Era novembre 2021, quando il colosso streaming della grande N rossa (da non confondere con quella di Nintendo) lanciava un nuovo servizio, in logica piuttosto singolare, disruptive e soprattutto innovativa. Un azzardo, se vogliamo, più che una scommessa, quello di Netflix nel lanciare una prima cernita di videogiochi disponibile sulla sua piattaforma, ma fruibili solo su mobile. Una mossa strategica, almeno apparentemente, con grandi sogni e aspettative per aprirsi una fetta di mercato anche nel settore videoludico, per quanto le piattaforme relative siano poche, ma che poteva servire come cavallo di Troia per cominciare a insediarsi in questo ulteriore business per ambire a successivi progressi e sviluppi.
Forse non è andata proprio come ci si aspettava, e le difficoltà da affrontare sono state parecchie, nonostante il lancio di titoli di ampio successo negli ultimi dodici mesi. Da Squid Game a Stranger Things, passando per La Casa di Carta e Bridgerton, i migliori titoli cinematografici e seriali non hanno sicuramente tenuto lo stesso passo della crescita dell’offerta videoludica della piattaforma. Vediamo insieme nel dettaglio cosa è successo e come sta cambiando il panorama attuale, a partire da novembre 2021 nel rapporto abbastanza difficile tra Netflix e videogames.
Netflix e i primi passi nel mondo dei videogames
A novembre 2021, le promesse e le ambizioni del colosso dello streaming erano davvero alte, quando aveva lanciato il suo nuovo servizio gaming. Con Netflix Games si apre dunque il marketplace in-app, simile a Google Play Pass e Apple Arcade, della grande N rossa dove gli abbonati possono scaricare giochi gratis mobile, senza pubblicità o microtransazioni richieste. Un esempio che segue a ruota quello già rodato, ma non troppo chiacchierato, di Prime Gaming.
Netflix non ha mai nascosto di voler puntare con forza e decisione su questo settore dell’intrattenimento. Lo ha fatto aprendo i battenti della sua sezione rilasciando diversi titoli gratis, oltre a realizzare diverse serie animate molto apprezzate legate all’universo gaming. Tra queste, Arcane, lo show tratto dall’universo di League of Legends, o il recente Edgerunners, serie basata sulle vicende dell’universo di Cyberpunk 2077.
La commistione tra videogiochi e serialità, o mondo del cinema in senso ampio, è stata dunque fin da subito evidente. Una mossa che trasuda non solo coerenza con il core business di Netflix, ma anche volontà di consolidare quest’ultimo, rincarando la dose con contenuti ancillari ad alcune serie di maggior successo. Tra questi, inutile ricordare Stranger Things: 1984 o Stranger Things 3: Il gioco, titoli tratti dalla creatura dei fratelli Duffer che sta per chiudersi con la quinta stagione.
Il rapporto stretto tra serie TV Netflix e videogames
Questi i presupposti, dunque: un ampliamento sì dell’offerta, ma con parecchi riferimenti ai prodotti originali lanciati sulla stessa piattaforma. Una sorta di variazione sul tema, un circuito chiuso dove prodotti diversi si riferiscono alla stessa offerta. Le intenzioni di espansione però sono forti e non si fanno attendere troppo a lungo. Dopo il lancio di un titolo in VR per Oculus Quest 2, a febbraio 2022 l’offerta si è ulteriormente ampliata. Pur mantenendo la sua gratuità. Netflix ha infatti acquisito lo sviluppatore finlandese di videogames mobili Next Games, una novità di non poco conto per il colosso dello streaming.
Consapevole dell’importanza che il gaming può ricoprire per aumentare il bacino di utenza, Netflix ha cercato di compiere ulteriori passi in avanti per individuare strategie ancora più efficaci. Le intenzioni erano infatti quelle di crescere a un livello tale per cui abbonamenti come Xbox Game Pass e PlayStation Plus potessero diventare reali concorrenti. Ma il futuro non è stato particolarmente luminoso.
I tentativi di avvicinare il mondo dei videogiocatori nel frattempo sono stati ricorrenti, ma per vie traverse, ossia senza lanciare direttamente nuovi titoli importanti nella libreria di contenuti mobile. L’escamotage è stato quello di rilasciare diverse serie nel tempo, tratte da titoli videoludici, come The Witcher, o il più recente Resident Evil, con risultati però non troppo soddisfacenti, anzi.
Il declino della sezione gaming (e non solo)
La situazione si palesa ancor più difficile nel momento in cui viene pubblicata un’indagine da CNBC lo scorso agosto, secondo la quale solo 1.7 milioni di utenti attivi avrebbero scaricato i giochi gratis. Il totale dei download si attestava a circa 23.3 milioni. Una cifra non così enorme come si potrebbe pensare, se si conta che siamo a oltre 221 milioni di utenti iscritti alla piattaforma. Il tentativo di recupero del comparto gaming per la strategia di Netflix è diventato ancor più importante negli ultimi mesi. Questo a fronte anche di una perdita importante di utenza. Nel secondo trimestre del 2022, si legge sempre nel rapporto, Netflix ha perso quasi un milione di abbonati, una perdita che segue gli altri 200.000 utenti nel primo trimestre. Il primo, vero ammutinamento in oltre dieci anni di attività.
