Quando i satelliti Starlink di SpaceX decollano per arrivare in orbita, bruciano quantità enormi di carburante. E quando rientrano nell’atmosfera, a fine ciclo vita, bruciano essi stessi. Ed emettono negli strati più alti dell’atmosfera gas inquinanti e particelle di alluminio, inquinanti che degradano lo strato di ozono. Ma, in totale, quanto inquinano le flotte di satelliti come Starlink di SpaceX? E che impatto stanno avendo sul riscaldamento globale?
I satelliti di Starlink di SpaceX inquinano, ecco quanto
Circa il 40% dei satelliti dismessi che bruciano nell’atmosfera terrestre appartiene alla costellazione Starlink di SpaceX. Questo equivale a circa 500 kg di detriti satellitari inceneriti ogni giorno, secondo Andrew Bacon, CTO di Space Forge, che ha riportato le statistiche a Space.com.
La combustione di questi satelliti, composti principalmente di alluminio, produce ossido di alluminio che si accumula ad alte altitudini. Gli scienziati temono che questa “cenere di alluminio” possa danneggiare lo strato di ozono protettivo della Terra e persino alterare l’albedo del pianeta, influenzando le temperature atmosferiche.
SpaceX domina anche nel numero di lanci orbitali, avendo effettuato 98 dei 211 lanci globali nel 2023 (numero già superato quest’anno). L’azienda prevede di espandere la flotta Starlink a oltre 40.000 satelliti, rispetto ai 6.500 attuali: il numero di lanci è destinato ad aumentare. SpaceX brucia kerosene, molto inquinante (anche se non quanto i combustibili usati per lanci in Cina, India ed Europa.
Oltre al numero dei lanci, aumenta anche il numero di rientri. Jonathan McDowell, esperto di detriti spaziali, conferma che “c’è ora un rientro Starlink quasi ogni giorno, a volte multipli”.
Attualmente, i lanci e i rientri delle megacostellazioni sono responsabili di circa il 12% della riduzione dell’ozono causata dal settore spaziale globale. Tuttavia, gli esperti prevedono un aumento significativo nei prossimi anni. Gli scienziati sottolineano che, sebbene l’impatto attuale sembri trascurabile, l’inquinamento prodotto dai satelliti rimarrà nell’atmosfera per decenni o secoli. “Stiamo applicando un nuovo input nell’atmosfera che non c’era prima”, conclude McDowell. “Siamo in un territorio inesplorato”.
Al momento, il settore spaziale contribuisce a circa lo 0,1% della riduzione dell’ozono provocato dall’umanità. Ma il fatto che brucino a così alte altitudini, gli inquinanti prodotti dai rientri dei satelliti resteranno nell’atmosfera per decenni, forse secoli. +
Potete approfondire leggendo la ricerca di Barker e McDowell qui.
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