Tra le certezze che determinano il Giappone e la vita dei giapponesi c’è la rapidità e la puntualità del loro servizio postale, che comunica l’idea che inviando una lettera, ubicata in qualsiasi punto dello stato insulare, questa arrivi in tempi brevi. Un’onta insopportabile, per loro, pensare che una loro spedizione possa arrivare in ritardo. Quel ritardo, che per noi italiani, è tristemente endemico.
Il servizio postale giapponese, Japan Post, dal 15 Ottobre, fino a data indeterminata, ha deciso di sospendere le spedizioni dal Giappone verso alcuni paesi esteri, tra cui l’Italia, causando evidenti disagi commerciali. Il motivo di questa sospensione sarebbe da ricondurre ai ritardi e all’impossibilità dell’Italia di garantire i termini di consegna secondo lo standard del consorzio EMS.
Il Giappone sospende le spedizioni di posta aerea verso l’Italia
Il servizio EMS, “Express Mail Service”, è un servizio di Corriere Espresso Internazionale che ha per oggetto l’accettazione, il trasporto e la consegna in tempi rapidi di documenti e pacchi da e per l’Italia ed i Paesi esteri collegati. Oggetto delle spedizioni possono essere documenti e pacchi fino a 30 kg diretti in circa 167 Paesi nel mondo (Fonte poste.it). Per quanto concerne i tempi di consegna, variano da 2 a 5 giorni lavorativi (esclusi sabato e festivi) oltre quello di spedizione, secondo il Paese di destinazione e salvo l’eventuale espletamento di formalità doganali.
Da quanto si evince dalle comunicazioni ufficiali delle poste giapponesi, l’Italia non garantiva il rispetto delle condizioni generali del servizio EMS, cosa che ha portato il servizio postale giapponese a bloccare le spedizioni Air, Sal e EMS, lasciando invariata solo la Surface – via terra o mare – che impiega 3 (o più) mesi per giungere a destinazione. Secondo Japan Post, a causa della riduzione globale dei voli, sono stati previsti e constatati notevoli ritardi di consegna per la posta in uscita. Anche secondo Mail International, attraverso cui si può tenere traccia dell’intero spettro delle principali attività di spedizione, per quanto riguarda Poste Italiane, già in data 22 aprile, indicava ritardi in corso legati alle restrizioni Covid-19 e alla capacità doganale.
Ma fino a che punto la pandemia da un lato e la mancanza di vettori dall’altra hanno realmente contribuito alla sospensione delle spedizioni aeree, determinando la drastica decisione del Giappone?
Il servizio di Posta Aerea non è solo un’abitudine, è un diritto di ogni cittadino
Come l’Italia anche Israele, San Marino e gli Emirati Arabi condividono questo tipo di restrizione da parte del Giappone, le cui motivazioni, fornite dal servizio postale nipponico, sono le seguenti: “L’imbarco dei pacchi a bordo dell’aereo potrebbe durare circa un mese a causa della mancanza di spazio causata dalla riduzione dei voli. Ci saranno ritardi nella consegna degli invii postali nel Paese (in questo caso verso l’Italia) e le spedizioni non verranno consegnate direttamente ai destinatari”.
Per questo da domenica scorsa il Giappone ha sospeso qualsiasi spedizione aerea verso l’Italia. Un bel problema non solo per chi vive in Giappone, ma soprattutto per negozianti, collezionisti, clienti italiani che subiranno un disagio non indifferente, e che potranno fare affidamento eventualmente su corrieri privati e consequenzialmente anche su spedizioni più care e onerose per i loro acquisti o per il loro affari.
Japan Post Holdings, non è solo il principale servizio postale giapponese, ma è una compagnia statale il cui numero di dipendenti supera i 240 mila e il cui fatturato si aggira attorno ai 110 miliardi di dollari, quotata in borsa e che si occupa principalmente di attività postali e logistiche, attività finanziarie, attività bancarie e assicurazioni sulla vita.
Fino a quando durerà questa enorme limitazione?
L’interruzione delle spedizioni aeree dal Giappone verso l’Italia fa riflettere e dispiace. Il servizio di Posta Aerea non è solo un’abitudine consolidata per qualunque paese evoluto. Ma è anche un diritto di ogni cittadino, specie tra due paesi come Italia e Giappone, entrambi componenti centrali del G7 e due dei sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta.
Ma perchè Poste Italiane non riesce a garantire gli standard richiesti dal paese del Sol Levante? Per la chiusura di Alitalia? Per mancanza di voli? Per una situazione di emergenza pandemica ormai rientrata, almeno in qualunque ambito lavorativo? E ancora, fino a quando durerà questa enorme limitazione agli scambi commerciali, che Japan Post dichiara “sino a data da destinarsi”?
Lo abbiamo chiesto proprio a Poste Italiane, considerata l’importanza del problema e della limitazione, ma purtroppo non abbiamo ricevuto risposta.
Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
Da non perdere questa settimana su Techprincess
🎮 Che impatto avranno le elezioni americane sui videogiochi?
🚘 I gadget più strani delle case automobilistiche
🇨🇳 Un gruppo di ricercatori cinesi ha sviluppato un modello di IA per uso militare basato su Llama di Meta
🔍 ChatGPT si aggiorna e ora naviga sul web
Ma lo sai che abbiamo un sacco di newsletter?
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!
Come capita spesso nella stampa italiana l’articolista mostra di essere informato poco e male quando fa riferimento ad un presunto diritto dei cittadini di due stati membri del G7 di ricevere la posta in un tempo accettabile. Uno dei paesi è sicuramente il Giappone. Ma quale è l’altro? Certamente non può essere l’Italia il cui servizio postale, come altri servizi, anche più necessari di quello postale, hanno sempre goduto all’estero di pessima fama. Ci sono servizi postali che da anni non accettano più ordini dall’Italia senza che gli organi di informazione italiani ne abbiamo mai parlato. Forse molti italiani non lo sanno ancora ma all’estero è risaputo da molto tempo che l’Italia (o meglio il ‘sistema Italia’) è un paese roso dalla corruzione e che i suoi servizi sono inaffidabili.