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L’indie da scoprire – Spiritfarer

Lo sappiamo bene ormai, anche l’universo della produzione indipendente sa regalarci emozioni e piccoli, grandi lavori che meritano di essere premiati. Lo sanno anche i ragazzi del team Thunder Lotus Games, in grado di realizzare un titolo arrivato perfino tra i possibili candidati ai BAFTA Game Awards 2021. Stiamo parlando di Spiritfarer, che ha visto poi anche una seconda versione, la Farewell Edition, ma che è stato lanciato nel 2020 in prima battuta. Chi lo ha già provato, lo sa molto bene: il gioco di Thunder Lotus parla in primis di morte e della caducità della vita, ma in modo ben diverso da quanto abbiamo visto in Everybody’s gone to the rapture o Dear Esther. Vediamo insieme allora perché è bene riscoprire questa recente produzione nel nostro speciale “L’indie da scoprire”.

Spiritfarer, tutti i colori vivaci della morte e degli spiriti

Come appena citato, Spiritfarer non parla di temi leggeri, né facili da accettare. Lo fa però in modo coloratissimo e con uno storytelling leggero e spensierato. Per una volta, il momento dell’addio definitivo alle persone che amiamo, e alcune delle quali vengono citate addirittura nei titoli di coda di questo gioco, non avviene in modo straziante e pesante. Abbiamo per le mani un’avventura in 2D gestionale con una progressione che ben ricorda i titoli metroidvania e che ci racconta con delicatezza il momento “di passaggio”. Lo fa con una progressione costante e dal buon ritmo, proponendo un’esperienza ludica che non contempla alcun combattimento, ma solo interazioni pacifiche, funzionali e semplici, quasi quotidiane.

Spiritfarer affronta non solo la morte, ma anche la vita e i momenti precedenti l’addio, consentendoci di impersonare Stella. Lei, con il suo gatto, diventa traghettatrice di spiriti prendendo il posto di un tale Caronte, figura demoniaca ben esplicitamente tratta dal mondo delle bolge dantesche. Non immaginatevi però una ragazza “dagli occhi di bragia”, anzi. Come anticipato, il colore, la serenità e la pace caratterizzano il gameplay che ci porta a interagire in maniera totalmente pacifica con tutti gli spiriti – animali che incontriamo, perfino abbracciandoli.

E il naufragar ci è dolce in questo mare

Guardando a quanto dobbiamo fare in concreto in questo gioco, i nostri compiti riguardano in primis la gestione della nave. Dobbiamo ad esempio smantellarla subito quasi in toto, per poi rinnovarla e potenziarla. In questo modo, potremo accogliere i nostri ospiti spiriti e prepararli come si deve al momento del “passaggio”. Le meccaniche di gioco sono facili, ben intuibili e davvero immediate: dalla cucina di piatti, agli abbracci o ai semplici dialoghi. In coerenza con la volontà di ricalcare la quotidianità e normalità delle azioni inoltre, di notte il viaggio si interrompe. L’indomani mattina, ci si risveglia e riprende il ritmo circadiano che scandisce il normale progresso da un giorno all’altro.

Questo ecamotage viene inserito anche per fare sì che le azioni meno accattivanti di alcuni minigiochi possano essere equilibrate. Il team indie non ha alcuna volontà di restituire un gioco che impone quasi una catena di montaggio, ma un’esperienza rilassata, a volte anche troppo. Talvolta, le attese si possono anche fare fin troppo lunghe, dunque riempire il tempo libero non è sempre facile, ma lo possiamo impiegare conoscendo gli spiriti.

L’aspetto metroidvania invece è talvolta nociva per le tematiche. Questa sensazione deriva dal fatto che siamo portati a concentrarci più sulla progressione di gioco che sul viaggio in sé. Vero è che questo elemento permette un progresso più lento, portando ad allungare notevolmente la longevità di gioco. Il comparto grafico invece ricorda a tratti sia la produzione caratteristica dello Studio Ghibli. La resa sullo schermo è decisamente coinvolgente e convincente: morbida, quasi cartoonesca a tratti, dai forti contrasti e dalle atmosfere talvolta oniriche.

Perché giocare ancora oggi a Spiritfarer

Non è sicuramente uscito tempo addietro, ma con il numero sempre crescente di titoli che costellano il panorama indie, è facile perdere la rotta e rischiare di dimenticare stelle da ammirare in questo ampio panorama. Spiritfarer è un gioco che sa ammaliarci e stregarci con la sua narrazione colorata e morbida. Sa trattare il tema della morte e dell’addio definitivo contrastando questo momento con l’esaltazione della vita, in un gestionale fatto di piccole azioni quotidiane. Thunder Lotus parla della morte senza azioni violente, solio attraverso affetto e unioni felici.

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Francesca Sirtori

Indielover, scrivo da anni della passione di una vita. A dispetto di tutti. Non fatevi ingannare dal faccino. Datemi un argomento e ne scriverò, come da un pezzo di plastilina si ottiene una creazione sempre perfezionabile. Sed non satiata.

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