All’evento Peek Design di martedì 8 marzo, Apple ha presentato un nuovo iPhone e un nuovo iPad. Ma l’attenzione di tutti gli appassionati di tecnologia si è concentrata sugli altri due annunci: Mac Studio e Studio Display. Un computer e un display che si rivolgono a chi lavora nel mondo della grafica, dell’editing video, del 3D. Ma ciò che ha colpito moltissimi fan della Mela è che con Mac Studio e Studio Display Apple conferma la nuova strategia già vista con i MacBook Pro l’anno scorso: dare ai professionisti più potenza, più porte, più flessibilità quando lavorano. Concentrandosi sulla sostanza invece che su funzioni innovative ma non sempre apprezzate, come aveva fatto nel recente passato.
Mac Studio riassume la nuova strategia di Apple per i professionisti
I nuovi MacBook Pro 14 e 16 sono stati apprezzati in maniera pressoché universale. Le prestazioni di M1 Pro e M1 Max sono protagonisti delle recensioni positive: il video editing mentre siete in treno o da Starbucks è diventata una possibilità reale. Ma Apple ha dimostrato di aver ascoltato le critiche dei propri utenti, tornando ad aumentare il numero di porte, fornendo tastiere più solide.
Il modello precedente invece aveva la tanto contestata Touch Bar, lo schermo OLED al posto dei tasti funzioni che si adattava all’app che stavate usando. Inoltre aveva ridotto il numero di porte in favore delle USB-C e introdotto la tastiera “a farfalla“. I nuovi laptop hanno scartato quasi tutte queste innovazioni, riportando HDMI, lettori SD e i tasti funzione. Jon Porter di The Verge sintetizza bene questo approccio: “la nuova strategia di Apple è di dare (non dire) agli utenti quello che vogliono”.
Il nuovo Mac Studio e lo Studio Display confermano questa strategia. Sono soluzioni più flessibili e potenti dell’iMac Pro, che danno agli utenti quello che serve loro per lavorare. Invece di provare a predire le tendenze di domani, danno quello che serve per lavorare al massimo oggi.
Quello che serve ai professionisti, adesso
Il nuovo Mac Studio ha un formato a metà fra il Mac mini e il Mac Pro. Ma non vuole sostituire nessuno dei due. Invece punta all’accoppiata con Studio Display per fornire un’esperienza completa a chi lavora. Come faceva iMac Pro, ma in questo caso potete separare gli acquisti: se avete già uno schermo in grado di soddisfare i vostri bisogni, potete risparmiare qualcosa. Anche se i 1.799 euro di prezzo dello Studio Display per un professionista sembrano abbordabili, soprattutto se paragonati ai circa cinquemila euro che servono per Pro Display XDR.
Il prezzo resta superiore rispetto alla concorrenza in molti casi, ma offre una risoluzione 5K e grande qualità di immagine. Inoltre integra una webcam da 12MP che sfrutta la funzionalità Center Stage, oltre a tre microfoni e sei speaker per lo Spatial Audio e Dolby Atmos. Insomma, potrebbe diventare la soluzione preferita di moltissimi professionisti che lavorano con il Mac.
Anche perché ha tre porte USB-C e una Thunderbolt, che permette anche di ricaricare un MacBook a 96W.
Più porte e più sostanza: Mac Studio incarna la nuova strategia Apple
Ma parlando di porte, il nuovo Mac Studio dimostra l’approccio ‘pratico’ che Apple sta cercando di assumere. Non pretende più di dire agli utenti quali porte dovrebbero usare. Invece offre tante alternative di diverso tipo. Infatti trovate ben 4 porte Thunderbolt nel tradizionale formato USB-A, un ingresso Ethernet, le porte HDMI (che moltissimi utenti utilizza ancora) e anche il jack audio 3,5 millimetri. Trovate porte anche sul davanti, con USB-C e anche un lettore SD per le schede memoria, che moltissimi professionisti come fotografi e videomaker utilizzano tutti i giorni.
Questa è l’architettura di base che tutti i professionisti vorrebbero dare per scontato. Una volta scoperto che avremo tante porte quante desideriamo (anche peri 3D artist che vogliono collegare più di tre schermi, per esempio) possiamo iniziare a pensare alla potenza di M1 Max e a quella straordinaria di M1 Ultra. Apple ha mostrato più volte come possa stralciare la concorrenza, compreso Intel Xeon (che includeva nell’iMac Pro).
Con le potenzialità grafiche e computazionali del nuovo processore (sotto un articolo per approfondire) non ci sono rivali (almeno fino a quando Apple non annuncerà Mac Pro). E lo fa contenendo il prezzo rispetto al passato. iMac Pro partiva da 5.599 euro, mentre Mac Studio parte da 2.349 euro, cui dovete sommare i 1.799 euro di Studio Display. Siamo a 4.148 euro. Che sono molti, ma molti di meno rispetto al vecchio iMac Pro. Con più potenza e più flessibilità. E più porte.
Questo nuovo approccio non significa che Apple stia in tutto seguendo la volontà dei professionisti. Per esempio, la possibilità di effettuare upgrade del proprio hardware diventa praticamente impossibile con i nuovi chip. Quindi gli utenti che comprano oggi un Mac Studio con chip M1 Max non potranno aumentare la RAM (c’è la memoria unificata) o migliorare la scheda video.
Ma questo compromesso arriva per aumentare la potenza di calcolo e l’efficienza. Qualcosa che i professionisti possono di certo capire di più, rispetto alle nuove funzioni poco usate e alle esigenze di design. Apple bada alla sostanza, come fanno la maggior parte di quelli che lavorano su un Mac. Ora resta da vedere se gli utenti premieranno questa nuova strategia anche sul mercato.
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