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Morbius: com’è il film con Jared Leto

Morbius è disponibile nelle sale italiane dal 31 marzo.

Anche se non tutti sono disposti ad ammetterlo, nel corso degli ultimi anni i cinecomic si sono evoluti, non limitandosi al mero intrattenimento e cercando riflessioni e sfumature che non esitiamo a definire autoriali. Non è quindi un caso che il Marvel Cinematic Universe post Avengers: Endgame si sia trasformato in una sontuosa messa in scena dell’elaborazione del lutto e del trauma, resa ancora più manifesta dalla pandemia che stiamo attraversando, come non è un evento fortuito The Batman di Matt Reeves, con un Bruce Wayne fragile, imperfetto e in piena crisi di identità e di sguardo, come molti di noi in questa strana epoca. Sorprende quindi assistere in pieno 2022 a un cinecomic scialbo, superficiale e raffazzonato come Morbius con Jared Leto, che per il suo approccio piatto e passivo al genere sembra uscito direttamente dagli anni ’90 e ricorda le opere meno riuscite di quel periodo.

Dopo i due progetti di Venom, non particolarmente riusciti ma dotati almeno di una sincera e riconoscibile atmosfera scanzonata, il Sony’s Spider-Man Universe ci presenta un altro personaggio che presto o tardi potrebbe collidere con l’Uomo Ragno, dando vita a una origin story perennemente in bilico fra thriller metropolitano, filone vampiresco e horror d’azione, senza mai convincere da nessuno di questi punti di vista.

Jared Leto interpreta Michael Morbius, scienziato di grande fama e mente sopraffina (lo vediamo addirittura rifiutare un Nobel) che deve convivere con una rara malattia del sangue, capace di indebolirlo sempre di più. I suoi studi sul sangue artificiale lo portano a sviluppare una possibile cura per la condizione sua e del fraterno amico Milo. Le cose non vanno come previsto, e il siero sviluppato dai pipistrelli (involontario collegamento al presente: Morbius è stato girato nel 2019) lo trasforma in un potentissimo vampiro assetato di sangue.

Morbius: Jared Leto in un cinecomic deludente e fuori tempo massimo

Morbius Jared Leto

Dopo la non disprezzabile escursione fantascientifica di Life – Non oltrepassare il limite, Daniel Espinosa si confronta con un filone in continua evoluzione come il cinecomic, in un progetto dal budget alto ma inferiore alla media del genere (circa 75 milioni di dollari), col dichiarato fine di portare avanti la catena di eventi brillantemente esplicitata da Spider-Man: No Way Home (le due scene durante i titoli di coda lasciano pochi dubbi in questo senso). Purtroppo, Morbius mostra diverse falle, non tanto per l’operato del criticatissimo Jared Leto (sempre a suo agio con personaggi disfunzionali, quando ben diretto), quanto piuttosto per la frettolosa sceneggiatura di Matt Sazama e Burk Sharpless, che non sviluppa in maniera adeguata l’arco narrativo dei protagonisti, e per la regia dello stesso Espinosa, confusionaria soprattutto nelle scene d’azione e di battaglia.

Nonostante l’approfondito incipit, si fatica costantemente a comprendere le motivazioni e le emozioni dei personaggi di Leto e Smith, cresciuti come fratelli ma con personalità che divergono bruscamente a seguito dell’esperimento di Morbius. Anche se i riferimenti ai dilemmi morali del genere vampiresco sono manifesti (apprezzabile l’esplicito omaggio a Murnau), Morbius mette spesso in secondo piano sia il conflitto interiore di chi deve cibarsi di sangue umano per sopravvivere, sia il rapporto di Michael e Milo, che dopo 25 anni di fratellanza diventano improvvisamente nemici.

Viene così a mancare il cuore stesso di Morbius, che ondeggia senza costrutto fra un castrato horror PG-13 (non si vede quasi mai il sangue, problema non da poco per un’opera sui vampiri), una storia d’amore totalmente campata per aria e un action soprannaturale di cui non comprendiamo mai le dinamiche, anche a causa di una pessima CGI: le continue trasformazioni di Morbius e le scie d’aria che lo circondano gridano vendetta.

Morbius: ci sarà il sequel?

Morbius Matt Smith

A questi problemi, si aggiungono i difetti tipici del peggior cinema commerciale: cattivi costantemente e inutilmente sopra le righe, forze dell’ordine incapaci di qualsiasi azione concreta e una spruzzata di umorismo fuori luogo per smorzare la già inesistente tensione. Lontano dalla magia del Marvel Cinematic Universe, capace di parlare del contemporaneo anche nel trionfo della fantasia più sfrenata (in Spider-Man: No Way Home i villain vengono curati con un siero prima di essere riportati a casa loro: cosa c’è di più politico e attuale?), il Sony’s Spider-Man Universe si dimostra ancora una volta claudicante, e soprattutto incapace di confrontarsi con i propri riferimenti. Dove Venom trasforma Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde in una commedia fumettistica e adolescenziale fuori tempo massimo, Morbius trasforma Dracula in un impalpabile action thriller, con personaggi bidimensionali e mai interessanti.

Il finale e le già citate scene dopo i titoli di coda ci presentano un personaggio che, anche se non capiamo perché, sembra aver abbracciato pienamente l’oscurità. Nel momento in cui scriviamo, non abbiamo ancora la certezza che vedremo nuovamente alla prova il Morbius di Jared Leto, ma nel caso ci auguriamo che Marvel e Sony riescano a dare maggiore lustro e profondità a un personaggio che ha tutte le potenzialità per ricevere un trattamento migliore.

Morbius è al cinema dal 31 marzo. Sul sito ufficiale trovate l’elenco aggiornato delle sale in cui è disponibile.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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