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Gli hacker russi non attaccano solo l’Ucraina

Il gruppo Killnet ha dichiarato guerra a 10 nazioni, fra cui anche l'Italia

Gli hacker russi del gruppo Killnet non stanno attaccando solo l’Ucraina: da febbraio hanno dichiarato guerra cibernetica a 10 nazioni. Fra le quali c’è anche l’Italia, colpita con diversi attacchi DDoS. Tutti attacchi degli ‘hacktivisti’ russi, che pur avendo legami col Cremlino si dichiarano indipendenti.

Gli hacker russi di Killnet attaccano diverse nazioni, fra cui l’Italia

Gli ultimi attacchi contro la Lituania iniziano il 20 giugno, con diversi attacchi DDoS contro siti governativi e importanti società per i dieci giorni successivi. Qualche giorno prima degli attacchi, il Paese baltico aveva bloccato le spedizioni di carbone e metallo destinate alla Russia, boicottando la nazione che ha invaso l’Ucraina. Killnet ha postato “Lituania sei matta?” sul suo account Telegram e poi ha iniziato con gli attacchi.

Oltre 130 siti colpiti. E la Lituania non è l’unico Paese a subire questa sorte. Da quando la Russia a febbraio ha invaso l’Ucraina ci sono stati attacchi in Germania, Romania, Norvegia, Stati Uniti e anche in Italia. Con attacchi che hanno colpito il Ministero della Difesa e diversi altri siti.

attacco hacker 2

Sebbene diversi esperti di sicurezza abbiano segnalato la possibilità di vedere attacchi state-sponsored da parte della Russia verso nazioni alleate dell’Ucraina, finora abbiamo visto soprattutto gruppi di ‘hacktivisti’. Che utilizzano operazioni di guerriglia informatica più che veri e propri attacchi diretti.

Ma questo non significa che vadano sottovalutati. In Ucraina hanno creato problemi alla rete elettrica, hanno bloccato diverse grandi aziende. Creando problemi significativi per la popolazione e l’apparato economico.

Tutte operazioni che permettono al Cremlino di evitare un coinvolgimento diretto, pur colpendo le nazioni che sostengono l’Ucraina. Le relazioni fra la politica russa e cybercriminali restano deliberatamente vaghe, per permettere di operare senza un sostegno diretto. Ma i risultati potrebbero farsi sentire sempre di più.

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Source
Arstechnica

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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