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Hocus Pocus 2: se ne sentiva il bisogno?

Da qualche giorno disponibile su Disney+, il sequel del cult movie del 1993 vede il ritorno di Midler, Najimy e Parker nei panni delle streghe Sanderson. Ma sarà stata una buona idea?

Diciamocelo: l’Hocus Pocus originale, quello del 1993, è Bette Midler che canta I Put A Spell On You con qualcosa di vagamente simile a un film intorno. Non è mai stato niente di eccezionale, al tempo fu un flop al botteghino e venne stroncato dalla critica. Tuttavia ebbe un successo tardivo, legato a Disney Channel che ogni Halloween lo ripropose per anni e all’ormai vetusto mondo dei videonoleggi. E grazie, ovviamente, a una manciata di fattori che lo hanno reso il cult che è oggi, soprattutto per noi millennial. Questi fattori girano tutti attorno a Midler, senza la quale il film non esiste.

Bette Midler: da comica e cantante a strega in Hocus Pocus

Nel 1993 Midler era già una star affermata, dentro la macchina di Hollywood da tempo e aveva già in curriculum due candidature all’Oscar. La prima nel 1980, quando tutto il mondo scoprì le sue abilità canore e recitative con The Rose, un biopic musicale ispirato alla vita di Janis Joplin. E la seconda appena l’anno prima, nel 1992, per Giorni di gloria… giorni d’amore, dove è una tenace cantante che intrattiene le truppe americane al fronte durante la Seconda guerra mondiale. Ma non solo: per tutti gli anni Settanta Midler catturò l’attenzione del pubblico americano con i suoi show dove fondeva stand-up comedy, musical e concerto, finché nel 1978 vinse un Emmy per il suo spettacolo televisivo Ol’ Red Hair Is Back, dove a un certo punto duetta pure con Dustin Hoffman.

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Bette Midler con Dustin Hoffman durante Ol’ Red Hair Is Back (1977)

Midler è questo: una presenza scenica esplosiva, sfacciata e sopra le righe, una comica esilarante che tra una battuta e l’altra ci infila un pezzo musicale e non rinuncia mai alla sensualità. Una sorta di Tata Francesca che sa anche cantare benissimo. Se è vero, come disse una volta, che «alle donne non è permesso essere divertenti», Midler impose la sua figura proprio come forma di ribellione a questa concezione misogina: si può essere sensuali e divertenti, una cosa non esclude l’altra. E questa miscela di comedy, sex appeal e musical l’avrebbe accompagnata per tutta la vita. Per dire, se nel 1988 la chiama la Disney per prestare la voce alla barboncina Georgette in Oliver & Company, vuoi che non le fanno cantare qualcosa in perfetto stile Midler? E infatti:

Hocus Pocus: la scelta vincente di Kenny Ortega

Quando nel 1993 si pensò dunque a Hocus Pocus è evidente che l’idea di base era prima di tutto vestire Midler da strega e lasciarla libera di scatenare tutti i suoi incantesimi, dalle faccette alle battute fino ai numeri musicali, poi una trama da qualche parte la si trova. Non a caso venne chiamato Kenny Ortega alla regia, grande coreografo che negli anni Ottanta lavorò con Cher, i Kiss, Madonna e sul set di Xanadu e Dirty Dancing.

Serviva dunque qualcuno che avesse bene in mente quel che si intendeva negli anni Novanta quando si parlava di film musicale. Quella tipologia di film cioè che non sono esattamente dei musical ma che con il genere ci flirtano, presentano più di un’esibizione che porta avanti la trama e soprattutto la musica è quasi sempre giustificata e diegetica: viene suonata all’interno del film, non la sentiamo solo noi spettatori. Hocus Pocus, se ci pensiamo, è esattamente questo. È un film al servizio della bravura di una grande donna di spettacolo e alla fine, rivedendolo oggi, sembra qualcosa di più adatto allo schermo televisivo che alla sala.

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Bette Midler con Kenny Ortega sul set di Hocus Pocus (1993)

Bette Midler, Kathy Najimy e Sarah Jessica Parker: il trio perfetto di Hocus Pocus

Midler, inoltre, è affiancata da Kathy Najimy, che aveva appena raggiunto la notorietà grazie al ruolo di Suor Maria Patrizia in Sister Act, e da Sarah Jessica Parker, al tempo semisconosciuta e ancora molto lontana dal diventare Carrie di Sex and the City, il personaggio che l’ha resa celebre. Insieme formano il trio delle sorelle Winifred, Mary e Sarah Sanderson, le streghe protagoniste del film, e la chimica fra le tre è evidente in ogni fotogramma. Vedendo Hocus Pocus si ha davvero l’impressione che Midler, Najimy e Parker si siano divertite come matte a interpretare queste eccentriche megere che rapiscono bambini per succhiarne la linfa vitale e restare sempre giovani.

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Da sinistra: Kathy Najimy, Bette Midler e Sarah Jessica Parker in Hocus Pocus (1993)

Il look poi è azzeccatissimo: la rossa Midler, la bruna Najimy e la bionda Parker. Con Midler che non si tira indietro a imbruttirsi con dei finti dentoni incisivi da castoro, Najimy che tiene la bocca sempre storta tipo brutta imitazione di Stallone e Parker che, beh, alla fine è la meno grottesca ma è comunque molto stravagante. Insieme formano un’immagine, un’icona, una silhouette inconfondibile, ad uso e consumo negli anni di cosplayer e travestimenti durante la notte di Halloween.

