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Gli Editoriali di Tech PrincessRubriche

Multe ai non vaccinati? Sì, ma quanti errori nell’inviare le sanzioni!

Diversi problemi per le sanzioni agli over 50 non in regola col vaccino

Abbiamo seguito scrupolosamente, con una fitta serie di articoli, l’andamento del Covid dal punto di vista epidemiologico. E vi abbiamo dato conto dei decreti che via via si sono succeduti. Decreti che, a partire dall’inizio del 2022, hanno cominciato ad allargare le maglie, permettendo una libertà d’azione sempre maggiore. Sino ad arrivare al primo di aprile, che è stato importantissimo soprattutto dal punto di vista simbolico. Da quella data, infatti, il nostro Paese è uscito dallo stato di emergenza.

Tuttavia, una delle misure non ancora decadute è quella che riguarda l’obbligo di vaccinazione per i cittadini italiani con più di 50 anni. E che prevede una multa di 100 euro una tantum da comminare a chi si fosse sottratto, appunto, al completamento dell’intero ciclo di vaccinazione.

L’obbligo è scattato lo scorso primo febbraio (e decadrà il 15 giugno, assieme a quello di insegnanti, personale scolastico e forze dell’ordine). Com’era prevedibile, non tutti lo hanno rispettato e sono partite le sanzioni. Ma ahinoi, ci sono stati molti errori, e svariate comunicazioni di multa sono state recapitate a chi era perfettamente in regola con la vaccinazione. Ricostruiamo l’accaduto.

vaccinazione

L’invio di multe ai non vaccinati

L’invio delle multe ai non vaccinati è compito dell’ADER, ovvero l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Fino a oggi sono stati inviati quasi 1,2 milioni di sanzioni, equamente suddivise tra i mesi di aprile e maggio, con 600.000 invii al mese.

Un numero importante. Che crescerà nei prossimi giorni con altri invii: mancano infatti ancora 500.000 comunicazioni di sanzione per arrivare a quota 1,7 milioni, ovvero al numero di cittadini italiani over 50 che ha disobbedito all’obbligo vaccinale.

O più precisamente, che non ha completato la vaccinazione: la norma del governo prevede infatti che la sanzione debba toccare non solo i cosiddetti no vax, ma anche chi non si sia sottoposto a tutte le somministrazioni di siero, dalla prima all’ultima.

Ma qualcosa, nell’invio delle comunicazioni, si è inceppato. O meglio, ci sono stati intoppi sin dall’inizio della gestione di questo processo. Perché?

I problemi nei controlli

Un problema è stato rappresentato da chi abbia esibito esenzioni dal vaccino. Una grossa percentuale dei certificati di esenzione, infatti, non è mai stata archiviata a dovere. Ecco quindi che numerosi cittadini italiani over 50, esenti dalla vaccinazione, hanno ricevuto la multa di 100 euro. Ed è toccato poi loro dimostrare l’infondatezza della sanzione. Sembra un paradosso simile a quello di chi si trova a dover annullare l’iscrizione a una newsletter alla quale non si era mai iscritto.

Con una noia in più: nel caso delle multe ai non vaccinati, anche chi si trova nella piena ragione ha solo 10 giorni di tempo per inviare all’azienda sanitaria una documentazione che mostri la propria posizione, e l’incongruenza della multa ricevuta.

Una procedura macchinosa

Il procedimento è complicato e macchinoso. Il motivo? Avendo l’obbligo vaccinale un carattere sanzionatorio, non può essere gestito unicamente dalle aziende sanitarie, ma vede coinvolta anche l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

I passaggi sono dunque i seguenti: l’azienda sanitaria ottiene i dati della persona da vaccinare e li gira al ministero della Salute. Il ministero li inoltra poi all’Agenzia, per le verifiche del caso e l’accertamento delle posizioni di ciascuno.

A ogni snodo ci possono dunque essere errori, mancate corrispondenze di dati, compilazioni errate, certificati non archiviati.

Gli errori nell’invio delle multe

E infatti, nelle ultime settimane sono stati segnalati moltissimi e variegati errori. Si va dall’invio di sanzioni a persone vaccinate ad altre arrivate a casa di cittadini esenti. Ma anche a persone che si sono vaccinate all’estero o che non hanno ancora compiuto 50 anni.

Per non parlare di persone che hanno contratto il Covid, o addirittura defunte da anni.

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  • Burioni, Roberto (Autore)
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Problemi di interpretazione e di comunicazione

In questo quadro nebuloso si aggiungono due problemi: uno di interpretazione e uno di comunicazione.

Per quanto riguarda il primo, sembra che alcune aziende sanitarie si siano mostrate più flessibili verso i ritardatari, che non avevano fatto la terza dose al primo febbraio, o che hanno impiegato qualche giorno in più per farsi inoculare la terza. Altre aziende sanitarie hanno invece applicato la legge alla regola.

Per un difetto di comunicazione, poi, molti cittadini hanno sì presentato ricorso, ma nel luogo sbagliato. E cioè indirizzandolo non all’azienda sanitaria locale ma al ministero della Salute (errore in cui sono cadute circa 85.000 persone), oppure all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Con una perdita di tempo prezioso.

La burocrazia non finisce qui: chiunque sia stato ingiustamente multato deve anche comunicare all’ADER di aver chiarito la propria posizione.

Inoltre, l’azienda sanitaria ha 10 giorni di tempo per riferire all’Agenzia delle Entrate-Riscossione se la sanzione sia o meno confermata. Se è un sì, l’ADER deve comunicare l’addebito entro altri 180 giorni.

Infine, il multato ha 60 giorni per pagare o 30 giorni per presentare un ricorso al giudice di pace, ed altri 30 giorni per presentare un eventuale ulteriore appello.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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