Dopo Black Mirror: Bandersnatch, Scuola di Sopravvivenza: Missione Safari e altri piccoli progetti, Netflix porta ai propri abbonati un nuovo film interattivo, che in questo caso è completamente slegato da produzioni originali della piattaforma. Stiamo parlando di In fuga da Undertaker che, come si evince dal titolo, strizza l’occhio soprattutto al mondo del wrestling WWE e in particolare ai fan del leggendario Deadman, che qualche mese fa si è definitivamente ritirato. L’aura lugubre e macabra che ha contraddistinto il personaggio di Undertaker è l’asse portante di un progetto che cerca chiaramente di sfruttare la fama del protagonista e l’approssimarsi di Halloween, dando vita a un curioso esperimento ibrido fra horror, commedia, azione e videogame, della durata di circa mezz’ora, variabile a seconda delle scelte compiute dallo spettatore-giocatore.
In fuga da Undertaker vede il coinvolgimento di altri tre celebri wrestler, cioè i componenti della stable New Day Big E, Xavier Woods e Kofi Kingston. Il trio si dirige verso la sinistra magione di Undertaker, con lo scopo di impossessarsi della sua celeberrima urna e trarne così importanti benefici sul ring. Una missione che, dati i poteri quasi sovrannaturali del Deadman, appare decisamente proibitiva. Prevedibilmente, l’incursione dei membri del New Day si trasforma ben presto in un vero e proprio incubo a occhi aperti diretto sapientemente dallo stesso Undertaker, che tesse una tela di trappole fisiche e mentali per minare la stabilità emotiva dei tre malcapitati. Il destino di Big E, Xavier Woods e Kofi Kingston è nelle mani dello spettatore, dal momento che spetta a noi guidare le scelte del trio e indirizzarli verso la salvezza.
In fuga da Undertaker: fra wrestling e videogame
Come da regole non scritte del cinema horror, i protagonisti non possono fare a meno di separarsi, indebolendo così la loro forza complessiva. Ed è proprio su questa dinamica che si concentrano molti bivi narrativi di In fuga da Undertaker, nonché la maggior parte delle biforcazioni della trama, aspetto fondamentale per ogni film interattivo. Nell’intento di prelevare la famigerata urna, ci immergiamo nelle paure dei tre intrusi, guidandoli verso diverse soluzioni con cui confrontarsi con il Deadman, alcune delle quali prevedono anche il tradimento dei propri compagni. Non mancano inoltre dei classici easter egg, come quello causato da una scelta decisamente pavida, che porta alla conclusione del racconto dopo pochi minuti, con tanto di derisori titoli di coda.
Il regista Ben Simms sceglie di non prendersi mai sul serio e di spingere fino all’eccesso le caratteristiche peculiari di Undertaker, con tanto di scenografie da z-movie e un approccio consapevolmente ridicolo al soprannaturale, elementi tipici di ogni promo del Deadman in WWE. Ciò che lascia maggiormente perplessi è invece l’impostazione stessa del film interattivo, che identifica in Undertaker il nemico da sconfiggere e nel trio del New Day i protagonisti di un breve videogame, alla cui base ci sono dinamiche tipiche come l’esplorazione degli ambienti o il raggiungimento di mini obiettivi per fare procedere il racconto. Molti spettatori approcceranno però In fuga da Undertaker da un punto di vista diametralmente opposto, facendo cioè di tutto per spingere Big E, Xavier Woods e Kofi Kingston fra le grinfie del Deadman.
Da questo punto di vista, il film può essere addirittura frustrante, dal momento che le possibili conclusioni sono poche, e quelle che vedono Undertaker trionfare ancora meno. Il più evidente punto debole del progetto, insieme al suo forte legame con la WWE, potenzialmente respingente per i non appassionati di wrestling.
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