IBM è pronta ad aprire, entro il 2020, un laboratorio dell’innovazione a Milano: l’IBM Studios. Ma qual è l’obiettivo di questa nuova sede?
IBM Studios: ecco di cosa si occuperà
Il progetto della multinazionale d’informatica è piuttosto semplice: sviluppare nella sede del capoluogo lombardo progetti sul blockchain, I.A.,big data, security quantum computing, l’industria 4.0.
La casa di vetro dell’innovazione tecnologica, così ribattezzata in virtù della sua particolare struttura, verrà inaugurata nella primavera del 2019 a Piazza Gae Aulenti.
Con più di 1000 assunzioni previste nell’immediato futuro, la nuova divisione italiana sarà suddivisa in tre specifici settori:
- IBM Client Center: dedicato alle iniziative IBM per l’implementazione dello sviluppo tecnologico ma non solo. È la traduzione locale di una divisione europea molto più grande. Un luogo stimolante dove le idee migliori potranno liberamente;
- IBM Cloud Garage: pensato per le applicazioni cloud e una combinazione di approcci innovativi come Agile e Design Thinking. Utile per stimolare le aziende ad essere sempre più innovative, in questa dimensione la parola chiave è una sola, collaborazione. Le figure che dovranno, infatti, collaborare fra loro spaziano dal product manager all’architetto di software fino ai professionisti;
- Strategy&Design Lab: utile per le servizi personalizzati e l’esperienze dell’industria sempre più rivolta al 4.0. I team incaricati dello strategy&design dovranno approcciarsi a questi due fattori (servizi ed esperienze) per garantire il massimo del risultato alle aziende che si rivolgeranno a questa divisione.
Uno Studios sicuro per tutti?
“La struttura sarà aperta a chiunque desideri – ha dichiarato Enrico Cereda, presidente e CEO della divisione italiana IBM – […]Le tecnologie esponenziali possono semplificare i processi burocratici, favorire l’efficienza, tracciare i prodotti del made in Italy offrendo così linfa al rapporto di fiducia con i consumatori” ha detto, esaltando poi l’importanza di una costante collaborazione fra uomini e tecnologia.
Ma non solo: lo Studios vuole porsi come luogo sicuro per tutte quelle aziende che intendono utilizzare le tecnologie sviluppate dal colosso statunitense.
“Le aziende non devono avere scienziati che sappiano progettare un computer quantistico o che siano esperti nella gestione dei big data – ha asserito Cereda, – Per quello ci siamo noi. […]Le aziende devono sapere come utilizzarlo, cioè comprendere i propri bisogni, perché poi arriva tutto attraverso il cloud come interfaccia.”
Insomma, volendola dire come il presidente dell’IBM Italia, «Le aziende hanno bisogno di un ecosistema come quello di Ibm per crescere.»
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