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Da Hocus Pocus…

Le sorelle Sanderson sono in definitiva la parodia comica di quella che convenzionalmente viene intesa come strega. Fanno più ridere che paura e proprio in virtù di questo, nonostante siano di fatto le antagoniste, è impossibile non intenderle come le protagoniste principali di Hocus Pocus. Ed è ciò che i fan hanno fatto negli anni, dando poca importanza al vero protagonista: Max. Cioè il giovane che riporta involontariamente in vita le streghe dalla Salem del Seicento a quella del Ventesimo Secolo. E ovviamente avrà il suo arco narrativo, imparerà a non trascurare la sua sorellina Dani, capirà le responsabilità di un fratello maggiore e bla bla bla.

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Da sinistra: Vinessa Shaw, Thora Birch e Omri Katz in Hocus Pocus (1993)

… a Hocus Pocus 2

Era praticamente impossibile fare qualcosa con ancor meno pretese di Hocus Pocus, ma la Disney di oggi non si smentisce mai. Pur di sfruttare le sue proprietà intellettuali di successo senza fare troppi sforzi, ecco che da qualche giorno su Disney+ abbiamo Hocus Pocus 2, ovvero esattamente il primo capitolo con qualche minimo aggiornamento.

La struttura di base vede sempre dei giovani che cercano di fermare i malvagi piani delle sorelle Sanderson durante la notte di Halloween, ma questa volta sono tre ragazze a essere le (finte) protagoniste. E sono in parte affascinate dalle tre sorelle, essendo anch’esse appassionate di stregoneria. La trama esile che gira attorno alle performance di Midler, Najimy e Parker (che sono ancora in formissima e ancora una volta la sola ragione d’esistere di questo film) questa volta è il sentimento di sorellanza tra queste tre giovani aspiranti streghe. Sentimento determinante anche per la strega maggiore Winifred, che questa volta ha un arco narrativo. O almeno così pare, visto il modo pessimo con cui è raccontato.

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Da sinistra: Whitney Peak, Belissa Escobedo e Lilia Buckingham in Hocus Pocus 2 (2022)

La nuova concezione di strega

Hocus Pocus 2 cerca quindi di allinearsi a una concezione di strega molto contemporanea, diversa rispetto a quella stereotipata del 1993. Per fortuna negli ultimi 30 anni cinema, televisione, saggistica e narrativa hanno spogliato la figura della strega dallo stigma sociale tramandato per secoli fatto di superstizioni, misoginia e paura per il diverso. Cosa fanno queste tre donne che vivono da sole in quella casetta, senza neanche un uomo? Sono sicuramente streghe, sicuramente mangiano i bambini! E infatti in Hocus Pocus le sorelle Sanderson sono e fanno esattamente questo.

Ora la caccia alle streghe è finalmente raccontata per quel che era davvero: una persecuzione ai danni di donne che non volevano sottostare alla società patriarcale. E, va detto, nel raccontare ciò e quindi nell’aggiornare la figura delle Sanderson, Hocus Pocus 2 inizia alla grande. Il prologo che ce le mostra da bambine, vittime dell’ignoranza e del bigottismo della Salem del Seicento, è indubbiamente la parte più riuscita e interessante del film. Taylor Henderson, Nina Kitchen e Juju Journey Brener. Ricordiamoci questi nomi perché sono eccezionali nei panni delle giovani Winifred, Mary e Sarah, si vede che hanno studiato a fondo le movenze e le smorfie di Midler, Najimy e Parker. Peccato che poi il prologo finisce e balziamo nella Salem del 2022.

Taylor Henderson Nina Kitchen Juju Journey Brener
Da sinistra: Nina Kitchen, Taylor Henderson e Juju Journey Brener in Hocus Pocus 2 (2022)

Un mix bizzarro senza una vera identità

Da qui in poi Hocus Pocus 2 cerca di riproporre quel kitsch coloratissimo fatto di esibizioni musicali che era troppo figlio degli anni Novanta per poter funzionare ancora oggi. Nonostante Anne Fletcher sia una scelta più che sensata come erede di Ortega: sue le coreografie di Step Up, Hairspray e Step Up 2. Inoltre il film decide che questa cosa della strega come vittima va raccontata col pennarellone rosso. Per capirci: se di questi tempi la parola “patriarcato” è gridata in sceneggiatura invece che essere presente solo nelle recensioni dei critici o nei commenti del pubblico, forse il film che stai guardando non è sto gran ché.

Il risultato finale è un mix bizzarro che non si capisce bene cosa vorrebbe essere. Da una parte abbiamo il ritorno di un cinema che oggi è completamente fuori dal tempo (e addirittura ci sono più canzoni qui che nell’originale del 1993), che ripropone qualcosa che avevamo già visto 30 anni fa fatto molto meglio di così. Dall’altra c’è questa volontà di non accontentarsi di fare un semplice sequel/remake ma puntare in alto, ripensare certe figure del nostro immaginario collettivo, ma lo fa in modo così didascalico, pigro e dimenticabile che forse tanto valeva tenere tutto com’era prima.

Hocus Pocus 2
Da sinistra: Kathy Najimy, Bette Midler e Sarah Jessica Parker in Hocus Pocus 2 (2022)

Quando le sorelle Sanderson appaiono per la prima volta nella Salem di oggi e iniziano a cantare senza motivo, una delle ragazze si chiede: «Per chi si stanno esibendo?».

Bella domanda, se lo stanno chiedendo tutti in sala.

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