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Un pesce di nome Wanda di Charles Crichton – Il filo nascosto

Per il nuovo appuntamento de Il filo nascosto, rimaniamo nel 1988 con Un pesce di nome Wanda.

Heist movie, rom-com, screwball comedy e persino noir. C’è tutto questo e molto altro in Un pesce di nome Wanda, strepitosa commedia del 1988 diretta da Charles Crichton e nata dal felice connubio fra l’acuta ironia degli ex Monty Python John Cleese e Michael Palin e l’esuberante comicità di Jamie Lee Curtis e Kevin Kline, all’epoca indubbiamente fra i migliori esponenti del cinema britannico e di quello statunitense. Un trionfo dell’assurdo e del politicamente scorretto, sostenuto dalla volontà di mettere alla berlina vizi e contraddizioni di americani e inglesi e riconosciuto giustamente con 3 nomination all’Oscar e una statuetta, conquistata proprio da Kline come miglior attore non protagonista.

Dopo il precedente appuntamento con la nostra rubrica cinematografica Il filo nascosto dedicato a Compagni di scuola, rimaniamo dunque nel 1988 per una commedia dallo stile e dai contenuti completamente diversi, ma altrettanto abile a scavare nei più reconditi anfratti dell’animo umano con fini umoristici. Un successo di critica e pubblico che lo stesso cast ha cercato vanamente di replicare 9 anni più tardi con Creature selvagge, una sorta di seguito spirituale di Un pesce di nome Wanda privo però della magia dell’originale, e finito ben presto nel dimenticatoio.

Un pesce di nome Wanda: il trionfo del politicamente scorretto in un gioiello di comicità angloamericana

La banda criminale composta dal boss George Thomason (Tom Georgeson), dal balbuziente Ken Pile (Michael Palin) e dagli amanti che si fingono fratelli Wanda Gershwitz e Otto West (Jamie Lee Curtis e Kevin Kline) mette le mani su un notevole bottino di gioielli a Londra. A causa dell’avidità dei membri del gruppo, le cose iniziano però a complicarsi. George finisce in prigione, dove riceve assistenza legale da Archie Leach (John Cleese), che viene sedotto dalla femme fatale Wanda, intenzionata a scoprire dove si trovano i gioielli. Questo provoca l’ira di Otto, appassionato di Nietzsche ed estremamente diffidente nei confronti degli inglesi. Prende così il via un esilarante ménage à trois, costellato da continui imbrogli. Nel frattempo, Ken cerca di eliminare fisicamente una vecchietta testimone dei suoi misfatti, ma nonostante il suo amore per gli animali finisce per uccidere ogni volta i cani della donna.

Leggi anche la recensione su The Last of Us

Il cinema è anche fusione di culture, contaminazione di generi e intreccio di esperienze diverse e divergenti. Un pesce di nome Wanda ne è il perfetto esempio: una commedia pensata e affinata dal tempo dal Monty Python John Cleese, messa nelle mani di un anziano regista di commedie britanniche ormai in pensione come Charles Crichton e fortificata da due giovani rampanti di Hollywood. Un mix di influenze e sfumature che trova il suo perfetto completamento nella volontà di proporre al pubblico generalista una commedia lontana dai canoni del tempo, alimentata da una scrittura tagliente e da un umorismo raffinato, in bilico fra grottesco e parodia. Un miracolo comico difficilmente ripetibile, che si regge principalmente sull’incontro e sullo scontro fra diverse culture.

I personaggi di Un pesce di nome Wanda

I tre personaggi principali di Un pesce di nome Wanda rappresentano altrettante deformazioni di statunitensi e britannici. L’Otto West di Kevin Kline è esemplificativo della dabbenaggine di buona parte della popolazione americana: legge Al di là del bene e del male senza minimamente comprenderlo, chiede ossessivamente di non essere chiamato “stupido”, la sua cultura si basa su pregiudizi e approssimazione e fatica a celare l’imperialismo tipico della sua patria (esilarante la sua valutazione di “pareggio” a proposito della Guerra del Vietnam).

Archie Leach è ai suoi antipodi: vive la tipica frustrazione di chi nella vita si trova a reprimere continuamente le proprie aspirazioni in nome di una scalata sociale spesso illusoria, ed è protagonista di un matrimonio infelice con una donna che per stile, pensieri e atteggiamenti ricorda Margaret Thatcher; rinasce però improvvisamente davanti ai nostri occhi quando incontra Wanda, che al contrario ha la testa sgombra da tradizioni e sovrastrutture, proprio come il suo omonimo che nuota nell’acquario di Ken. Le stesse generalità dell’uomo non sono casuali: Archibald Alexander Leach era infatti il nome di battesimo di Cary Grant, idolo di John Cleese, che peraltro è realmente laureato in Legge. Il fatto che Grant fosse un britannico naturalizzato statunitense è l’ennesimo cortocircuito fra queste nazioni all’interno di Un pesce di nome Wanda.

Il personaggio di Jamie Lee Curtis incarna un altro lato del popolo americano: è irresistibilmente attratta dalle altre lingue (memorabili i momenti in cui in originale Kevin Kline le sussurra stereotipi in italiano, facendola inesorabilmente eccitare), ma allo stesso tempo è un’abile manipolatrice, ed è disposta a tutto per conseguire il proprio sogno di ricchezza e successo.

