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Greenpeace Germania fa causa a Volkswagen: richieste misure contro il riscaldamento globale più severe

La ONG vorrebbe la fine dei motori a combustione interna entro il 2030

Un giovane attivista tedesco e i vertici di Greenpeace Germania hanno citato in giudizio Volkswagen, accusandola di non fare altro che “alimentare la crisi climatica”, accusando la casa automobilistica di non aver svolto il proprio dovere nella lotta al riscaldamento globale.

I querelanti, Clara Mayer e l’ONG Greenpeace, avevano dato tempo alla casa automobilistica tedesca (otto settimane) per esaminare i suoi errori prima di presentare la causa, come avvenuto poi martedì quando l’ONG ha depositato l’esposto presso il tribunale regionale di Braunschweig.

Tra le loro richieste c’erano due obiettivi imprescindibili: 2030, fermare la produzione di motori a combustione interna entro il 2030 e ridurre le emissioni di carbonio di almeno il 65% rispetto ai livelli del 2018. VW ha respinto le richieste il 28 ottobre, secondo quanto riportato dalla Reuters.

Martin Kaiser, CEO di Greenpeace Germania, ha affermato che le case automobilistiche come Volkswagen “devono assumersi la responsabilità e agire molto più rapidamente per eliminare gradualmente il motore a combustione interna altamente inquinante e decarbonizzare le proprie attività senza indugio”.

“I negoziati della COP26 di Glasgow indicano che l’obiettivo di 1,5 gradi è in gioco e può essere raggiunto solo attraverso un audace cambiamento nella politica e negli affari”, ha affermato Kaiser in una dichiarazione, citando il recente vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. “Ma mentre le persone soffrono di inondazioni e siccità causate dalla crisi climatica, le emissioni di CO2 dei trasporti continuano ad aumentare“, ha affermato.

Greenpeace Germania mira a far diminuire in maniera consistente la CO2 emessa da Volkswagen

Ora la mano passa ai giudici tedeschi. Se la causa di Greenpeace Germania andrà in porto, stando a quanto dichiarato dalla ONG, entro il 2040 verranno emesse due gigatonnellate di CO2 in meno rispetto agli attuali piani di Volkswagen

Non sono mancati i commenti della casa automobilistica tedesca. Un portavoce di VW ha dichiarato alla Reuters che l’azienda “sostiene la protezione del clima e la decarbonizzazione del settore dei trasporti, ma non può affrontare questa sfida da sola”.

Non è la prima volta che le casa automobilistiche entrano nel mirino delle organizzazioni ambientaliste, soprattutto quelle tedesche. Un caso simile era già successo lo scorso settembre quando la ONG Deutsche Umwelthilfe ha chiamato in causa BMW e Daimler quando, secondo gli attivisti, entrambe le società hanno respinto le richieste di interrompere la produzione di auto a combustibili fossili entro il 2030 e di limitare le emissioni di CO2 prima di quell’anno.

Le cause si basano su due precedenti battaglie legali legate al clima. Nel maggio 2020, una sentenza tedesca ha affermato che il paese non stava proteggendo le generazioni future dalle conseguenze del cambiamento climatico.

Nello stesso mese, una sentenza olandese ha ordinato alla compagnia petrolifera Shell di ridurre le sue emissioni, la prima volta che una società privata è stata ritenuta responsabile del suo impatto sul clima.

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