fbpx
CulturaNewsScienzaSpazio

Italia nello Spazio: ecco perché andarne fieri

Forse sottovalutate la cosa, ma l'Italia è una delle nazioni pioniere nelle esplorazioni spaziali ed è una cosa di cui andare particolarmente orgogliosi.

TOP AUTHOR

Spazio, l’ultima frontiera. Forse per l’equipaggio di Star Trek, ma non per l’Italia, che con lo spazio ha un rapporto particolare e davvero intenso. Sono infatti oltre 200 le aziende italiane che lavorano nella space economy, più di 7000 professioni coinvolti. Ma non è una novità, perché l’Italia è una delle nazioni pioniere nelle esplorazioni spaziali.

No, non c’é bisogno di andare indietro nel tempo fino a guardare attraverso il telescopio di Galileo Galilei. Parliamo della storia recente, dell’era in cui lo spazio abbiamo smesso di guardarlo soltanto e abbiamo iniziato a esplorarlo in prima persona, mandando sonde e astronauti a fluttuare a centinaia di chilometri dal nostro pianeta.

Il nostro Paese, forte anche di una collaborazione di lunga data con l’americana NASA, vola in orbita almeno dagli anni Sessanta del secolo scorso. E ha partecipato e anche comandato diverse missioni spaziali di massima importanza per l’esplorazione del cosmo. Gli italiani sono sempre stati un popolo di esploratori anche spaziali.

Kena Mobile 130 GIGA Minuti illimitati e 500 SMS a soli 6,99€ – Attivazione 4,99€ – Sim e consegna gratis

In questo articolo abbiamo quindi voluto fare una carrellata dei risultati più brillanti che l’Italia ha ottenuto nello spazio, dagli astronauti arrivati in orbita agli ingegneri che lo hanno reso possibile. Per farci provare un po’ di orgoglio guardando verso il cielo stellato, ma anche per far sapere a tutte le ragazze e ragazzi che sognano di volare in orbita (e magari anche su altri pianeti), che nello spazio potranno parlare italiano.

Progetto San Marco: Italia è la prima nazione europea ad aver lanciato un satellite

Quando si parla Italia nello spazio, il primo nome da ricordare è quello di Luigi Broglio. Ingegnere e militare aeronautico, è considerato il padre dell’astronautica italiana. Perché grazie al suo talento ingegneristico e ai suoi rivoluzionari sistemi di calcolo aerospaziale, collaborò a stretto contatto con la NASA negli USA, un fatto che gli permise di entrare nella storia dell’esplorazione spaziale — e di portarci anche l’Italia.

Infatti, ideò il Progetto San Marco, un progetto di cooperazione tra Italia e USA che ha portato alla messa in orbita del primo satellite italiano, il San Marco 1. Che in un periodo di piena Guerra Fredda, fu il primo satellite al mondo lanciato in orbita da un Paese diverso da Usa e Urss.

italia spazio
Piattaforma di lancio San Marco a Malindi – 1964

Il lancio del primo satellite europeo avvenne il 15 dicembre 1964, alle ore 21:24 italiane, dalla base di Wallops Island sulla costa est degli Stati Uniti. Il satellite San Marco 1 aveva una forma cilindrica con quattro antenne radiali e una massa di 115 kg. La sua missione era di studiare la densità dell’atmosfera terrestre e le sue variazioni dovute all’attività solare. Il satellite rimase in orbita per circa quattro mesi prima di rientrare nell’atmosfera.

Il successo del lancio del San Marco 1 fu un grande orgoglio per l’Italia e per la scienza italiana. Broglio continuò a sviluppare il Progetto San Marco con altri quattro satelliti lanciati tra il 1967 e il 1988. Inoltre, creò la Scuola di Ingegneria Aerospaziale dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza” e la base spaziale italiana di Malindi in Kenya, che Broglio volle costruire sull’equatore per sfruttare la rotazione terrestre in fase di lancio. La base di lancio? Una ex-piattaforma petrolifera. Il padre dell’astronautica italiana morì a Roma nel 2001, lasciando un’eredità importante per l’Italia nello spazio.

Amalia Ercoli-Finzi e la missione Rosetta

Se Broglio segnò l’inizio di una collaborazione virtuosa fra gli ingegneri italiani e lo spazio, sono tantissimi quelli che hanno seguito le sue orme. Soprattutto negli anni recenti, con l’intensificarsi dei lanci di sonde automatizzate per esplorare il nostro sistema solare, con l’agenzia europea ESA e quella italiana ASI protagoniste.

