Greak: Memories of Azur sta per approdare sul Nintendo eShop e, dopo averlo provato a lungo, siamo pronti a proporvi la nostra recensione. Questo metroidvania sviluppato da Navegante Entertainment Studios prende alcuni elementi classici del genere, aggiungendo alcune meccaniche peculiari che contribuiscono a creare un prodotto piuttosto unico nel suo genere. Ma andiamo con ordine.
Greak Memories of Azur: la nostra recensione
Greak: Memories of Azure ci ha messo subito al comando dell’omonimo protagonista, in una sezione di gioco del tutto identica a quella vista nella demo. Una situazione familiare che però non è durata molto a lungo, dato che pochi minuti dopo, appena dopo il nostro ricongiungimento con Adara, il gioco ci ha portato indietro nel tempo, in lungo flashback che ci ha mostrato come il viaggio dei tre protagonisti è iniziato.
Il gioco infatti è ambientato nella remota regione di Alassya dove, molti secoli primi, sono nate delle creature primordiali, chiamata cuorine, degli esserini umanoidi di colore azzurrino brillante. Proprio a questa specie appartengono i tre protagonisti dell’avventura: Greak, Adara e Raydel, tre fratelli che si troveranno a combattere per sopravvivere ad una minaccia sempre più presente nel continente.
Dalla terra che aveva generato i courine ebbe infatti origine anche la Piaga e gli Urlag, esseri mostruosi che rappresentano una promessa di morte per l’intero continente.
Il nostro viaggio quindi inizia vestendo i panni di Greak, un giovane courine determinato a ritrovare la sorella Adara e il fratello Rydell, per abbandonare insieme ai ricognitori che lo hanno salvato il regno di Azur, ormai in balia degli Urlag. Per farlo dovremo costruire un dirigibile, combattere contro la Piaga dilagante e, soprattutto, sopravvivere. Un’impresa che scoprirete non essere esattamente facile.
Un mondo su tela
A colpirci fin da subito in Greak è stato senza ombra di dubbio l’impatto estetico, fatto di fondali disegnati a mano, esattamente come tutte le animazioni in cui possono esibirsi i personaggi. Tutto ciò che compare a schermo è affascinante e ben caratterizzato, al punto che è facile imprimere nella propria memoria alcuni riferimenti visivi in modo del tutto naturale.
A far brillare il mondo di gioco poi, oltre alla palette cromatica stupendamente variegata, c’è un solido world building, che si prende il suo tempo per rivelare i segreti di Azur pezzo per pezzo, tramite libri e altri frammenti di informazioni sparsi per il regno. Quella di introdurre una lore sotterranea e nascosta è una scelta che abbiamo apprezzato e che stimola la curiosità nell’esplorare ogni angolo delle mappe.
La suddetta esplorazione però non è priva di difetti, dato che, piuttosto inspiegabilmente, è completamente assente una mappa dettagliata del mondo di gioco, ma potremo consultare soltanto un disegno tanto ben fatto quanto generico del luogo in cui ci troviamo.
Avere a disposizione una mappa dei vari “riquadri” che ci troveremo ad esplorare è una componente piuttosto fondamentale in un titolo come questo e la sua assenza si fa spesso sentire, dato che è davvero difficile tenere a mente tutti i segreti lasciati in sospeso nel lungo periodo. Anche il viaggio rapido non è molto incisivo dato che i checkpoint sono pochi e molto lontani tra di loro.
Il viaggio dei tre eroi
Come abbiamo già detto prima, Greak non sarà l’unico personaggio giocabile, ma avremo a disposizione anche Adara e Raydel. Laddove Greak rappresenta l’archetipo del rouge, e presenta uno stile focalizzato su schivate e attacchi veloci, Adara e Raydel offrono approccio diverso al combattimento.
La prima è un’esperta adepta delle arti magiche, e avrà a disposizione fin da subito degli efficacissimi attacchi a distanza, mentre il secondo è un esperto guerriero, con un vasto arsenale e potenti attacchi a sua disposizione. Durante il gioco incontreremo nemici più facili da affrontare ora con l’uno ora con l’altro approccio, ma anche questo aspetto della produzione non è scevro di criticità.
In primo luogo abbiamo la tendenza degli avversari a rimanere inchiodati sul posto quando attaccati ripetutamente, cosa che porta spesso i combattimenti a venire risolti con una semplice pressione ripetuto del tasto Y. Contemporaneamente l’idea di avere tutti e tre i personaggi costantemente a schermo è buona sulla carta ma tremendamente scomoda nel pratico.
Sebbene sia possibile controllarli allo stesso tempo tenendo premuto il dorsale sinistro di Switch, spesso ci troveremo a dover intraprendere lo stesso percorso più volte perché un membro del trio è rimasto indietro, dato che i tre si muovono con ritmi molto diversi tra di loro. Per non parlare delle bossfight che diventano estremamente confusionarie in alcuni casi proprio per la necessità di dover operare un acuto posizionamento con tre personaggi diversi.
Greak: Memories of Azur: la nostra recensione in breve
Greak: Memories of Azur è quindi un gioco forte di un comparto artistico sicuramente degno di nota, che riempie gli occhi e conferisce all’intera avventura i toni di una favola moderna. Tuttavia l’impianto ludico imbastito da Navegante Entertainment Studios mostra il fianco a diversi difetti su cui è davvero difficile soprassedere.
Il lato luminoso del titolo è senza dubbio rappresentato dal world building e dallo stile con il quale è stato creato il mondo di gioco, decisamente molto evocativo e ben fatto. Il lato ombroso della produzione invece viene incarnato dal gameplay, che mette sì in gioco delle idee davvero interessanti ma implementate in modo grezzo e a dir poco imperfetto.
Detto questo se siete degli amanti dei metroidvania, questo titolo saprà regalarvi una buona avventura dai toni fiabeschi e che sicuramente vi saprà intrattenere per diverse ore di gioco. Greak: Memories of Azur è disponibile su Nintendo Switch e Steam dal 17 agosto.
- La confezione contiene: console, base per Nintendo Switch, un Joy-Con sinistro (blu neon), un Joy-Con destro (rosso...
- La trasportabilità di una console portatile si combina con la potenza di una console casalinga
- Schermo da 6, 2 pollici di tipo capacitivo multi-touch
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