Dopo l’intervento del Garante per la protezione dei dati personali nei confronti di TikTok, che ne ha disposto il blocco in seguito alla vicenda della bambina di Palermo – vietando il trattamento dei dati degli utenti di cui l’età anagrafica non sia stata certificata – nel mirino dell’Autorità questa volta finiscono Facebook e Instagram. Infatti, con una nota sul sito ufficiale, il Garante ha dichiarato che, al fine di tutelare i minori sui social, sarebbe stato aperto un fascicolo su Facebook e Instagram.
In definitiva l’intervento e la verifica, secondo quanto si apprende dalla nota ufficiale, sono estesi anche agli altri social: l’autorità ha chiesto ai social network in questione di fornire una serie di informazioni, partendo dal presupposto che, come si legge in alcuni articoli pubblicati, la minore sarebbe stata in possesso di diversi profili aperti sui due social network. Quindi, a dispetto di quanti e quali profili avesse e qualora queste circostanze venissero confermate, i due colossi dovranno poi chiarire e verificare come sia stato possibile per una minore di 10 anni iscriversi alle due piattaforme.
Minori sui social, il Garante della privacy apre un fascicolo su Facebook e Instagram
Facebook, che possiede anche Instagram, dovrà dare riscontro al Garante entro 15 giorni, continua la nota del Garante, e inoltre le due piattaforme dovranno fornire precise indicazioni sulle modalità di iscrizione e sulle verifiche dell’età dell’utente adottate dalle stesse. Innegabilmente il Garante per la protezione dei dati personali va a colpire nel segno con il suo intervento, aprendo una discussione determinante e delicata sull’uso delle piattaforme da parte di minori. Questa serie di provvedimenti presi dal Garante potrebbero fare luce sulla legittimità di molti servizi digitali dopo anni di incertezze, indugi e poca trasparenza.
Nonostante il regolamento europeo indichi che l’età minima per iscriversi a un social network è 16 anni, salvo eccezioni e deroghe, nessuna piattaforma attualmente riesce a convalidare e accertare l’età dei propri utenti; inoltre, per la normativa Gdpr, in Italia l’iscrizione ai social deve essere autorizzata da un genitore o da chi possiede la potestà genitoriale, nel caso in cui l’età sia al di sotto dei 14 anni. In questi giorni infatti si è discusso, in merito a ciò, di stabilire una legge che possa indicare l’età minima per possedere uno smartphone e introdurre l’uso di SPID per poter accedere a piattaforme e applicazioni.
Violazione privacy minorenni, la verifica sarà estesa anche agli altri social
Una proposta ideata dalla sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa che, in un’intervista al Quotidiano Nazionale, spiega quanto sia necessario subito un tavolo che veda coinvolti a dialogare in modo serio il garante nazionale dell’infanzia, il garante della privacy, l’autorità delle telecomunicazioni, i pediatri, i neuropsichiatri, gli psicologi, i genitori, gli insegnanti, la polizia postale e le stesse aziende tecnologiche, a maggior ragione dopo la vicenda di Palermo.
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