Un’ingegnera italiana ha infatti giocato un ruolo fondamentale in una delle più importanti missioni europee nello spazio: la missione Rosetta. Amelia Ercoli-Finzi ha infatti sviluppato un elemento chiave di questa missione, la prima a far atterrare una sonda su una cometa.

amelia ercoli finnzi missione rosetta
Amelia Ercoli-Finzi

A lei dobbiamo infatti lo sviluppo dello strumento SD2, il trapano che ha perforato la superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko per prelevare dei campioni di materiale. Questa operazione ha permesso di studiare la composizione e l’origine della cometa. Considerata una testimonianza della formazione del sistema solare.

Infatti, come la stele di Rosetta ci permise di comprendere i geroglifici, dandoci dei punti di riferimento per tradurli, la missione Rosetta e le rilevazioni fatte con il trapano SD2 ci permetteranno di interpretare il nostro sistema solare, che le comete attraversano continuamente. Scoprendo la composizione chimica interna e studiandone le attività, possiamo scoprire meglio il nostro sistema solare. E possiamo farlo grazie al genio di un’italiana, che non ci sorprende sapere nominata Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2020.

Offerta
LEGO 21321 IDEAS - ESTACIÓN ESPACIAL INTERNACIONAL - 16+...
  • Dimensioni della confezione (L x P x A): 6,9 x 26,2 x 38,2 cm
  • Descrizione fascia d'età: 16
  • Montaggio richiesto: sì

Italia terra di navigatori ma anche comandanti della ISS

Il 31 ottobre 2000 i primi tre astronauti misero piede sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), una delle opere di cooperazione globali più importanti di sempre e senza dubbio fra i più importanti passi per l’esplorazione spaziale. I tre astronauti che inaugurarono questo laboratorio scientifico orbitale erano russi e americani. Ma il primo europeo a entrare nella ISS ancora in costruzione è italiano, Umberto Guidoni. Roberto Vittori aiutò a installare dei rilevatori di materia oscura, Paolo Nespoli è l’europeo che è rimasto più a lungo in orbito, quasi un anno fra le varie missioni (anche sull’ISS).

Tuttavia, Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano sono stati anche comandanti della ISS, la Stazione spaziale internazionale. Un risultato che dimostra senza dubbio il loro talento da astronauti, ma anche l’importante ruolo dell’Italia nello spazio.

cristoforetti parmitano italia spazio
Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, comandanti della Stazione spaziale internazionale

Samantha Cristoforetti è stata la prima donna italiana a volare nello spazio nel 2014, quando ha partecipato alla missione Futura dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Durante i suoi 199 giorni a bordo dell’ISS, ha stabilito il record di permanenza femminile nello spazio e ha condotto numerosi esperimenti in ambito biologico, fisico e medico. Nel 2022, è tornata nello spazio con la missione Alpha e ha assunto il ruolo di comandante dell’ISS per l’Expedition 66, diventando la prima donna europea e la terza donna al mondo a ricoprire questa carica.

Luca Parmitano è stato il primo italiano a svolgere una passeggiata spaziale nel 2013, durante la sua prima missione Beyond dell’ESA. Nel 2019, è tornato nello spazio con la missione Beyond e ha preso il comando dell’ISS per l’Expedition 61, diventando il primo italiano e il terzo europeo a farlo. Durante i suoi 166 giorni totali nello spazio, ha realizzato sei passeggiate spaziali per un totale di 33 ore e 9 minuti, stabilendo il record europeo.

Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano sono arrivati ad altezze raggiunte da pochissimi (sia letteralmente che nella carriera da astronauti). Se cercate due eroi spaziali, non dovete cercare lontano.

Il lanciatore Vega… parla italiano

Il genio italiano trova sempre il modo di eccellere. Ma il ruolo dell’Italia nello spazio non se lo sono ritagliati solo alcune grande personalità, che pure ci sono. L’ASI e il sistema universitario e di ricerca del nostro Paese (ma anche il settore privato) hanno dimostrato più volte di poter dare un contributo. E il lanciatore Vega lo dimostra in maniera esplosiva.

Vega è un vettore spaziale europeo sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per il lancio di piccoli satelliti in orbita terrestre bassa. Piccoli per modo di dire: pesano dai 300 ai 1500 chilogrammi. Ha un corpo singolo a quattro stadi, è alto circa 30 metri, con un diametro massimo di circa 3 metri e con un peso al decollo di 137 tonnellate. Inoltre, è tutto in fibra di carbonio una caratteristica che pochi altri lanciatori hanno.

