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Commissione Ue: indagine su Meta, Google e Apple. Hanno fatto abbastanza per adeguarsi al Digital Markets Act?

Si tratta di cinque indagini distinte

Come abbiamo scritto pochi giorni fa, l’entrata in vigore del Digital Markets Act il 7 marzo ha creato non poco scompiglio.

Intanto, ha rinverdito l’antica polemica tra Apple ed Epic Games, facendo intervenire i commissari Ue. E adesso sappiamo che Epic Games Store sarà presto disponibile su iOS e Android.

Ma più in generale, l’Unione europea sta vigilando sull’ipotesi che le big tech non si stiano davvero adeguando alle norme del DMA. Il riferimento è soprattutto alle sei grandi aziende individuate come gatekeeper, e per le quali in fondo il Digital Markets Act è nato. Per limitare, meglio, il loro strapotere a favore della pluralità nel mercato digitale. I sei gatekeeper sono Meta, Alphabet (che controlla Google), Amazon, ByteDance (l’azienda di TikTok), Apple e Microsoft.

Dopo aver messo nel mirino Apple per l’applicazione della contestata Core Technology Fee, la Commissione Ue ha aperto un’indagine per verificare che Meta, Google e Apple si stiano davvero adeguando al DMA.

Commissione Europea

Indagine della Commissione Ue sul possibile mancato rispetto del DMA

Il titolo del comunicato apparso sul sito della Commissione Ue lunedì 25 marzo parla da sé: “La Commissione apre indagini per non conformità contro Alphabet, Apple e Meta ai sensi del Digital Markets Act”.

Le indagini aperte della Commissione Ue sono in realtà cinque, le aziende sotto controllo sono tre (Google, Apple e Meta) ma i motivi sono diversi a secondo della società coinvolta. A Google (o meglio Alphabet) sono contestati Google Play e Google Search, ad Apple l’App Store e le opzioni di scelta del browser predefinito, e Meta è indagata per la possibilità di non farsi profilare riservata ai soli utenti abbonati.

Vediamo, punto per punto, i motivi che hanno portato la Commissione Ue ad aprire un’indagine.

Gli store di Google e Apple

In estrema sintesi, gli store di Google e Apple violerebbero l’articolo 5 paragrafo 4 del DMA, che impone di consentire agli sviluppatori di app di orientare i consumatori verso offerte esterne agli app store dei gatekeeper, gratuitamente.

Google avrebbe creato un’interfaccia grafica che spinge gli utenti a scegliere alcuni suoi servizi (Google Shopping, Google Voli, Google Hotels) a discapito di servizi concorrenti.

Invece l’azienda di Tim Cook violerebbe l’articolo 6(4) del DMA, perché la schermata di scelta del browser impedisce “agli utenti di esercitare la loro scelta di servizi all’interno dell’ecosistema Apple.”

La società di Cupertino, inoltre, impedirebbe ai suoi utenti di  disinstallare facilmente qualsiasi applicazione software su iOS, e di cambiare facilmente le impostazioni predefinite su iOS.

Ed entrambe le aziende limiterebbero la possibilità degli sviluppatori di comunicare e promuovere offerte e di concludere contratti, anche imponendo oneri.

Meta e i privilegi per gli abbonati

Nel comunicato stampa, l’Ue chiama il modello di Meta “paga o acconsenti”.

Nel senso che l’azienda di Mark Zuckerberg si è presa la libertà di permettere ai soli abbonati a Facebook o a Instagram di non essere profilati. Ciò sarebbe in violazione dell’articolo 5(2) del DMA, e poco importa se di recente Meta ha promesso un forte sconto agli abbonati dei Paesi dell’Unione europea.

I tempi

La Commissione Ue fa sapere di voler concludere l’indagine entro 12 mesi dall’apertura.

Le conclusioni preliminari saranno condivise con Apple, Google e Meta, a cui saranno esplicitate le misure da adottare per conformarsi al Digital Markets Act.

In caso di violazione, la Commissione Ue potrà infliggere multe sino al 10% del fatturato mondiale totale dell’azienda, percentuale che potrà arrivare al 20% in caso di violazioni reiterate.

Leggiamo che la Commissione potrà addirittura “adottare rimedi aggiuntivi come obbligare un gatekeeper a vendere un’impresa o parti di essa, o vietare al gatekeeper di acquisire servizi aggiuntivi legati alla non conformità sistemica”.

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Le dichiarazioni di Vestager e Breton

Sull’indagine della Commissione Ue sono intervenuti Margrethe Vestager, Commissario Ue per la concorrenza, e Thierry Breton, Commissario Ue per il mercato interno.

Vestager ha detto: “Sospettiamo che le soluzioni suggerite dalle tre società non siano pienamente conformi al DMA. Ora esamineremo la conformità delle aziende al DMA, per garantire mercati digitali aperti e contendibili in Europa.”

E Breton: “Sono mesi che discutiamo con i gatekeeper per aiutarli ad adattarsi e possiamo già vedere i cambiamenti in atto sul mercato. Ma non siamo convinti che le soluzioni di Alphabet, Apple e Meta rispettino i loro obblighi per uno spazio digitale più giusto e aperto per i cittadini e le imprese europee.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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