fbpx
CinemaRecensioni

Passages: Adèle Exarchopoulos al centro di un irrequieto ménage à trois

Una distribuzione Mubi

Tra le varie piattaforme di film in streaming, spicca per la qualità del catalogo MUBI, che da poche ore sta (ad esempio) proponendo una ricchissima retrospettiva sul grande regista finlandese Aki Kaurismäki.

MUBI, inoltre, è casa di produzione e distribuzione. Di recente vi abbiamo raccontato due film che ha distribuito: Medusa Deluxe ad agosto e Rotting in the sun a settembre.

Oggi tocca a un’altra distribuzione MUBI, Passages, nuovo film di Ira Sachs, che vi attende sulla piattaforma a partire da venerdì 17 novembre. Lo abbiamo appena visto per voi.

PASSAGES Still 9 Adele Exarchopoulos and Ben Whishaw Courtesy of SBS Productions

Chi è Ira Sachs, il regista del film Passages

Ira Sachs è un regista (ma anche sceneggiatore e produttore) statunitense attivo dalla metà degli anni Novanta.

Con Forty Shades of Blue (2005) ha vinto il Gran premio della giuria: U.S. Dramatic al Sundance Film Festival, e con Keep the Lights On (2012) si è aggiudicato al Festival di Berlino il Teddy Award, riconoscimento destinato a pellicole con soggetti legati a tematiche LGBT.

Passages, film del 2023, è il suo finora ultimo lavoro.

La trama del film

Passages racconta l’irrequietudine del giovane regista tedesco, Tomas (interpretato da Franz Rogowski), che sta ultimando le riprese di un film a Parigi. Tomas, sposato con il tipografo inglese Martin (Ben Whishaw), si innamora dell’insegnante francese Agathe (Adèle Exarchopoulos).

Le incertezze esistenziali del regista si rovesciano nella sua vita sentimentale (e sessuale): irresistibilmente attratto da Agathe, proverà un’infantile gelosia per Martin una volta che questo, scaricato da Tomas, intreccerà una relazione con un altro uomo.

L’irresolutezza sembra dominare sia i tre personaggi (soprattutto i due maschili) sia il fragilissimo ménage à trois, sempre sul punto di esplodere piuttosto che di risolversi in un senso o nell’altro.

Ci sono piccoli e grandi sconvolgimenti nella vita di Tomas, Martin e Agathe, cose taciute a se stessi e agli altri, che condurranno all’unico finale possibile. Naturalmente non ve lo sveliamo, ma vi diciamo che la precarietà che aleggia sulla vicenda fin dalle prime battute avrà la meglio su tutto e tutti.

Passages JPEG 1800x1080 PIC009

Cosa ci dice in filigrana il fim Passages

Il simbolo fisico del film Passages è forse la bicicletta dell’inquieto Tomas, mezzo con cui il regista si muove con leggerezza, che poggia al muro dell’abitazione in cui abita di volta in volta, quella acquistata assieme al proprio marito Martin o quella di Agathe.

Azzeccatissimo il titolo del film, Passages, passaggi, con quel plurale che indica il continuo spostamento di sé da una situazione intima a un’altra, senza mai un approdo definitivo.

È un lavoro che vuole mostrare, forse omaggiare, la sessualità fluida, con tutte le sue energie, le sue sorprese e le sue difficoltà. Più psicologiche e relazionali che non sociali (nel film non c’è ombra di atteggiamento conservatore, anzi la pacifica e universale accettazione di qualunque identità di genere è addirittura idealizzata).

Eppure, l’operazione ci è sembrata riuscita solo a metà.

Cosa funziona in Passages

Passages recensione

I due punti di forza del film Passages sono i protagonisti e l’ambientazione.

Franz Rogowski, Adèle Exarchopoulos e Ben Whishaw offrono recitazioni sì nervose ma misurate, e le loro espressività restituiscono alla perfezione un senso di stordimento, come se tutt’e tre i personaggi fossero finiti in una situazione che non sanno padroneggiare ma solo subire nella sua imprevedibilità.

In questo senso, funziona più che bene una Parigi che si vede e non si vede (le scene si svolgono soprattutto in interni di abitazioni o di locali pubblici). La metropoli appare di un’eleganza fredda, quasi capace di assorbire le varie individualità che la popolano, mescolare i destini.

Cosa non funziona in Passages

Passages mostra in modo fin troppo ingenuo e schematico la fluidità, sia in senso strettamente sessuale che esistenziale (è la modernità liquida, come l’ha definita il compianto sociologo Zygmunt Bauman).

Già il fatto che i tre protagonisti siano un inglese, un tedesco e una francese appare come l’esibizione di un programma. Il protagonista principale, il regista Tomas, è un quasi quarantenne immaturo e narcisista, che trascina nei propri desideri altri due adulti ugualmente irrisolti.

Benissimo l’amore e il sesso senza pregiudizi e sensi di colpa, benissimo le famiglie allargate, benissimo il senso di fragilità che domina la nostra epoca. Ma dove sta la critica? Dove sta lo sviluppo narrativo? Quale, insomma, il punto di vista del regista, al di là della sua dichiarata vicinanza emotiva (peraltro condivisibilissima) a un modo più libero e frontale di porsi nei confronti della propria vita?

E poi, possiamo aggiungere che i recenti film in cui appaiono uomini e donne vittime della modernità, i quali ragionano e agiscono da adolescenti, cominciano a essere un po’ troppi?

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🌍 Giornata della Terra: ciascuno può dare il suo piccolo contributo per salvaguardarla
 
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
 
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button