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Into the wild: due libri, un film, un modo di viaggiare e vivere la natura

Into the Wild è l'avventura di un ragazzo che ha ispirato e continua a ispirare centinaia di animi selvaggi

Quante volete avete pensato “mollo tutto e faccio il vagabondo”? Mollare il telefono, il lavoro e tutte le comodità per vivere in modo semplice ma profondo, connessi con la natura, nel qui e ora Conoscerete tutti la storia narrata nel film Into The Wild si Sean Penn e nel libro di jon Krakauer Nelle terre estreme. Si tratta della vicenda Christopher McCandless, noto anche con lo pseudonimo Alexander Supertramp, viaggiatore americano che dopo la laurea ha mollato la famiglia e i costrutti della società per vivere nella natura. Il coraggio di Christopher e le avventure della sua vita hanno ispirato moltissime persone.

Into the wild: la storia di Alexander Supertramp

Christopher McCandless, è un ragazzo americano benestante che, dopo la laurea nel 1990, decide di donare il denaro fornito dai genitori e abbandonare amici e famiglia per sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non riesce più a vivere. Inizia a viaggiare per due anni negli Stati Uniti e nel Messico del nord, sotto lo pseudonimo di Alexander Supertramp. Vuole sfuggire dal futuro certo e programmato che la società e la famiglia volevano per lui. Ispirato anche dal capolavoro di Thoreau “Walden. Vita nel bosco”.

Durante il suo lungo viaggio verso l’Alaska incontrerà diversi personaggi a cui cambierà la vita con il suo messaggio di libertà e amore. Da loro riceverà la formazione per affrontare le fredde terre dell’Alaska. Qui trova la natura selvaggia ed incontaminata che lo porta a conoscere la vera felicità interiore, da cui viene pervaso.

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In Alaska, Christopher vive cibandosi di selvaggina e bacche. Trova rifugio in un vecchio autobus abbandonato. Dopo diversi mesi in queste terre il giovane viene trovato morto nel settembre del 1992 da dei cacciatori. Potrebbe essere morto di fame o per avvelenamento. Nei suoi ultimi giorni scriverà su uno dei libri che era solito leggere “Happiness is only real when shared”: la felicità è autentica solo se condivisa.

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Il film e i libri

La storia di Alexander Supertramp ha suscitato fin da subito stupore e curiosità. Un giovane, benestante, laureato, di buona famiglia estremamente infelice che preferisce vivere nella natura piuttosto che negli agi della società moderna. Sembra un paradosso ma in verità Ciò che Christopher stava cercando era solo una vita autentica. Un’esistenza da vivere a pieno a cui dare significato, senza fronzoli, contratti, beni da ostentare o aspettative da soddisfare. In fin dei conti le questioni da cui il viaggiatore stava scappando sono spesso motivo di ansia e insoddisfazione in tutti noi.

Da questa vicenda così forte e simbolica sono nati prima il libro “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer. Successivamente il film Into the Wild di Sean Penn. Il libro racconta la vita del nomade Christopher McCandless, ricostruita tramite gli scritti del suo diario e i racconti delle persone che lo incontrarono durante il suo viaggio verso l’Alaska. Proprio a questo librò si ispirò Sean Penn per l’adattamento cinematografico che tutti conosciamo. Un omaggio a Christopher e al suo sogno. Più recente invece, è Into the wild truth, libro scritto da Carine McCandless, la sorella di Christopher. Nel suo racconto la sorella cerca di spiegare la loro infanzia e i dissidi familiari che portarono Chris in viaggio.

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Grazie a questi libri e al film Christopher, o meglio Alexander Supertramp, ha ispirato centinaia di persone, avvicinandole al desiderio di vivere seguendo il loro animo selvaggio, alla ricerca della felicità autentica e del proprio io. Un nuovo modo di viaggiare e di vedere la vita di tutti i giorni. Se non conoscete la storia di McCandless vi consiglio di recuperare con i libri e con il film Into the Wild, disponibile su Amazon Prime Video.

