Il 2 gennaio di 99 anni fa nasceva una delle più grandi menti nel campo della scrittura e della scienza. Vi parliamo oggi di Isaac Asimov, autore e biochimico russo divenuto famoso per le sue opere di fantascienza e divulgazione scientifica, all’avanguardia e in anticipo sui tempi.
image credit: sciencecue.itUna mente razionale oltre la media
Umanista, razionale ed ateo, secondo i test dell’epoca Asimov aveva un quoziente intellettivo di ben 160 punti; fu membro onorario del Mensa per alcuni anni nonostante non approvasse le società elitarie. Il punto di vista di Asimov è tanto vasto quanto complesso: i numerosi ambiti in cui discusse il suo pensiero sono vari in numero e qualità, il tutto supportato da oltre 500 pubblicazioni.
Figlio di bottegai ebrei emigrati negli Stati Uniti, il giovane Isaac iniziò ad appassionarsi alla fantascienza grazie al negozio di giornali dei genitori. Dopo la laurea in chimica nel 1939 l’esordio letterario, i rapporti con le riviste, il master e il dottorato. Così giunsero gli anni 50 e 60 ricchi di romanzi, saggi e trattati di divulgazione scientifica; il culmine della carriera era arrivato.
Non solo fantascienza
Fin dall’epoca del New Deal, era democratico e progressista riguardo molti temi politici. Affrontò la questione israeliana e argomenti delicati come l’energia nucleare e l’eugenetica, per cui si schierò favorevolmente solo per dimostrarne il sicuro fallimento.
Durante la guerra fredda maturò l’idea di una possibile dittatura autoritaria dominata da un’élite tecnocratica: un duro governo “illuminato” in grado di garantire la sicurezza mondiale, a fronte di stati mal funzionanti ed in conflitto tra loro a tal punto da raggiungere i “due minuti alla mezzanotte” dell’Orologio dell’Apocalisse. Come teorizzò Asimov: “una buona dittatura è comunque meglio di una cattiva democrazia” e al contempo “gli ideali in cui credo sono pace, libertà e sicurezza per tutti. Lo stato-nazione è obsoleto: abbiamo bisogno di un governo mondiale federale”.
Ora analizzando e, soprattutto, contestualizzando questa frase ci accorgiamo di quanto Asimov non avesse paura di esprimere le sue opinioni e di immaginare il futuro alla stregua delle difficili condizioni dell’epoca. Il cinismo di Asimov emerge soprattutto quando chiarisce il punto di vista in uno dei suoi racconti in cui, dopo un mondo sull’orlo di un inverno nucleare, cerca una soluzione ponendo ai vertici di una dittatura le macchine, supportate dalle tre leggi della robotica di cui parleremo dopo.
Insomma, una mente a tutto tondo ricca di concetti e di idee che meritano l’attenzione di tutti a distanza di decenni. Un animo deciso che incarna appieno i valori dell’umanesimo come l’investigazione umana attraverso la razionalità di pensiero.
Il “profeta della robotica” e l’intelligenza artificiale
Asimov è ricordato spesso per essere il fondatore delle famose tre leggi della robotica: principi infallibili che permetterebbero alle macchine di coesistere con l’uomo proteggendolo, da sé stesso e dagli altri, e supportandolo in ogni tipo di attività.
- Prima Legge: Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
- Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge.
- Terza Legge: Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Anche se siamo ancora lontani dalla opere come “Io, robot” o “I Robot e l’Impero”, l’intelligenza artificiale è oggi uno dei più grandi trend della rivoluzione digitale, o industria 4.0 nelle realtà più manifatturiere. A partire dalla catena di montaggio di Ford, i processi industriali odierni non potrebbero esistere senza una realtà robotica.
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Asimov era talmente affascinato da questo mondo tanto da entrare nel dettaglio filosofico della questione molteplici volte. In uno dei suoi racconti, “L’ultima domanda” del 1956, il supercomputer protagonista della storia maturava una coscienza propria nel corso del tempo fino ad assumere lo status di vero e proprio Dio. Solo una fantasia per il mondo in cui viviamo ora anche se i robot immaginati da Asimov sono sicuramente presenti in altre forme all’interno della nostra società.
L’Internet of Things o la rivoluzione 5G sono solo alcuni dei tanti passi in avanti. Le nostre stampanti wireless sono già perfettamente in grado di farci trovare nella cassetta della posta un pacchettino con la cartuccia nuova prima di finire l’inchiostro: il tutto grazie a pochi sensori e l’autorizzazione della nostra carta di credito.
Non saranno le versioni umanoidi dei robot a governare la nostra vita nei prossimi anni e probabilmente non ci sarà una crisi mondiale per via di un esemplare difettoso che vuole distruggere l’umanità. Tuttavia l’ansia generale verso il tema non fa altro che accrescere l’interesse rendendo interessanti e appetibili racconti, film e teorie futuristiche in stile “Io, robot” (film).
Le previsioni di Asimov per il 2019
In un articolo apparso il 31 dicembre 1983, recentemente ripubblicato, Asimov raccontava come sarebbe stato il mondo nel 2019. Il quotidiano canadese invitò l’autore a ripercorrere l’idea di George Orwell in “1984”. Alla domanda “Come sarà il mondo tra 35 anni?” Asimov rispose delineando un futuro caratterizzato da tre elementi principali:
- una possibile guerra nucleare
- una forte “computerizzazione”
- l’utilizzo dello Spazio in larga scala
A fronte di una, fortunatamente, evitata guerra atomica – ricordiamo che all’epoca la crisi tra Unione Sovietica e Stati Uniti era al culmine – per Asimov l’informatizzazione sarebbe diventata fondamentale per governi e nazioni e ancor più essenziale per la quotidianità di tutte le persone.
Dal punto di vista lavorativo, anche un recente studio di Deloitte pubblicato su The Guardian ha affermato che “La tecnologia ha creato più posti di lavoro di quelli che ha distrutto”. La progettazione, installazione e manutenzione delle macchine come futuro dell’uomo è stata una teoria espressa più volte nei libri di Asimov.
Questo passaggio non sarebbe stato del tutto indolore: la fase di transizione, secondo Asimov, avrebbe dovuto affrontare tutte quelle criticità legate all’uomo attraverso ponendo l’attenzione verso temi come: il sovrappopolamento, rifiuti ed inquinamento, collaborazione tra le nazioni.
Il continuo incremento di popolazione andrebbe contenuto incoraggiando politiche di controllo delle nascite, l’irresponsabilità umana nell’inquinare il pianeta dovrebbe essere frenata dagli strumenti tecnologici presenti e la pace mondiale dovrebbe essere garantita considerando minacce globali tutte quelle situazioni di odio e non collaborazione tra le nazioni. Idee molto chiare e una lungimiranza contornata ad un po’ di utopia.
“Anche da giovane non riuscivo a condividere l’opinione che, se la conoscenza è pericolosa, la soluzione ideale risiede nell’ignoranza. Mi è sempre parso, invece, che la risposta autentica a questo problema stia nella saggezza. Non è saggio rifiutarsi di affrontare il pericolo, anche se bisogna farlo con la dovuta cautela. Dopotutto, è questo il senso della sfida posta all’uomo fin da quando un gruppo di primati si evolse nella nostra specie. Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio, e il linguaggio ancor di più; si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d’oggi, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola“.
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