A quasi un anno dal lancio della sezione gaming, la domanda che sorge spontanea potrebbe essere: quali sono i motivi di questo flop? E come cercare di porre rimedio, senza incorrere nella chiusura della sezione gaming, dichiarandone dunque senza ritorno il fallimento?
Il problema principale, a ben pensarci, risiede in una prima risposta abbastanza immediata. Quanti di voi hanno visto pubblicità e comunicazioni ad hoc per dare visibilità a questa sezione e ai suoi prodotti? Forse saltuariamente nel corso dei precedenti 10 mesi, ma scommettiamo che questa occasione sia stata più unica che rara. Ci sono ancora meno di 30 giochi, e la maggior parte delle persone probabilmente non è nemmeno consapevole che Netflix li offra.
Un controsenso, se pensiamo da un lato alle ambizioni che Netflix ha dichiarato fin da subito nei confronti del mobile gaming, dall’altro alla scarsità evidente di sponsorizzazione di questi suoi contenuti. Forse gli investitori e i partner non sono stati così importanti e di rilevanza internazionale per dare visibilità al servizio, considerando anche la gratuità dell’offerta. A parte i due ben accolti titoli di Stranger Things sopracitati e Hextech Mayhem: A League of Legends Story, la maggior parte del resto sono giochi mobili abbastanza generici. Forse con poco appealing, forse senza nesso con i titoli Netflix. Un mix di cause che hanno portato alla scarsissima attenzione dell’utenza.
Solo un Assassino potrà salvarci
Netflix è però conscio della situazione attuale e non si perde d’animo. Arriva proprio in un momento di grande fermento, tra gli annunci dello scorso Nintendo Direct e del più recente State Of Play di Sony. La notizia tale per cui è Ubisoft la software house con cui verranno sviluppati nuovi titoli è la più grande novità finora annunciata. La casa madre degli Assassini, di Watch Dogs e degli assalitori di Rainbow Six Siege ha infatti la possibilità di entrare nel mondo di Netflix nel 2023. Questo avverrà con il lancio di un titolo dedicato ad Assassin’s Creed, accanto a Valiant Hearts e Mighty Quest.
Come per tutti gli altri titoli presenti sulla piattaforma streaming, potranno accedervi solo gli abbonati di Netflix, senza pubblicità né acquisti in-app. Abbiamo detto bene: nessuno spot sarà incluso, a quanto sappiamo ora, evidenziando anche una differenza con il nuovo piano più economico, ma che prevede pubblicità.
Un settore competitivo e il cloud gaming all’orizzonte
Un nuovo pubblico di gamer è all’orizzonte con questa nuova partnership, o a poco servirà per smuovere le acque ferme in cui si trova oggi il comparto gaming di Netflix? Una cosa è certa: la competizione con i principali servizi del settore videoludico è decisamente sempre più alta. Di conseguenza, più difficile da affrontare. Certo è che la firma di Ubisoft, e di un franchise come quello di Assassin’s Creed, senza nulla togliere altri due titoli in uscita, rappresentano un’occasione davvero importante per il potenziamento della sezione videogames di Netflix.
Vero è anche, nel frattempo, che devono trascorrere diversi mesi prima di queste uscite. Non sappiamo nemmeno quale sarà il risultato definitivo di questi lavori, guardandoli dal punto di vista dei giocatori. Se l’abito non fa il monaco, nemmeno una grande software house può garantire successo.
A fronte però di questi nuovi sviluppi, siamo curiosi di capire cosa avremo per le mani, letteralmente, sui nostri dispositivi mobile nel 2023. Oltre a queste evidenze, ricordiamo che Netflix potrebbe star puntando con più forza una propria piattaforma di streaming per i videogiochi. Stando alle recenti offerte di lavoro pubblicate dall’azienda, Netflix sembrerebbe orientarsi verso il cloud gaming e lo sviluppo di un proprio studio di videogames.
Quali sono le previsioni per il sodalizio tra Netflix e videogames?
Che si tratti di sfruttamento di contenuti originali Netflix come punto di partenza dei contenuti, o che siano nuove storie da offrire, non ci è dato sapere. Se però i punti di contatto maggiori con l’utenza Netflix sono stati principalmente con i giochi che hanno riferimenti stretti ai suoi titoli, ci aspettiamo che questa tendenza venga mantenuta.
Una cosa è certa: la situazione attuale della sezione videogames di Netflix è evidentemente in difficoltà. Necessita di svecchiarsi, di essere più avvincente, di dare contenuti che sappiano rivolgersi a un target coerente con i propri utenti, e che anzi riesca ad attirare ulteriore audience videoludica. Forse quel che manca, e che ci stupisce, è un’azione di marketing decisiva nei confronti di questa offerta, che non rimanga secondaria e fortemente in disparte rispetto a quella seriale e cinematografica. Ci manca ancora quella suspense, nei videogames, che proviamo quando cominciamo la visione su Netflix, quella che risponde al suono per eccellenza: “tudum“.
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