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Instagram, il pronome è una scelta inclusiva per tutti

Instagram fa un passo avanti verso l’inclusività. Il social network ha implementato una nuova funzionalità che consente alle persone di condividere i propri pronomi sul proprio profilo, per rendere chiara la propria identità di genere e quali pronomi utilizzare per rivolgersi a loro. Un piccolo aggiornamento che è un grande passo verso l’inclusione, e anche un modo per evitare l’uso di pronomi in maniera errata. 

Instagram ha fornito la possibilità di aggiungere fino a quattro pronomi al proprio profilo, tra cui “lui”, “lei” e “loro”, attraverso una voce all’interno delle impostazioni, che possono essere mostrati pubblicamente o solo ai follower. Sino ad ora gli utenti che desideravano informare i propri follower su quali pronomi utilizzare dovevano inserirli manualmente nella bio. Instagram ha reso disponibile questo nuovo campo del profilo solo in alcuni Paesi tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia, con l’intenzione di ampliare questa nuova funzione in tutto il mondo. 

Gli utenti di Instagram potranno ora specificare più facilmente la propria identità di genere: l’azienda ha affermato che gli utenti possono modificare o rimuovere i pronomi in qualsiasi momento e possono compilare un modulo per aggiungere un pronome se non è incluso. Per gli utenti di età inferiore ai 18 anni, i pronomi verranno automaticamente resi privati. Jennifer Grygiel, docente di comunicazione alla Syracuse University, ha dichiarato che “Non solo tutte le piattaforme dovrebbero includere l’opzione per selezionare i pronomi, ma tutti gli utenti dovrebbero trarre vantaggio da queste funzionalità. Per quelli di noi che cercano di essere accoglienti e inclusivi, questa è la migliore pratica per tutti. Ci permette di costruire una comunità migliore e una società migliore, quando abbiamo conversazioni come queste”.  

Instagram, il pronome è una scelta inclusiva per tutti

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Questa scelta è stata elogiata dai leader della comunità LGBTIQA+ come Sarah Kate Ellis, CEO di GLAAD, che ha dichiarato che “I pronomi sono importanti e l’aggiunta di pronomi inclusivi a un modulo di contatto è più di una semplice dimostrazione di alleanza. La ricerca ha dimostrato che il riconoscimento e il rispetto dei nostri pronomi può fare la differenza per la nostra salute e il nostro benessere, soprattutto quando si tratta di giovani LGBT+”. Infatti, secondo un sondaggio pubblicato da The Trevor Project, un’organizzazione LGBT+, un giovane LGBT+ su 4 usa pronomi diversi da lui/lei. L’ indagine su circa 40.000 giovani LGBT+ dai 13 ai 24 anni ha rilevato che il 75% usa pronomi o combinazioni di pronomi che non rientrano nella costruzione binaria del genere. 

“L’espressione del pronome di un individuo, o anche la decisione di evitarli del tutto, è un riflesso molto importante dell’identità di una persona. Il rispetto dei pronomi fa parte della creazione di un ambiente favorevole e di accettazione”. La mossa di Instagram è stata ampiamente celebrata sui social media e molti utenti hanno incoraggiato altri siti e social media a seguirne l’esempio. Altre piattaforme attualmente consentono inoltre ai propri utenti di aggiungere pronomi ai propri profili. Le app di incontri, come OkCupid, hanno già introdotto la funzione, così come altre app come Lyft. È interessante notare che Facebook ha consentito agli utenti di scegliere i propri pronomi a partire dal 2014, sebbene la funzione si limitasse a She/Her, He/Him, They/Them. 

Un piccolo aggiornamento che è un grande passo verso l’inclusività

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Tuttavia, molte persone non sono ancora sicure e non sanno cosa siano i pronomi, se debbano condividerli e perché siano importanti. She/Her, He/Him, They/Them sono pronomi personali di uso comune usati nel linguaggio quando ci riferiamo a noi o ad altre persone. Perché qualcuno dovrebbe aggiungere i propri pronomi al proprio profilo? In genere, la società ci ha insegnato a fare ipotesi automatiche su quali pronomi usare per qualcuno. Se una persona sembra essere di sesso maschile siamo spinti a usare il pronome lui, mentre se l’aspetto di una persona sembra essere femminile, è probabile che useremo lei.

Però il genere non è sempre così semplice. A volte l’identità di genere di una persona (il modo in cui la persona si identifica internamente in termini di genere) non è in linea con il sesso o l’orientamento. Inoltre, non tutti si identificano strettamente come maschi o femmine. Mentre molte persone transgender si identificano come maschio o femmina, alcune non lo fanno e potrebbero invece riferirsi a se stesse come genderqueer o gender fluid ad esempio.

Per rispetto e sensibilità queste persone dovrebbero essere chiamate con i pronomi riferiti al genere cui sentono di appartenere. Quindi, quando una persona include i suoi pronomi di genere sul proprio profilo o in altre occasioni, come la firma dell’email o quando si presenta, sta informando i suoi conoscenti su quali pronomi vorrebbe che gli altri usassero nei suoi confronti.

La scelta di Instagram è stata celebrata sui social media

Dichiarare pubblicamente i pronomi è una scelta che dovrebbero poter abbracciare anche le persone cisgender: sarebbe uno dei modi più semplici e immediati per essere e definirsi un alleato LGBT+. Molte persone transgender e non binarie scrivono i loro pronomi nelle loro biografie sui social media: quando sono solo le persone trans e non binarie a farlo è facile per loro essere prese di mira online e sentirsi isolate.

Più alleati cisgender lo fanno, più questo atto sottrae potere a coloro che non rispettano il diritto delle persone di scegliere come preferiscono essere chiamate, e che usano il misgendering come atto discriminatorio. La visualizzazione dei pronomi può aiutare a normalizzare questa pratica e a destigmatizzare l’idea binaria ed eteronormata della società. Più persone lo fanno, più si potrà normalizzare questo comportamento e rendere migliore per tutti il ​​processo di condivisione e accettazione dei pronomi e delle identità LGBT+. 

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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