Lost Ember è il primo lavoro della neonata software house tedesca Mooneye Studios che si presenta come un’incantevole avventura esplorativa alla scoperta delle meraviglie naturali e di una storia fatta di intensi ricordi. Il titolo era già stato annunciato nel 2016 quando fu lanciata una campagna kickstarter che, nel giro di poche settimane accumulò oltre 200 mila euro alimentando la curiosità dei videogiocatori. Dopo più di 4 anni, Lost Ember è stato finalmente pubblicato e non vede l’ora di soddisfare le aspettative dei fan che nel titolo hanno supportato il progetto. Ecco quindi qui di seguito la nostra recensione di Lost Ember.
Lost Ember recensione
Lost Ember è un’avventura grafica esplorativo molto ambiziosa lontana dal mercato mainstream dei videogiochi. La nostra avventura inizia con uno spirito perduto nel mondo terreno che, dopo la morte non è riuscito a raggiungere la Città della Luce, il paradiso per gli uomini e le creature di questa terra. Lo spirito è in viaggio alla ricerca di un alleato che possa aiutarlo a finire il suo viaggio sulla Terra ma nessun’altra creatura sembra ascoltarlo salvo un lupo, protagonista di questa storia.
Da qui in poi nascerà un fortissimo legame tra lo spirito e l’animale che li spingerà nel passato per scoprire l’identità dello spirito senza memoria e la storia della civiltà che, un tempo, abitava queste terre. Di lì a poco si scopre che il lupo stesso non è altri che un’anima legata alla terra che, per via delle sue cattive azioni in vita, non raggiungerà mai la Citta della Luce. La sua natura ultraterrena gli fornisce però la possibilità di dissolvere il suo corpo di lupo e fruire temporaneamente della altre creature viventi.
Questo gli permetterà di ottenere le abilità delle magiche creature che popolano la terra ottenendo l’abilità di volare nel cielo, scavare sotto terra o scalare le montagne. Pratiche necessarie per esplorare il vasto mondo a disposizione e scoprire il passato dei due spiriti non così diversi tra loro.
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Già nei primissimi minuti di gioco ci si rende conto che Lost Ember, in qualche modo, finirà per stupire il giocatore. Il mondo in cui ci muoviamo è una meraviglia da scoprire area dopo area. Non si può definire un Open World poiché, nonostante le grandi dimensioni delle varie mappe, avremo un percorso pressoché guidato meta dopo meta. La strada “giusta” ci viene indicata infatti da piccole segnali di fumo che indicheranno un punto in cui è possibile rievocare i ricordi di alcuni personaggi umani che hanno vissuto o commesso azioni il quella zona. Punto dopo punto, scopriremo la storia dell’affascinante tribù degli Yanren, i figli dell’Imperatore, e del passato che accomuna i nostri protagonisti.
Nonostante il “percorso guidato” è possibile esplorare tutta l’area per un proprio piacere personale oppure per trovare il gran numero di collezionabili sparsi per il mondo. Alcuni di questi collezionabili arricchiranno i dettagli della trama o dei personaggi ma senza dare un reale contributo all’esperienza di gioco.
Più interessante, invece, è la ricerca degli animali in cui lo spirito-lupo può entrare per vedere il mondo con i loro occhi. Alcuni di essi devono essere “posseduti” per proseguire nell’avventura e superare gli ostacoli naturali del mondo e, pertanto, non sarà mai difficile trovarli. Altri invece, vanno ricercati con attenzione essendo ben nascosti dal percorso principale. Come già anticipato, ogni animale vi darà la possibilità di usufruire delle propria abilità: sarete in grado di librarvi nel cielo come un pappagallo, nuotare nei fiumi come un pesce o scavare sotto terra per raggiungere luoghi prima di allora inaccessibile.
La magia della natura
Ogni animale rappresenta un’esperienza di gioco e soprattutto visiva terribilmente ammaliante che vi spingerà a muovervi in giro per la mappa senza un vero scopo. Impossibile, infatti, non subire il fascino del mondo in cui ci troviamo caratterizzato da aree e biomi ben specifici, ognuno con una propria identità, fauna e flora che amerete osservare. Ci siamo ritrovati più e più volte a voler semplicemente correre nei campi o librare a pelo sull’acqua senza un vero perché, ignorando completamente la quest principale e godendoci la meravigliosa grafica.
Lost Ember è, infatti, una vera e propria esperienza visiva ed emotiva più che un videogioco come siamo abituati a conoscerlo. Non esistono nemici da sconfiggere, quest da risolvere o punti da ottenere, si tratta di un’esplorazione ambientale e psicologica regalandoci un’esperienza piacevole ma allo stesso tempo molto malinconica.
Il gioco riesce nel suo intento con uno stile grafico che riesce a cogliere ogni tipo di ambientazione: dalle vaste pianure al deserto fino alle montagne più inospitale. I colori nello schermo esplodono regalandoci una grande varietà e qualità di modelli e animazioni notevolissime, il tutto senza il benché minimo calo di frame rate o stuttering. Essendo un gioco “emozionale” grandissima attenzione è stata data alla colonna sonora di Lost Ember che ci accompagnerà per tutto questo incredibile viaggio con melodie affascinanti che si adattano perfettamente all’azione che si sta svolgendo in quel momento.
Lost Ember recensione: acquistarlo oppure no?
Lost Ember non è un gioco come gli altri, è un’esperienza sensoriale che ci ha ricordato titoli altrettanto belli e profondi come Journey o Flower. Se vi sentite pronti per partire alla scoperta di una storia fantastica preferendo alla sfida una trama profonda e un’avventura visiva non dovete lasciarvi sfuggire questo capitolo.
Ancora una volta Mooneye Studios ci ha dimostrato di come gli Indie Game siano in grado di farci sognare con poco.
Lost Ember
Pro
- Avventura grafica ed emotiva coinvolgente
- Ottimo Concept
- Colonna sonora ben realizzata
Contro
- Grado di sfida nullo
- I collezionabili non hanno nessun impatto nel gioco
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