Lo sapete che Internet è un po’ come la Svizzera? Neutrale! Si, perché il principio di Net Neutrality (che pochi conoscono) è uno degli aspetti più importanti per il suo buon funzionamento. Così come la Svizzera ha dichiarato di non voler mai prendere parte a nessun conflitto; Internet ha promesso di trasportare i nostri pacchetti di dati in giro per il mondo senza discriminarli in base a che cosa contengono. Questa importante promessa, però, sta rischiando di venire meno; e noi dovremmo preoccuparcene.
Cosa è la Net Neutrality
La Net Neutrality è un principio secondo cui un operatore di telecomunicazioni non può discriminare le informazioni che circolano sulla sua rete in base al contenuto. Questo principio è così importante da essere regolamentato per legge negli Stati Uniti, in Europa e in molti altri Paesi.
Gli Stati Uniti sono stati i primi a darsi delle regole, già nel 1934, per poi modificare la legge nel 1996. Stiamo parlando del Telecommunications Act of 1996 della Federal Communications Commission (FCC).
In Europa, purtroppo, ci siamo attivati molto più tardi, con la Net Neutrality Regulation del Parlamento Europeo. La prima versione risale al 2002, poi rivista nel 2015 e tuttora in vigore. Ogni Stato membro deve poi formulare dele leggi locali in ottemperanza alla regolamentazione europea. Alcuni Paesi, come i Paesi Bassi e la Slovenia, hanno addirittura leggi più garantiste di quanto richiesto dall’Unione. In Italia, la vigilanza è affidata ad AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), che monitora la situazione e pubblica annualmente un report dei risultati, consultabile online.
Perché la Net Neutrality è in pericolo?
Molti di noi, qui nel Vecchio Continente, non se ne sono resi conto, ma il 2 gennaio 2025, proprio negli Stati Uniti, è stata data una spallata al Telecommunication Act. Una Corte d’Appello di Washington DC ha messo in discussione l’autorità della FCC, cambiando la definizione di banda larga da “servizio di telecomunicazione” a “servizio di informazione”.
Questo cambiamento, piccolo ma significativo, mette in pericolo il principio della Net Neutrality sul territorio americano. Di fatto, i vincoli a cui sono sottoposti gli Internet Service Provider si spostano verso quelli previsti per gli organi di informazione. Realtà che, ovviamente, hanno un certo grado di discrezionalità nel decidere come erogare il loro servizio.
È importante ricordare che non è la prima volta che, proprio negli Stati Uniti, l’associazione degli operatori di telecomunicazione tenta un’operazione del genere. L’episodio precedente, fortunatamente fallito, risale giusto al 2017; ne avevamo parlato anche su queste pagine.
Che cosa può voler dire perdere la neutralità di Internet?
Se venissero meno le regolamentazioni che garantiscono la Net Neutrality, un provider sarebbe libero di limitare, sopprimere o far pagare in modo differenziato il traffico in base alle informazioni che trasporta. E questo, per noi utenti finali, avrebbe conseguenze molto significative.
Se pensiamo a Internet come a un sistema di autostrade, immaginate di non poter accedere solo perché la vostra automobile non è della marca giusta. La scelta di chi può entrare e chi no potrebbe, ipoteticamente, dipendere dal fatto che l’azienda che possiede le autostrade è azionista di una determinata casa automobilistica.
Allo stesso modo, il nostro operatore telefonico potrebbe decidere di bloccare tutto il traffico delle chiamate vocali via app per obbligarci a usare il suo servizio. Oppure, se nel pacchetto delle sue offerte è presente anche un servizio di streaming video, potrebbe impedirci di accedere agli altri servizi concorrenti o farci pagare in modo diverso il traffico da e verso YouTube.
In termini generali, i rischi per il consumatore finale sono notevoli. A seconda di chi gli fornisce il servizio di connettività, potrebbe avere o meno accesso a specifiche informazioni o servizi. Potrebbe non essere più in grado di leggere o vedere un certo contenuto online oppure di usufruire di un servizio perché non convenzionato (o non gradito) al suo Internet Service Provider.
Purtroppo, almeno per ora, non esistono soluzioni tecnologiche definitive; neppure una VPN lo è. In fondo, anche una VPN invia dati: il provider potrebbe non riuscire a leggerli, ma potrebbe comunque decidere di scartarli.
- Kimball, Danny (Autore)
Che cosa sta succedendo ora?
In Europa, per ora, nulla. La regolamentazione europea continua infatti a garantirci l’accesso a tutti i possibili contenuti e servizi (stiamo parlando di quelli leciti, ovviamente). Inoltre, negli Stati Uniti non è ancora detta l’ultima parola. La Electronic Frontier Foundation (EFF) si è attivata A difesa della Net Neutrality e, come ha dichiarato in un suo comunicato, si sta opponendo con forza al cambiamento della legge.
È difficile prevedere che cosa succederà, ma siamo abbastanza convinti che torneremo a toccare questo argomento.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API