Lancia in orbita oggetti di diversa natura dal 2012 ed è gestito dalla società Arianespace. Finora ha effettuato venti lanci con successo su ventidue tentativi. Tra i carichi utili più notevoli ci sono stati: LISA Pathfinder, un satellite per la rilevazione delle onde gravitazionali; Intermediate eXperimental Vehicle, un veicolo sperimentale per la rientro atmosferico; PRISMA, un satellite per l’osservazione della Terra con uno spettrometro iperspettrale. Un satellite italiano, dovremmo aggiungere.

La cupola della ISS è molto italiana

Pensate alle più belle fotografie del nostro Pianeta viste dall’alto. Non vi stupirà sapere che sono state scattate, spesso, attraverso il vetro della cupola della Stazione Spaziale Internazionale. Quello che forse non sapete è che quel sistema è made in Italy. Alla faccia di chi ci dice che sappiamo fare solo pasta e pizza.

cupola ISS parmitano

L’hanno costruta in Europa, e lo ha fatto Thales Alenia Space Italia sotto contratto dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Oltre che per foto e video che ci aiutano a cambiare totalmente prospettiva, la cupola nell’ISS ha un valore essenziale. Permette di osservare le operazioni esterne, come le attività robotiche, l’attracco dei veicoli e le passeggiate spaziali.

Ha una forma cilindrica con una finestra circolare sul tetto e sei finestre laterali, tutte dotate di protezioni richiudibili per proteggerle da contaminazioni e impatti con detriti o micrometeoriti. Inoltre, può ospitare la postazione robotica che controlla il braccio manipolatore remoto dell’ISS. Ci stanno comodi due membri dell’equipaggio contemporaneamente ed è collegata al lato dell’ISS rivolto verso la Terra. Dove i nostri astronauti hanno potuto guardare verso casa che è la stessa casa della cupola.

L’Italia avrà uno spazioporto: quello di Grottaglie

Il passato dell’Italia nello spazio è luminoso come una stella. Ma anche il futuro promette di continuare in questa tradizione. Perché lo spazio, da frontiera da esplorare, sta diventando anche una meta da visitare. I lanci di Virgin Galactic lo dimostrano. E la società del miliardario Richard Branson ha già firmato degli accordi con l’Italia e con ASI per utilizzare il nostro Paese come spazioporto anche commerciale.

Lo spazioporto di Grottaglie è un progetto ambizioso che mira a trasformare l’aeroporto di Taranto-Grottaglie in una base per i voli spaziali suborbitali e orbitali. Il Ministero delle Infrastrutture e dall’Enac, l’Ente nazionale aviazione civile, hanno già firmato gli accordi per rendere spaziale l’aeroporto tarantino, che fu costruito nel 1916.

Ma Grottaglie da anni ospita attività di ricerca, sperimentazione e test di prodotti aeronautici, tra cui il primo volo del velivolo senza pilota Sky-Y nel 2007.

Lo spazioporto sarà dotato, sembra, di una pista lunga 3.200 metri, oltre che di strutture dedicate al lancio e al recupero dei veicoli spaziali. Lo spazioporto sarà anche un laboratorio del trasporto aereo del futuro, con attività legate ai droni e ai microsatelliti. Insomma, possiamo guardare al futuro con interesse: l’Italia vuole diventare un punto centrale anche per il futuro dello spazio, che sarà più accessibile e anche commerciale.

Podcast e documentari per approfondire

spazio italiano documentario

“Spazio Italiano, dalle origini al progetto San Marco”

Prodotto da Istituto Luce-Cinecittà con il Patrocinio di Agenzia Spaziale Italiana, MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Roma Capitale e con il sostegno di Thales Alenia Space, CIRA, Altec, Lucana Film Commission, Aeronautica Militare Italiana.

Se l’argomento “spazio italiano” vi appassiona, sappiate che abbiamo in caldo due suggerimenti per voi.
Il primo è “Volare“, podcast gratuito che potete ascoltare su RaiPlay Sound. Il podcast ripercorre la storia spaziale italiana. Se non ne avete ancora abbastanza l’altro suggerimento è quello di guardare su Sky, “Spazio Italiano, dalle origini al progetto San Marco“, il film documentario diretto da Spagnoli e scritto con Francesco Rea, che racconta una storia lunga, avventurosa, ricca di protagonisti, e soprattutto decisiva più di quanto non sia noto.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Fjona Cakalli

Amo la tecnologia, adoro guidare auto/camion/trattori, non lasciatemi senza videogiochi e libri. Volete rendermi felice? Mandatemi del cibo :)

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

Ti potrebbero interessare anche:

Un commento

  1. nota di modifica. la missione alpha e l’expedition 66 sono di Thomas Pesquet, astronauta francese. La missione di Samantha si chiama Minerva, expedition 67/68

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button