, meno introiti pubblicitari.
Telegram bloccato in Italia: è la soluzione?
Di fronte a questa dati allarmanti la FIEG non ha potuto fare altro che rivolgersi all’AGCOM:
“La Federazione degli Editori di Giornali ha chiesto ad Agcom un provvedimento esemplare e urgente di sospensione di Telegram, sulla base di un’analisi dell’incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche sulla piattaforma che, durante la pandemia, ha raggiunto livelli intollerabili per uno Stato di diritto. – ha dichiarato Andrea Riffeser Monti, Presidente di FIEG – La stima delle perdite subite dalle imprese editoriali è allarmante: in una ipotesi altamente conservativa, stimiamo 670 mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno: un dato di fronte al quale confido che l’Autorità di settore voglia intervenire con fermezza e tempestività”.
Ma bloccare un intero servizio su tutto il territorio italiano è la soluzione ad ogni male? La richiesta della Federazione suona un po’ drastica. Accanto infatti alla condivisione del materiale illecito – che siano i pdf di quotidiani e riviste o le fotografie dei canali di revenge porn – troviamo infatti una marea di utenti che sfruttano il servizio per comunicare con amici, parenti, colleghi oppure intere community.
Dall’altro lato è impossibile non empatizzare con l’editoria italiana: 250 milioni di euro l’anno è una cifra astronomica, una cifra che serve a pagare gli stipendi di un settore già abbondantemente in crisi.
Continueremo ovviamente a seguire la questione per capire quali provvedimenti prenderà l’AGCOM e per scoprire se dobbiamo davvero dire addio all’ormai amatissimo Telegram.
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