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Che faccio? Guardo la Champions League sui siti illegali?

L’etica imporrebbe un deciso “no”.
In fondo, oltre che essere illegali, l’uso dei siti di streaming non ufficiali è una profonda mancanza di rispetto verso il lavoro degli altri.
Eppure, nonostante la morale, il buon senso, le campagne di sensibilizzazione contro la pirateria e gli interventi delle forze dell’ordine, molti italiani si ostinano ad usare portali illegali per guardare lo sport, calcio in primis.
E con “molti” intendiamo davvero tanti. Pensate che siamo tra i leader in Europa su questo fronte. Un primato di cui non dovremmo andare affatto fieri e che in realtà dimostra quanto sia esteso il problema.

Il risparmio è un’illusione

Perché i tifosi decidono di affidarsi a portali poco raccomandabili?
La motivazione più frequente è economica. Seguire il calcio in TV ha un suo costo: c’è l’abbonamento a Sky, quello a DAZN, quello a Prime Video… Insomma, le piattaforme sono aumentate e l’investimento richiesto è cresciuto. E così, invece di scegliere un solo abbonamento o di ridurre altre spese, si ricorre allo streaming illegale.
Il “risparmio” però è solo un’illusione.
La Guardia di Finanza ha scoperto e multato 6.000 tifosi per aver guardato le partite sui siti pirata. Ebbene sì, ora non sono solo i fornitori di streaming illegali a dover fare i conti con la legge ma anche i fruitori finali del servizio che ora dovranno pagare ben 1.000 euro a testa. Una cifra con cui avrebbero potuto pagare l’abbonamento legale

I rischi dello streaming illegale

siti illegali streaming

La multa però è solo uno degli aspetti da considerare.
L’uso di siti illegali espone gli utenti ad una marea di rischi legati alla sicurezza.

siti streaming champions league

Pensate ai classici servizi di streaming illecito.
Se ne avete aperto uno, almeno una volta nella vostra vita, saprete che richiedono uno slalom avanzato tra pagine pubblicitarie di dubbia provenienza, notifiche ingannevoli e link pensati per convincerti che sia quello il posto giusto in cui cliccare anche se in realtà rischiate di finire altrove, contro il vostro volere.
Il pericolo è sempre dietro l’angolo, soprattutto perché non c’è alcun genere di regolamentazione e di controllo da parte degli stessi fruitori del servizio, interessanti ad aumentare le visualizzazioni dell’adv perché è da quello che spesso dipendono i loro ricavi.

Questo però potremmo considerarlo un fastidio più che un vero rischio. Il problema è che un click sbagliato potrebbe portarvi a scaricare un virus. E sbagliare è molto facile quando hai a che fare con notifiche che ti segnalano che per guardare la partita devi installare un’estensione aggiuntiva. O che per chiudere la pubblicità devi cliccare su quella X che però ti apre in realtà un’altra pagina. O che il tuo PC è a rischio e devi agire subito scaricando il software che ti consigliano.
Tutto questo mette a repentaglio la vostra sicurezza. In un attimo potreste ritrovarvi con il PC o lo smartphone bloccato da un ransomware, ossia un un tipo di malware che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione. E voi, ovviamente, pagate, perdendo altri soldi, perché nessuno di voi vuole rinunciare ai propri file, alle foto delle vacanze, all’accesso ai social e a tutto ciò che conservate sui vostri device.

Le cose poi peggiorano quando di mezzo ci sono gli abbonamenti super-economici ai siti di streaming.
Il motivo? Nessuno vi garantisce che i vostri dati vengano adeguatamente protetti. Da un lato significa che i fornitori del servizio potrebbero essere liberi di venderli a terze parti, dall’altro c’è la possibilità che tutte queste informazioni vengano direttamente rubate dagli hacker.
E questo significa nomi, indirizzi email, numeri di telefoni, dati della carta di credito esposti e utilizzabili dai malintenzionati.

 A conti fatti quindi il risparmio, come dicevamo prima, è illusorio. In gioco c’è molto di più.
La partita di Champions League di  questa sera guardatela sui canali ufficiali. Per voi, i vostri dati e il vostro portafoglio.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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