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Google rimanda il lancio di Bard in Europa per preoccupazioni sulla privacy

Sembra che l'AI di Google non avesse le sufficienti documentazioni

Google avrebbe posticipato il lancio del suo chatbot Bard in Europa, a causa delle preoccupazioni espresse dai regolatori irlandesi per la privacy che l’AI non rispetti le norme sulla protezione dei dati dell’Unione Europea. Google aveva annunciato solo la settimana scorsa che avrebbe messo a disposizione il suo chatbot Bard, lasciando all’UE poco tempo per verificare quali misure avesse adottato il colosso della tecnologia per conformarsi ai requisiti di privacy locali. E ora non ha una data di rilascio stabilita.

AGGIORNAMENTO 15.00 del 14/06/23: Abbiamo aggiunto una dichiarazione di un portavoce di Google.

Google Bard, rimandato il lancio in Europa per via della privacy

La Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) avrebbe stabilito che Google non aveva fornito informazioni adeguate riguardo ai problemi di privacy prima del lancio europeo dell’AI. E questo diventa necessario per via della legge sulla protezione dei dati personali. La legge, entrata in vigore nel 2018, protegge le persone dal rilascio dei loro dati personali salvo che per ottenere informazioni per attività criminose e minacce alla sicurezza pubblica.

Graham Doyle, il vice commissario del DPC, ha detto a TechCrunch: “Il DPC non aveva ricevuto alcuna presentazione dettagliata né visionato una DPIA [valutazione dell’impatto sulla protezione dei dati] o alcuna documentazione di supporto fino a questo momento.” Ha inoltre aggiunto: “Da allora ha richiesto queste informazioni con urgenza e ha sollevato una serie di ulteriori domande sulla protezione dei dati con Google a cui attende una risposta e Bard non verrà lanciato questa settimana”.

La risposta di Google

google framework ai sicurezza min

Google ha preso atto di questa opposizione e ha comunicato alla stampa i prossimi passi prima del lancio di Bard in Europa. Gizmodo riporta: “Abbiamo espresso in precedenza la nostra intenzione di rendere Bard accessibile a un pubblico più vasto, compreso quello dell’Unione Europea, e che lo avremmo fatto in maniera responsabile, dopo aver consultato esperti, regolatori e politici“. Il portavoce ha aggiunto: “Come parte di questo processo, abbiamo dialogato con le autorità di regolamentazione della privacy per chiarire i loro dubbi e ascoltare le loro opinioni”.

Un portavoce per l’Italia di Google ci ha fatto avere questa dichiarazione: “A maggio abbiamo annunciato di voler rendere Bard disponibile in un maggior numero di aree del mondo, compresa l’Unione Europea, e di volerlo fare in modo responsabile, confrontandoci con esperti, autorità di regolamentazione e policy maker. Nell’ambito di questo percorso, ne stiamo discutendo con gli enti regolatori della privacy, per ascoltare le loro osservazioni e rispondere alle loro domande.”

L’Europa e l’intelligenza artificiale

Non è la prima volta che l’intelligenza artificiale viene bloccata nell’UE per motivi di privacy, dato che solo il mese scorso l’Italia ha deciso di proibire temporaneamente ChatGPT per ragioni analoghe. Tanto che l’app iOS di ChatGPT nel nostro Paese è arrivata da poco.

google bard

Molti avevano espresso dubbi quando Google ha rivelato che il chatbot Bard era disponibile in tre lingue e lanciato in oltre 180 paesi, nessuno dei quali era situato nell’UE. Google sembrava spiegare il motivo, dichiarando sulla sua pagina di supporto: “Ci espanderemo gradualmente in più paesi e territori in modo coerente con le normative locali e i nostri principi di intelligenza artificiale”. Le normative in Europa risultano più stringenti – e le aziende AI devono passare più controlli prima che noi europei possiamo usarle.

Google sostiene di voler rendere Bard accessibile a un pubblico più vasto, ma prima di poterlo fare, dovrà affrontare tutte le questioni e le preoccupazioni sollevate dal DPC e dovrà presentare la documentazione ufficiale che dimostri la conformità a tutte le normative dell’UE. La commissione ha dichiarato di non avere una scadenza per quando o se Bard sarà autorizzato a lanciare nell’UE. I regolatori non hanno fretta – e le aziende sembrano averlo accettato. Dovremmo farcene una ragione anche noi: prima la privacy, poi la nuova tecnologia.

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Source
Gizmodo

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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