Lo scorso martedì in Iran un cyberattacco ha interrotto la vendita di benzina, causando lunghe code alle stazioni di servizio in tutto il Paese. Dal canto suo, l’Iran ha ammesso di essere in allerta per quanto riguarda gli attacchi hacker, che in genere ha attribuito a Stati Uniti e Israele. Di tutta risposta, gli US hanno accusato l’Iran di irrompere nelle loro Reti. Una situazione scomoda, che ha avuto grosse ripercussioni sulla distribuzione di carburante.
Iran: cyberattacco blocca la vendita di benzina nel Paese
“L’interruzione del sistema di rifornimento delle stazioni di servizio nelle ultime ore è stata causata da un attacco informatico. I tecnici stanno risolvendo il problema e presto il processo di rifornimento… tornerà alla normalità“. Così ha riferito l’emittente statale IRIB. In particolare, però, il Ministero del Petrolio ha affermato che soltanto le vendite di benzina a tariffe economiche con carte rilasciate dal governo sono state bloccate. In questo caso, gli utenti hanno visto comparire la scritta “cyberattack 64411“.
A quanto pare, invece, sarebbero permessi gli acquisti di benzina ad alto costo. In ogni caso, quello che conta è che l’interruzione della distribuzione di carburante arriva appena una settimana prima della ricorrenza delle proteste del 2019 riguardo l’aumento del costo della benzina. In questa occasione, un cyberattacco ha mandato in tilt l’intero sistema di distribuzione. E non sembrerebbe un caso. Nel giro di poche ore i social media si sono riempiti di video che mostrano cartelli con suscritto “Khamenei, dov’è la nostra benzina?“. Il danno, insomma, è stato evidente. Come si risolverà la situazione lo scopriremo a breve.
In fondo, non è la prima volta che un cyberattacco in Iran ha messo a rischio la vita degli abitanti. La scorsa estate, ad esempio, un attacco hacker ha mandato in tilt l’intero sistema ferroviario del Paese. A distanza di mesi, la situazione si è riproposta. Chi sta prendendo di mira l’Iran allora?
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