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Attualità

Il mondo nel 2030? Un futuro ecnologico, inclusivo e sostenibile

Il risultato in uno studio di BNP Paribas Cardif

BNP Paribas Cardif ha chiesto ai giovani tra i 15 e i 30 anni di immaginare il mondo nel 2030. Dalla società all’ambiente, dalla sanità alla scuola, dal lavoro alle assicurazioni: ne emerge uno scenario con la tecnologia che cambierà tutto, ma c’è grande voglia di un nuovo “umanesimo”.

Come sarà il mondo nel 2030?

Viaggiare nel tempo è ancora impossibile…ma niente ci vieta di immaginare il futuro. Come sarà il mondo nel 2030? Quali cambiamenti ci aspettano? BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia[1], in collaborazione con Eumetra MR, lo ha chiesto ai giovani tra i 15 e i 30 anni con la ricerca Next Gen 2030. Ne emerge una visione ottimista – oltre due intervistati su tre (73%) sono convinti che si vivrà meglio rispetto ad oggi – con un profondo senso di “umanesimo”. È certo che la tecnologia farà ulteriori balzi in avanti andando a trasformare tutti gli aspetti delle nostre vite, ma i giovani sognano una società tech che sia più a “misura d’uomo”.

I giovani immaginano un 2030 in cui le nuove tecnologie rivoluzioneranno il mondo del lavoro, con pc intelligenti, assistenti vocali e sistemi di monitoraggio della salute e del benessere del lavoratore (32%) e dove lo smartworking sarà per il 52% alternato con la presenza in ufficio, se non addirittura preponderante (34%). La digitalizzazione porterà anche a una riduzione dell’orario di lavoro, che per tanti intervistati (44%) diventerà di 5 ore al giorno. Ma in tutto questo mondo tech, i ragazzi sono convinti che vivremo in una società in cui le discriminazioni di genere saranno pressoché superate (35%), l’aspetto fisico non sarà più fondamentale nelle relazioni sociali (32%) e avere una donna alla Presidenza della Repubblica o del Consiglio (26%) sarà la normalità.

La ricerca di BNP Paribas Cardif ha sottolineato anche l’importanza dell’efficienza delle strutture ospedaliere, emersa durante l’emergenza Covid, e nel 2030 i giovani immaginano ospedali dotati di sale operatorie intelligenti con assistenti virtuali e tecnologie integrate (31%), ma non solo. Il cambiamento atteso riguarda tutto il mondo della sanità, che nella visione delle nuove generazioni, riuscirà a riconvertire lo sforzo per lo studio dei vaccini per combattere anche altre malattie (46%). Quando si parla di scuola, invece, ben la metà degli intervistati (51%) crede che cambieranno le materie studiate, in un modello che prevede alcuni giorni in DAD (36%) e altri in presenza, ma in strutture in stile campus/college americano (29%). Anche qui torna il leitmotiv dell’intelligenza artificiale, che per il 62% rappresenterà il corso universitario del futuro.

Al fine di creare un legame emozionale con i giovani a cui l’indagine è rivolta, BNP Paribas Cardif ha scelto di raccontare i risultati anche attraverso un video, strumento che più si avvicina al loro linguaggio, con uno storytelling fresco e con protagonisti tre ragazzi appartenenti alla Next Gen.

Un mondo nuovo, però, porta con sé nuove minacce. Ma quali sono i rischi del futuro per la Next Gen? Al primo posto non potevano non esserci i rischi cyber (43%), come il furto dell’identità digitale, seguiti dai danni provocati dal malfunzionamento della guida autonoma (32%) e da nuove pandemie (27%). Immaginano, quindi, uno scenario assicurativo dove ai rischi emergenti corrisponderanno forme di protezione innovative, personalizzabili in base allo stile di vita (30%), sempre più integrate con la tecnologia (28%), digitali e attivabili in pochi secondi (24%). A cambiare sarà anche il rapporto con le compagnie, con un terzo che crede che si gestirà tutto online (33%), ma sempre con la possibilità su richiesta di incontrare un consulente direttamente a casa.

Per i giovani, un’evoluzione in positivo della società sembra, quindi, essere quasi inevitabile, con un impatto anche sull’organizzazione delle città, che diventeranno più a misura d’uomo, soprattutto della popolazione con esigenze specifiche come mamme, anziani, disabili (33%), e sulla mobilità, con un’intelligenza artificiale che gestirà il traffico anche tramite semafori intelligenti (24%). Lo stesso ottimismo non si riscontra sempre per l’ambiente. Se da una parte molti immaginano la scoperta di nuove tecniche per riciclare e riutilizzare i prodotti (41%), non mancano, dall’altra, i pessimisti che prevedono un peggioramento del riscaldamento globale e dell’inquinamento (31%).

La digitalizzazione già avviata nell’universo dei pagamenti compirà poi un ulteriore passo verso l’economia cashless, con il 51% che crede in operazioni che avverranno quasi sempre senza contanti. Secondo i giovani, l’e-commerce diventerà la modalità d’acquisto dominante (il 40% crede che si comprerà tutto o quasi sul web) ma anche l’esperienza fisica potrebbe migliorare grazie a negozi senza casse (24%) o alla vendita a domicilio/in ufficio su appuntamento (24%).

Passiamo al mondo dei social, dell’intrattenimento e della casa. Come sarà nel 2030? Secondo quasi un terzo dei giovani intervistati (32%) i social attuali non esisteranno più e saranno sostituiti da altri, ed è ancora più avveniristica la visione di chi crede che ognuno avrà il suo social, impostato come desidera, da condividere con gli amici (23%). In casa si immaginano, inoltre, tv più grandi, più sottili da stendere e srotolare sul muro (36%), con il cinema che lascerà il passo alla tv on demand (35%). Ma c’è di più. Secondo i ragazzi le nostre abitazioni diventeranno tecnologiche, grazie alla domotica, presente in tutte le case (43%), salubri, con sistemi di purificazione dell’aria e di riduzione del rumore (37%) e sostenibili, alimentate esclusivamente da energie rinnovabili (36%).

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