Una risata ci seppellirà

Un pesce di nome Wanda

Non è però da sottovalutare l’apporto a Un pesce di nome Wanda dell’altro Monty Python Michael Palin, che porta avanti le caratteristiche della comicità del celebre gruppo britannico. Il suo Ken Pile vive quasi un altro film all’interno del film: mostra fragilità con la sua balbuzie (di cui soffriva il vero padre di Palin) e tenerezza con la sua passione per gli animali, che diventa però anche causa della sua maggiore sofferenza; da animalista convinto, in una ripetuta gag al limite del demenziale uccide involontariamente i cani di un’anziana signora, finendo per piangere al loro funerale mentre il coro intona “Canis mortuus est”. Conoscendo l’umorismo corrosivo dei Monty Python, non è campata per aria l’ipotesi che dietro questo sketch si celi una critica agli stessi movimenti animalisti, spesso protagonisti di contraddizioni tali da ostacolare le stesse giuste cause da loro portate avanti.

Proprio a Michael Palin si deve inoltre l’aneddoto più macabro legato a Un pesce di nome Wanda. Al momento dell’uscita in sala del film, fece scalpore la notizia della morte dell’audiologo danese Ole Bentzen durante la proiezione, causata dal repentino ed eccessivo aumento del suo battito cardiaco per le risate dovute alla scena in cui Ken Pile finisce vittima di Otto, che gli infila ripetutamente patatine nel naso. A quanto pare, anni prima l’uomo aveva inserito pezzettini di cavolfiore nel suo naso e in quelli dei suoi parenti durante una cena, scatenando l’ilarità generale. Il ricordo di questo divertente episodio scaturito dalla sequenza di Un pesce di nome Wanda è stato purtroppo fatale all’uomo.

Anche in questo caso, la realtà è stata però in ritardo sui Monty Python, che nel loro sketch La barzelletta più divertente del mondo avevano già fatto vincere la guerra agli inglesi uccidendo letteralmente con una risata i tedeschi.

Le trovate registiche

Un pesce di nome Wanda

Fra le tante battute folgoranti e i continui momenti di irresistibile comicità fisica, emergono anche notevoli spunti di regia di Charles Crichton. Uno di questi è sicuramente il capovolgimento della macchina da presa che ci mostra Archie appeso a testa in giù durante uno dei suoi scontri con Otto. Lo stesso John Cleese è poi protagonista di un inaspettato strip tease, proposto da Jamie Lee Curtis e concluso con un’irriverente copertura dei genitali attraverso un quadro raffigurante la stessa donna che coglie Archie sul fatto. Ma non è da meno il ficcante confronto fra la sessualità dei personaggi inglesi e quella dei protagonisti americani, resa attraverso un montaggio alternato fra l’esuberanza di Wanda e Otto e il desolante distacco fisico ed emotivo fra Archie e sua moglie.

L’ironia di Un pesce di nome Wanda non agisce solo sulle culture e sui costumi, ma anche sulla politica. Dal momento che il film è uscito sul finire dell’era Thatcher in Gran Bretagna e alla conclusione del ciclo di Reagan negli Stati Uniti, è facile associare le azioni dei protagonisti ai modelli di vita e di società proposti dai rispettivi governi: la Reaganomics e il thatcherismo, con i loro elogi all’edonismo e all’individualismo, sono i protagonisti invisibili di questa intelligente commedia, in cui le due nazioni apertamente in contrasto si scoprono in fondo più vicine di quanto siano disposte ad ammettere, come sottolineato dal sublime confronto finale fra Otto e Archie.

Il lascito di Un pesce di nome Wanda

Un pesce di nome Wanda

Con la sua satira corrosiva, il suo umorismo incontrollabile e la sua voglia di scardinare i generi, Un pesce di nome Wanda è un’opera incapace di invecchiare, e perciò pienamente godibile ancora oggi, soprattutto in lingua originale. Un esempio imperituro di commedia sagace e ricca di inventiva, che assumendosi il rischio di offendere chiunque riesce a intrattenere e soddisfare gran parte degli spettatori. L’esatto contrario di quanto purtroppo avviene oggi, in un panorama audiovisivo in cui la politica del cerchiobottismo genera troppo spesso prodotti esangui e impalpabili.

«Ora, lascia che ti chiarisca un paio di cose, d’accordo? Sappi che Aristotele non era belga, e che l’essenza del messaggio del Buddhismo non è “ogni uomo pensi a sé stesso”, e la London Underground non è un movimento rivoluzionario! Questi sono tutti errori, mi sono informata!»

Il filo nascosto nasce con l’intento di ripercorrere la storia del cinema nel modo più libero e semplice possibile. Ogni settimana un film diverso di qualsiasi genere, epoca e nazionalità, collegato al precedente da un dettaglio. Tematiche, anno di distribuzione, regista, protagonista, ambientazione: l’unico limite è la fantasia, il faro che ci guida è l’amore per il cinema. I film si parlano, noi ascoltiamo i loro dialoghi.

Un Pesce Di Nome Wanda
  • Un film di Charles Crichton
  • Con John Cleese, Jamie Lee Curtis
  • Una commedia britannica

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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