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  • McCandless, Carine (Autore)

Vivere un po’ più Into The Wild

Partire con uno zaino da viaggio, scarpe comode e via. Non è sempre così facile, non è nemmeno necessario abbandonare amici, famiglia e vita di sempre. Però staccare e concedersi momenti di riflessione è importante. Fare esperienze nella natura, riconnettersi alla propria interiorità… detto così fa un po’ maestro zen ma la verità è che senza accorgercene spesso trascuriamo noi stessi e ciò che ci sta davvero a cuore. Il lavoro, la vita frenetica, le aspettative sociali, l’opinione degli altri. Dovremmo spegnere tutto e capire ciò che davvero desideriamo per la nostra vita.

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La pandemia poi ci ha portati a ripensare le nostre abitudini e ci siamo spesso accorti che rallentare i ritmi non è sempre nocivo. Perchè non ripensare la nostra vita in generale? Se la storia di Christopher ci fa riflettere, forse una lezione la potremmo imparare: cerchiamo di vivere in modo autentico e di cercare la felicità. Non è un segreto che molte città si sono spopolate e la gente ha iniziato a rivalutare la vita dei piccoli centri. Abbiamo parlato anche della possibilità di fare smart working nelle seconde case ad esempio, in modo da trovare anche dei momenti per sè. Ma anche per ridurre l’impatto ambientale.

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Cosa si potrebbe fare per vivere più a contatto con la natura? Vivere in modo più green con piccoli accorgimenti e magari staccare un po’ dal mondo connesso e dedicarsi a passeggiate e meditazione. Ma anche semplicemente, smetterla di confrontarsi con gli altri, imporsi obiettivi impossibili per sentirsi realizzati a livello sociale, rincorrere traguardi “imposti”. Basterebbe assecondare di più i proprio tempi e ascoltare i propri bisogni: avere il contratto indeterminato e accasarsi prima dei 30 anni lo desiderate davvero o è una pressione che viene dall’esterno? Per liberarsi dalla pressione della società non è obbligatorio rinunciare ad avere una casa e un lavoro. Si può attuare una rivoluzione gentile che pone al centro noi stessi, non gli obblighi che arrivano da fuori.

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Viaggiare in modo selvaggio

Into the Wild ha ispirato anche tanti viaggiatori. Per un viaggio più sicuro e tranquillo, specie visti i tempi che corrono, è meglio però partire attrezzati. Christopher inizialmente viaggiava con più strumenti e a bordo di un auto, ha poi dovuto lasciare tutto a causa di un’alluvione. Se ci si vuole ispirare alle sue avventure si può pensare di fare un campeggio, muniti degli strumenti necessari, come la tenda, uno zaino da viaggio, tutti gli accessori per godersela senza appesantirsi troppo. Con il giusto abbigliamento e affidandosi a istruttori e strutture preposte, potete concedervi anche attività avventurose come arrampicate o percorsi.

Oppure viaggiare in camper. Spostarsi e vedere tante nuove mete ogni giorno. Potreste anche fare smart working, con un router portatile. Altri viaggio perfetto per chi vuole abbandonare il lusso e cercare se stesso: il cammino di Santiagio. Vi serviranno scarpe molto comode, cappellino, zaino e tanta forza di volontà. Un’esperienza da condividere con tanti nuovi amici che troverete sulla via. Lo so che la vita Into the wild non ha comodità, comfort, power bank o altro, ma l’esempio di Christopher è per certi versi estremo. La sua forza e il coraggio di vivere in modo quasi ascetico sono un modello, ma si può davvero cambiare il proprio modo di viaggiare senza stravolgere tutto. Siete persone abituate a stare in hotel? Prendetevi una tenda, o un appartamento che vi permetta di vivere come dei local. Scegliete un ostello che vi consenta di condividere con nuove persone la vostra avventura. Uscite dalla comfort zone.

Lasciatevi ispirare da Into the Wild

Se Into the Wild vi ha colpiti, lasciatevi coinvolgere. Prenotate un’escursione, andate in montagna a cercare un percorso di quelli che vi imbragano e vi tocca camminare sui ponti sospesi. Meditate. Rinchiudetevi in luogo silenzioso e dedicatevi a voi stessi. Per vivere più a contatto con la natura, basta non lascarsi spaventare dalle novità, abbandonare qualche ora lo smartphone e godersi il panorama.

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Martina Ferri

Laureata in filosofia, gattara, vegetariana e vesto sempre di nero. Ora che vi ho elencato i motivi per cui potrei sembrare noiosa, posso dirvi che amo la musica, i libri, la fotografia, la pizza, accamparmi in tenda vicino al main stage di qualche festival! Che dite, ho recuperato?

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